Il 2017 ha regalato emozioni contrastanti anche nella pallavolo. Riviviamo i momenti salienti dell’anno del volley nazionale ed internazionale.
TONFO NAZIONALE
<<Non è il movimento italiano ad essere in crisi. Semmai è la Nazionale ad avere qualche problema>>. Parola di Diego Mosna. Il Presidente della Diatec Trentino tocca un punto cruciale nell’analisi di questo 2017 pallavolistico. Nell’anno in cui l’Italia riscopre l’amore per il volley, riempendo i palazzetti e facendo registrare numeri straordinari, la Nazionale maschile e femminile vive momenti difficili. E se, tra le donne, l’amaro in bocca per l’eliminazione ai quarti di finale all’Europeo è mitigato dal bellissimo cammino nel World Grand Prix, concluso al secondo posto, non si può essere altrettanto soddisfatti con gli uomini. La banda Blengini, reduce dall’argento di Rio, ha concluso mestamente all’ultimo posto il girone iniziale di World League ed ha salutato la manifestazione continentale ai quarti, dopo un avvio stentato. Aggiungiamoci anche le polemiche esterne, con l’ormai celebre querelle Zaytsev-FIPAV per i diversi sponsor tecnici del giocatore e della Nazionale. Un caso inizialmente sottovalutato e poi deflagrato con l’esclusione dello Zar dai convocati.
LUBE E NOVARA REGINE
Se l’Italia non brilla con le selezioni, il livello del volley nazionale resta altissimo. A festeggiare il tricolore sono la Lube Civitanova in campo maschile e la Igor Novara in campo femminile. I marchigiani sono stati protagonisti di una cavalcata straordinaria, dominando la Regular season e stroncando la resistenza della Diatec Trentino in Coppa Italia e nella finale scudetto. È l’anno nero dell’Azimut Modena, che riparte a fine stagione con Stoytchev. Non brilla la Sir Safety Perugia, che trova comunque motivo per sorridere vincendo la Supercoppa. Tra le donne, invece, Novara festeggia il tricolore nell’anno in cui i favori del pronostico erano tutti per altre formazioni. La candidata al titolo era la Imoco Conegliano, brava a prendersi la Coppa Italia, ma poi eliminata a sorpresa in semifinale playoff da Modena. E le piemontesi, guidate dall’esperta Francesca Piccinini, si sono prese una bella rivincita dopo la cocente delusione del 2015, quando persero lo scudetto tra le mura di casa.
LA MALEDIZIONE KAZAN
Sui club maschili italiani aleggia una maledizione russa. Il sortilegio ha un nome ed un cognome: Zenit Kazan. Lo squadrone fresco campione d’Europa ha già mietuto vittime illustri nel recente passato. Il Copra Piacenza e la Diatec Trentino si sono visti sfilare da sotto il naso la Champions League proprio quando sembrava a portata. Alle due formazioni italiane, si sono aggiunte la Sir Safety Conad Perugia, battuta nella finale della rassegna continentale più prestigiosa, e la Lube Civitanova, superata all’ultimo atto del Mondiale per club, nonostante un’ottima prestazione. La maledizione continua, nell’attesa di trovare chi romperà l’anatema. Chissà se sarà il 2018 ad interrompere questo sortilegio.