Due medaglie al femminile con lo splendido oro di Sofia Goggia, tante delusioni e il buco nero della velocità al maschile: ecco il bilancio dello sci alpino alle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018.
OLIMPIADI INVERNALI 2018: LE DONNE SALVANO L’ITALIA DELLO SCI ALPINO
L’esultanza di Sofia Goggia per un oro tanto atteso ha fatto emozionare l’Italia intera, ma ha anche salvato (di fatto) la spedizione dello sci alpino, partito dal Bel Paese con tantissime speranze e tanti sogni di gloria, e tornato a casa con due medaglie rosa e poco altro. La prima gioia azzurra era arrivata da una Federica Brignone lucida e concreta nello slalom gigante, brava a strappare un bronzo non facile (lottava con Shiffrin e Mowinckel, per fortuna nostra Rebensburg e Worley sono uscite di scena nella 1a manche) e salire sul podio in una gara che aveva 4 italiane nelle prime 10 e tre nelle prime 5. Una gara che poteva realizzare il grande sogno di Manuela Moelgg, mai vittoriosa in carriera e prima a metà percorso nella sua ultima Olimpiade (si ritirerà a fine stagione), salvo poi vedere l’altoatesina crollare all’8° posto e mollare ”di testa” nella seconda run. Un bronzo e una delusione, in un’Olimpiade che ha alternato molti di questi momenti per l’Italia: dopo il 3° posto nel gigante, Federica Brignone ha fallito tutti gli altri obiettivi, dal Super-G (6a) alla combinata (out) alla discesa libera (dove non era tra le favoritissime, ma chissà), e anche Sofia Goggia fino alla discesa libera aveva vissuto un’Olimpiade deludente.
La bergamasca aveva infatti fallito l’obiettivo Super-G commettendo una delle tante goggiate, disputato un brutto gigante (è stata molto altalenante nella disciplina quest’anno) e poi si è riscattata con una discesa libera da urlo e da futura dominatrice della disciplina: linee rischiose, tantissima velocità e un grande distacco su tutte le avversarie eccezion fatta per una Mowinckel che ha fatto venire i brividi a tutti. Un oro da campionessa, un oro che diventa il primo al femminile in questa disciplina: è Sofia la grande protagonista dell’Olimpiade dello sci alpino, senza se e senza ma. Velocità d’oro e gigante di bronzo, mentre prosegue il momentaccio dello slalom: l’Italia non ha una grande interprete da qualche anno, non ce ne voglia Chiara Costazza, e si è confermata su questi livelli anche a PyeongChang.
OLIMPIADI INVERNALI 2018, SCI ALPINO: BUCO NERO NELLA VELOCITÀ E RARI SUSSULTI AL MASCHILE
Buco nero. Non si può definire in altro modo l’Olimpiade della velocità maschile: ci si aspettavano grandi cose da Peter Fill, Christof Innerhofer e Dominik Paris, che invece hanno finito col deludere le attese e confermare le non eccellenti prestazioni della stagione. Fill, vincitore della Coppa di combinata dopo due sole gare e altrettanti podi, ha fallito ogni obiettivo non riuscendo mai ad adattarsi davvero alla neve coreana, Paris invece è stato il miglior azzurro chiudendo 4° in discesa: Dome però è arrivato molto staccato dal podio composto da Svindal, Jansrud e Feuz, e come Fill è uscito dal tracciato in combinata e non ha convinto in Super-G. Infine, Innerhofer, che aveva fatto sperare tutti col miglior tempo nelle prove e poi è miseramente crollato oltre la top-10, non riuscendo ad essere mai competitivo: Christof ha poi sorpreso tutti sia con le dichiarazioni sconfortanti del post-gara (”forse non sono più all’altezza dei primi”) che con le bordate post-rientro in Italia (”allenamento scarso, i giovani non esistono” e altre accuse alla struttura-FISI, rea di aver tolto Rulfi dallo sci maschile posizionandolo sul gigante femminile: i risultati si vedono).
