È finita nel modo in cui nessuno di noi voleva che finisse. Il Brasile padrone di casa schiaccia l’Italia con un 3 a 0 netto (22-25, 26-28, 24-26), spegnendo ogni sogno di gloria azzurro e ricordando a tutti della nostra maledizione: mai il volley italiano è salito sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi.
Le lacrime dei nostri giocatori sono la chiusura più amara di un’Olimpiade giocata a livelli mostruosi, schiantando più volte avversari di livello assoluto con prestazioni magistrali: è ancora negli occhi di tutti la meravigliosa (e tesissima) semifinale contro gli USA, vinta al tie-break grazie ad uno Zaytsev formato Zar di tutte le Russie.
Quest’oggi però Zaytsev si è tolto il mantello da supereroe (e da Zar): tanti errori in battuta per lui, il suo piatto forte, e anche la squadra dopo un inizio stellare si è disunita. Lanza lontano parente del giocatore ammirato in semifinale, Giannelli meno bene delle altre volte, Juantorena devastante in attacco (12 punti, secondo solo a Zaytsev tra le nostre file) ma rivedibile in difesa.
Dall’altro lato c’era un Brasile che ha giocato nettamente meglio, supportato dal pubblico di casa che l’ha spinto fino al punto finale. Dubbie almeno due decisioni dei giudici di gara, che interpretano in modo quantomeno curioso due challange a favore dei verdeoro, ma il Brasile, trascinato da un Wallace in formato divinità (i 17 punti segnati sono solo una goccia della sua prestazione fenomenale) non ha rubato niente. Loro sono stati i migliori, noi ripartiamo da questo argento per volare ancora più in alto.