La nostra intervista a Ginevra Taddeucci, bronzo nel nuoto di fondo 10 Km a Parigi 2024.
Durissima, gara durissima, non sapevamo esattamente come fosse con il campo gara mai preparato. Abbiamo seguito comunque un protocollo vaccinale prima e dopo, quindi speriamo di non stare male. Ora sto bene, qualche precauzione ce l’ho, quindi speriamo bene. Sono felicissima, è stata una gara che ho interpretato molto bene, cercavo sempre di stare con le altre, sempre davanti per evitare sorprese. Infatti, quando c’è stato uno scherzetto nel quarto giro, ho subito detto: “Fermi tutti, mi devo riprendere”, perché sapevo che il lato controcorrente era imprendibile; se ti allargavi anche solo di 20 cm, la corrente era molto più forte di quella attaccata al muro, quindi bisognava avere una lettura molto intelligente della situazione.
Hai sperato per qualche momento, in qualcosa di più o ad un certo punto hai gestito la situazione?
No, non ci credevo, fino a che non ho visto scappare Sharon, l’australiana. Poi, ad un certo punto, mi sono girata e ho visto che non c’era nessuno. Al quinto giro, mentre giravamo, ho visto che gli altri erano indietro di 34 cm e ho detto: “Dio, forse ce la faccio ad arrivare tra i primi tre”.
Hai visto sul tabellone?
Sì, perché si vedeva quello di destra, quando stavi girando la boa, ma non si capiva. All’inizio, il primo giro è stato terribile perché stavamo contro sole, quindi era tutto nero, non vedevamo niente e poi non riuscivi mai a capire perché era tutto un’incognita. Le correnti non potevi seguirle, quindi seguivi chi avevi davanti, sperando che avesse la traiettoria migliore. Devo dire che mi sono fidata di Sharon e dell’australiana perché erano persone intelligenti, avevano letto la gara benissimo e ho cercato di stare con loro.
Si può dire che sei arrivata già contro corrente a quest’Olimpiade ed eri già allenata?
Sì, sicuramente. Ho passato due anni contro corrente, nuotando da sola, cercando sempre di prevedere perché le gare che facevano non erano mai abbastanza e mi chiedevano sempre di dimostrare qualcosa in più, nonostante l’avessi già dimostrato. La mia vita è sempre stata contro corrente nel nuoto, quindi diciamo che questa gara è una chiusura perfetta di come sono arrivata qui.
Questa medaglia a chi è dedicata?
Sicuramente al mio fidanzato, perché dopo Doha è stato molto difficile, ovviamente, la delusione di tutti, mia e del mio allenatore. Se sono qui è grazie a lui, che mi ha allenato benissimo. Lo conosco da quasi 20 anni, però dopo la delusione di Doha è stato difficile, quindi anche per lui gestire quella crisi che avevamo entrambi non è stato facile. I miei genitori mi sono stati vicini, ma Matteo mi ha salvato in un modo che solo lui poteva, e quindi dedico sicuramente a lui questa medaglia.
Quanto pesa questa medaglia per questa squadra?
Sicuramente abbiamo una squadra di nuoto di fondo fortissima, sia in ambito femminile che maschile. Anche le femmine, comunque, Giacomo, Martina Grimaldi e Rachele Bruni erano medagliate olimpiche, quindi un po’ di seguire le loro orme ci ho sempre sperato, perché sono fortissime, sono mie amiche e sono felice. Tre anni fa è arrivata la medaglia di Greg, e quindi anche in campo maschile. Domani spero per loro e spero per il meglio, ma volevo mettere un simbolo anche sul lato femminile.
Hai sentito Arianna per caso?
Mi ha mandato un messaggio ma ancora non l’ho letto, mi è arrivata una valanga di messaggi. Sicuramente mi hanno riferito qualcosa, e per me è un grande onore visto che penso le stesse cose di lei. Lei non è riuscita ad arrivare qui. Già ci avevo parlato un mese fa, considerando il fatto che è stato un’ingiustizia visto che le hanno dato l’idoneità solo per qualche mese. Dopo tutto quello che aveva fatto, meritava di esserci. Quando non ho preso il suo posto e lei è stata sostituita, io non ci ho pensato minimamente a prendere il suo posto. Volevo guadagnarmelo, volevo essere qui, guadagnarmi tutto come ho sempre fatto e come continuerò a fare, senza scorciatoie. Mi dispiace che non sia qui, ma spero di averla portata un po’ con me.
Si dice che hai dei riti particolari, tu che sei toscana, forse anche scaramantica. Raccontaci qualcosa di te. Cos’è questa scaramanzia?
No, sono un po’ scaramantica, sicuramente il mio allenatore non lo era. Da quando ho sbagliato a Doha, ho fatto bene un 1.500 e aveva delle mutande rosse, da lì si è sempre messo mutande rosse. Io, per esempio, ho dei calzini che mi ha regalato il mio miglior amico che indosso sempre, anche adesso.
E quando non nuoti, cosa fai?
Quando non nuoto cerco di viaggiare il più possibile, infatti ora penso che mi prenderò una pausa. Già l’avevo detto dopo questa gara, e ho già prenotato le vacanze. Farò un road trip in California, USA, Nevada e starò via tre settimane.
Hai trovato un allenatore che in questi anni vi ha un po’ spronate
Stefano era un po’ meglio, mi sembrava. Lui mi metteva in situazioni complicatissime, cioè ogni volta dovevo dimostrare sempre qualcosa e non era mai abbastanza. Dopo un sesto posto, mi disse: “Guarda che se fai anche di peggio sei sostituibile”. Quindi, la tensione che mi metteva non era mai molto rassicurante. Quindi, tutte le gare le ho sempre fatte bene; una volta che l’ho fatta male, è stata distruttiva. Stefano era più bastone che carota, ma adesso è felice.
Si può dire che la svolta è stata agli Europei di Roma?
Fino a Roma 2022 ho iniziato a prendere questo percorso olimpico perché alla fine ero fuori. Ho iniziato comunque le Coppe del Mondo nel 2022 a fare la 10.000. Quindi la mia rincorsa alle Olimpiadi è durata praticamente due anni, meno rispetto alle altre persone, però sono felice.
La medaglia dell’imprevedibilità?
Sì, io ero la prima che diceva nel 2022: “Ma figurati se riesco ad andare alle Olimpiadi”. Guarda com’è andata.
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