Insomma, zero medaglie dalla velocità e zero anche dalle prove tecniche, per un’Olimpiade a secco per lo sci maschile: hanno sognato la medaglia Riccardo Tonetti nello slalom gigante maschile (era 4° dopo la prima manche) e Manfred Moelgg nello slalom (4° a sua volta), salvo poi buttare tutto con una seconda manche non positiva (out Tonetti, crollato Moelgg). Due atleti poco attesi, soprattutto Tonetti che non aveva ottenuto sin qui risultati di rilievo: c’è anche questa imprevedibilità all’interno dello slalom gigante azzurro che, al netto di qualche sprazzo di De Aliprandini, deve ancora trovare un grande interprete dopo Max Blardone e dopo il calo di Manni in questa disciplina. Discorso a parte per lo slalom: Moelgg era reduce da una crescita ”da diesel” nelle gare precedenti, ma l’atleta più atteso era Gross. Peccato che lo slalomista di Bolzano alterni manche strepitose ad altre poco performanti, e che a PyeongChang si sia espresso solo nella seconda versione.
L’OLIMPIADE DEGLI ALTRI: NORVEGIA DA URLO, SORPRESE NEGLI SLALOM SLALOM E NEL SUPER-G FEMMINILE
Dominatrice nel medagliere e sontuosa nello sci alpino: la grande Olimpiade invernale della Norvegia passa anche dai grandissimi risultati dei suoi sciatori, che hanno sfatato tabù e conquistato medaglie impensabili. Tabù sfatato per i discesisti, con Svindal che ha conquistato il primo oro del paese nella discesa libera dopo tanti fallimenti, centrando anche la doppietta con Jansrud (i due hanno fallito in Super-G: la Norvegia vinceva da 4 Olimpiadi consecutive): grandi risultati anche per Ragnhild Mowinckel, che aveva già fatto vedere qualcosa di decisamente interessante in CdM (tante top-10 e qualche podio sfiorato), ed è tornata a casa da PyeongChang con l’argento in discesa e in gigante. Norvegia straripante, Svizzera col maggior numero di medaglie (6) e Austria col maggior numero di ori grazie al Super-G vincente di Matthias Mayer e alla doppietta di Marcel Hirscher tra combinata e slalom gigante.
E proprio Hirscher ci dà lo spunto per parlare della prima grande sorpresa di queste Olimpiadi invernali, ovvero i risultati dello slalom: Hirscher è uscito nella prima manche, Kristoffersen ha fallito l’occasione della vita nella seconda e l’oro è andato a un meraviglioso Andre Myhrer, che ha conquistato una medaglia meritata e un premio alla carriera precedendo l’emergente Zenhaeusern. E al femminile non è andata diversamente: Mikaela Shiffrin era reduce da una nottata complicata, condizionata da un virus e dal vomito, e ha chiuso addirittura al 4° posto, consolandosi parzialmente con l’oro in gigante e l’argento nella combinata. Ma la vera sorpresa è arrivata dal Super-G femminile, dove Ester Ledecka ha approfittato degli errori di Sofia Goggia e Lindsey Vonn vincendo per 1/100 con la gara perfetta e un pizzico di fortuna. La snowboarder, che poi ha fatto il bis nel suo gigante parallelo diventando la seconda medagliata in due discipline diverse nella stessa Olimpiade (l’ha battuta di qualche giorno l’olandese Jorien ter Mors, bronzo nella staffetta dello short track dopo l’oro nei 1000m dello speed skating), aveva rischiato grosso su un salto e per qualche secondo è rimasta incredula e inebetita davanti ai maxischermi. D’altronde non si vince tutti i giorni un Super-G olimpico partendo col #26 e dopo pochissime gare in una disciplina tua solo in parte, ma le Olimpiadi regalano anche queste storie magiche.
Austria: We are the best in super-G!:
Swiss: No, we are the best!
USA: Shut up, we are the best!
Italia: Mamma mia!
Ledecka: Hold my beer … and snowboard.— EsterLedecka (@LedeckaEster) February 19, 2018
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