Da Marco Corradi, il nostro inviato alle Olimpiadi.
La nostra intervista a Francesco Bruyere, il Commissario Tecnico del judo femminile che si esprime in merito all’eliminazione di Odette Giuffrida a Parigi 2024.
Fin dall’inizio l’ho vista concreta, era veramente pronta a fare qualsiasi risultato. Ero convinto davvero che arrivasse in fondo, la sento, la sento e la vedo quando è sul pezzo e oggi lo era. Ero convinto, eravamo convinti anche gli altri che potesse prendere l’oro, perché era la sua giornata. Quando si è aperta con la sconfitta di Abe Uta, che era quella che è, le altre erano tutte alla sua portata.
Ci ha vinto e ci ha perso con tutte, sono top player, a parte vedere che le prime quattro sono arrivate in semifinale e le seconde quattro da ranking erano i pescaggi. E quindi erano quelle otto che sapevamo e conoscevamo. Lei ha vinto con tutte quelle altre, ha vinto con Pedro nella finale mondiale, ha vinto con Franz Michi al mondiale l’anno scorso, quindi era tutto alla sua portata. Il judo è così, nel senso si può vincere, si può perdere per un secondo e c’è poco tempo per recuperarlo.
Noi l’abbiamo vista adesso, era difficile, era impossibile che fosse lucida. Chiedo magari a lei di farlo, lei crede visualizzerà tra poco il bicchiere mezzo pieno di un’altra avventura olimpica che l’ha portata al ridosso della medaglia?
Sì, questo sicuramente, nel senso che la sua caratteristica è questa, è rialzarsi e andare avanti sempre. Quindi non so se continuerà ancora o se vorrà fare altro, ma sicuramente domani guarderà il bicchiere mezzo pieno. L’abbiamo già vista quando è scesa, comunque ha fatto i complimenti all’avversaria, quindi pur nel disturbo di quel momento del pensare magari di dare posizione contro di me, è comunque riuscita a razionalizzare quel momento, a fare i complimenti all’avversaria e a scendere con onore a testa alta.
Non possiamo recriminare nulla perché poi lei alla fine era preparata, era pronta, stava bene, chiaramente qualche errore è stato commesso, assolutamente, non possiamo dire che è un punto perfetto e sono stati bravi gli altri a sfruttare l’occasione. È un peccato perché ripeto, oggi era la medaglia d’oro e siamo venuti qua per prenderla, lei era pronta per farlo e torniamo a casa con quella di legno. Però non possiamo che non farle i complimenti per il percorso, tre finali olimpiche in 12 anni e tre semifinali è veramente tantissima roba. È arrivata qua da campionessa del mondo, non ha voluto rinunciarci perché è a fine carriera e quindi ha voluto prendere tutto quello che arrivava.
Ha vinto un mondiale a 30 anni che è una cosa pazzesca e si è presentata qua nelle migliori condizioni per poter vincere, quindi io le faccio i complimenti da parte mia e non parlerò con lei forse degli errori commessi oggi, ci parleremo domani perché so che vorrà comunque capire, anche se smetterà, vorrà capire cosa ha sbagliato per migliorare ancora perché lei vuole sempre migliorare comunque.
Aver visto lo stesso arbitro della semifinale anche in finale può averla destabilizzata magari anche a livello inconsapevole?
Sicuramente con questo arbitro la sua storia è lunga, non è una storia di oggi, è una storia che si portava da tempo e averlo visto in finale sicuramente le ha fatto pensare qualcosa. Si è girata, io le ho detto di non preoccuparsi e lei si è ritornata in vita quindi non l’ha destabilizzata quello, era concentrata, infatti l’incontro si è aperto all’inizio, vinceva per due passività e si era messa nelle migliori condizioni.
Poi sicuramente forse lei ha pensato un po’ troppo a far prendere la terza penalità all’avversario e ha perso un po’ di vista per un minuto quello che era la situazione tattica che aveva impostato e lì si è un po’ compromesso l’incontro, però poi sicuramente non l’avrei fatto finire così fossi stato io l’arbitro, l’avrei fatto continuare anche per lo spettacolo perché comunque è un bello show ed è un peccato vedere una finale olimpica che è decisa per sanzioni e sentire il pubblico che fischia, vuol dire che qualcosa è andato storto, non lo dico io, lo dice il pubblico, lo dicono gli altri.
È un peccato perché siamo qua per lo spettacolo, i paganti sono qua per lo spettacolo e quindi vorremmo vedere gente che si lancia e che cade e sono sicuro che se avessero portato avanti l’incontro qualcuno non sarebbe caduto, magari Odette, però con più spettacolo di quello che abbiamo visto.
Oggi prima le è sfuggito di aver sentito per la prima volta un po’ d’ansia prima di questa gara e questa ultima settimana ha vissuto qualcosa che non aveva mai provato, tu che la vivi tutti i giorni, pensi che questo abbia un po’ influito, magari ci sia stata un po’ troppa pressione?
No, allora io ripeto, l’ansia ce l’aveva, l’ha avuta, però è riuscita a canalizzarla nella maniera giusta, perché comunque oggi non l’ho percepita. Sicuramente pensare da un lato “forse è l’ultima gara della mia vita”, cercare il risultato che non ha mai ottenuto, come ha fatto al mondiale, ti mette una pressione mentale. Lei più di tutti gli altri è in grado di gestirla e quindi oggi l’ha gestita bene, secondo me, e stava bene.
I primi due incontri sono andati molto bene, anche con l’Ungherese, comunque è un’avversaria ostica che l’incontro fa sempre un po’ in bilico, oggi l’ha risolto bene. E anche con Grasniki, secondo me, ha fatto i migliori incontri della sua vita con lei, che poi è finito così, l’ho detto prima, ma tatticamente, a livello di judo, ha fatto i migliori incontri con lei di sempre. Ha perso, per assurdo, ma è quello che ha fatto meglio di tanti altri. Quindi stava bene ed ero veramente convinto, prima di Grasniki, durante l’incontro con Grasniki, ero convinto che la battesse.
E dopo quando ho deciso, ho detto, vabbè, la finale è semplice, vince perché sta veramente bene. Non si è neanche abbattuta, no? A Rio, comunque un po’, quando ha perso con Abe, aveva avuto quel momento di uscita di lacrime, poi invece è subito rientrata mentalizzata a guardare l’incontro che doveva fare, quindi non ha lasciato spazio a nessun pensiero negativo, si è buttata dentro per affrontare la finale al meglio dei modi.
L’ansia c’è, la paura c’è, ce l’abbiamo tutti, ma fa parte del gioco e non ci sarebbe coraggio se non ci fosse l’ansia, non esisterebbe neanche la parola. Quindi è stata coraggiosa, io le faccio sempre i complimenti. Avere atleti così, per me è un onore poterli seguire e stare a bordo con loro perché mi arricchisce, mi fa crescere ogni giorno.
Siete ieri Assunta, oggi Odette, siete un po’ incredibili con la fortuna, visto che mancano ancora tanti giorni, c’è Veronica, c’è Asia, c’è Kim, c’è soprattutto Alice, cosa dobbiamo aspettarci?
La squadra è fortissima, ognuno di loro può fare la medaglia, ci siamo incastrati sicuramente con due delle top, ma sono convinto che la medaglia arriverà, ne arriveranno altre perché siamo una squadra forte. Anche gli altri impareranno forse da queste sconfitte, siamo sicuri che le stesse ragazze parleranno alla squadra per dare forza e verranno a sostenere nei giorni prossimi perché ogni medaglia che arriva da queste ragazze è una medaglia di tutti quanti.
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