PARIGI, dal nostro inviato

L’Italia vive una giornata da film: due medaglie in avvio, caos e delusioni nel pomeriggio, il primo oro in serata. Nicolò Martinenghi rasserena il cielo sopra Parigi, dopo una gara strepitosa nei 100 rana. 

Martinenghi oro Parigi

Foto Giorgio Scala e Andrea Masini/ DBM

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO: IL CAPOLAVORO DI CHATEAUROUX

Ci sono giornate che, semplicemente, devono andare così. Un avvio da sogno, un pomeriggio da incubo e l’urlo a pieni polmoni per il primo oro che arriva, inatteso, nella serata della Defense Arena. Stanley Kubrick e Alfred Hitchcock non avrebbero saputo realizzare un film migliore, rispetto a ciò che questo 28 luglio ha rappresentato per l’Italia sportiva. Tutto era iniziato nella mattinata, in una domenica di fine luglio che finalmente riportava a Parigi il sole dopo due giornate di puro e pieno autunno (con felpetta annessa, ndr). Ma in realtà, tutto era iniziato dallo shooting centre di Chateauroux, dove nell’inconsapevolezza di buona parte della popolazione del Bel Paese Federico Nilo Maldini e Paolo Monna stavano realizzando qualcosa di straordinario. Il tiro a segno ha inaugurato la giornata dell’Italia con due medaglie alle 9.30, dopo le ottime qualificazioni e una finale gestita per buona parte delle ostilità. Solo la rimonta del cinese Xie Yiu, arrivata a suon di dieci, ha tolto l’oro a Maldini: 240.9 punti a 240, con l’argento e bronzo per l’Italia. Monna infatti ha chiuso terzo, più distante, con 218.6 punti. Sembrava essere il preludio a una giornata trionfale, da 5-6 medaglie potenziali, invece ecco dipanarsi l’incubo pomeridiano.

SCONFITTE, POLEMICHE, DELUSIONI: SCHERMA E JUDO RESTANO A BOCCA ASCIUTTA. E LA BOXE ESPLODE

Nella giornata in cui tutta l’Italia si aspettava l’0ro dal fioretto femminile e sognava (non a bassa voce) di ripetere il tris di Londra 2012, infatti, si consuma un autentico psicodramma. Un’ecatombe inimmaginabile fino alle quattro di pomeriggio si abbatte infatti sulla scherma azzurra. Arianna Errigo e Martina Favaretto vengono eliminate nei quarti di finale, rispettivamente dalla statunitense Scruggs e dalla canadese Harvey, con la stessa dinamica: 15-14 e stoccata in extremis. Genera polemiche ciò che accade nel match della portabandiera azzurra: Errigo e la statunitense toccano quasi in contemporanea, ma l’attacco dell’azzurra sembra partire impercettibilmente prima. Ci sarebbe dunque una priorità a favore di Arianna, che aveva rimontato un ampio svantaggio ed esulta come se avesse vinto l’oro, ma viene gelata dal VAR: stoccata USA, Errigo out nei quarti. Si salva solo Alice Volpi che, però, crolla in semifinale contro la statunitense Kiefer (poi oro) col punteggio di 15-10 e affonda anche nella finalina: la canadese Harvey la travolge (15-12), è quarto posto. Meno polemiche, ma tanto rammarico, nella spada: dopo l’eliminazione di Santarelli e Di Veroli negli ottavi la speranza si chiama Vismara, ma quest’ultimo getta un ampio vantaggio (5-1 e 9-6) contro l’ungherese Andrasfi. La sua corsa si interrompe così ai quarti.

Non va meglio nel judo, dove ci si aspettava molto da Odette Giuffrida, campionessa mondiale e bi-medagliata olimpica (argento a Rio, bronzo a Tokyo) nella categoria 52kg. Chi sognava il tris, però, resta deluso e… infuriato. Le sconfitte nella semifinale e nella finalina per il bronzo, rispettivamente contro la kosovara Krasniqi (poi argento) e la brasiliana Pimenta, non arrivano infatti per una defaillance tecnica o una netta superiorità della rivale, ma per delle discutibili e contestate decisioni arbitrali. Sia nel penultimo atto che nella lotta per medaglia, infatti, Odette Giuffrida perde a tavolino: tre shido, tre ammonizioni forzate per il suo modo di combattere, e tanti saluti al podio. L’azzurra termina così quarta col supporto del pubblico (che fischia entrambi i rossi) e, in mixed zone, si sfoga in lacrime contro l’arbitro Babiuc. Tra le due c’è un lungo storico fatto di decisioni contestate ed eliminazioni immeritate eppure, nonostante questo, la giudice rumena è stata (inusualmente) designata sia per la semifinale che per la finalina. Una scelta che ha lasciato perplesso anche il presidente del CONI Giovanni Malagò: “Siamo persone competenti ed equilibrate, ma siamo rimasti perplessi di fronte alle decisioni arbitrali. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale che ha perso Giuffrida l’hanno rimandato per la finale del terzo posto. Un dato assolutamente anomalo, che credo che si commenti da solo. Onestamente dire che fa riflettere è dire poco”. Sfortunato e out negli ottavi, invece, Matteo Piras (-66kg).

Il pomeriggio da incubo si chiude con la contestata eliminazione di Aziz Abbes Mouhiidine, tra i favoriti nella categoria 92kg della boxe, dato per perdente ai punti in un match che aveva dominato. Una scelta inspiegabile, che viene contestata anche dal suo rivale e fortemente criticata dal presidente federale D’Ambrosi: “Vergognatevi. E’ uno scippo. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e che amo al di là delle misere posizioni di potere che qualcuno anela. Purtroppo gli sciacalli, anche quelli più anziani, approfitteranno di questa palese ingiustizia e fermeranno anche il cambiamento che a livello nazionale il pugilato lentamente stava subendo. Non so, quindi, se troverò la forza di ricandidarmi”. La boxe italiana, a suon di giudizi dubbi, ha perso pedine importanti: da Mouhiidine, a Sirine Charaabi, a Cavallaro. Ed oggi ha salutato la compagnia anche Giordana Sorrentino, eliminata dalla kazaka Kyzaibay nella cat. 50kg.

LA RESURREZIONE: MARTINENGHI E L’ORO DEL “NONOSTANTE TUTTO”

Una giornata così deludente poteva solo chiudersi con una gioia in extremis, che arriva dal nuoto e quanto meno ce la si aspetta. Nicolò Martinenghi non aveva impressionato nelle batterie, ma in una finale equilibratissima e dai tempi incredibilmente alti (a Tokyo, il 59″03 d’oro sarebbe valso il 7° posto) è una macchina da guerra. Passaggio veloce e ultimi 25m da razzo, che non lascia scampo a Nik Fink e Adam Peaty: lo statunitense e il britannico chiudono a soli due centesimi dall’italiano, condividendo l’argento e precedendo il tedesco Imodou, quarto a 8/100 dall’oro. Mai nella storia della rana si era vista una finale così tirata, che regala un oro storico a Martinenghi: è il primo a Parigi 2024, il sesto del nuoto alle Olimpiadi, il primo nella rana da Fioravanti (24 anni). Ed è l’oro del “nonostante tutto”, di un atleta che si è regalato stimoli nuovi con una preparazione itinerante, dovuta anche all’inefficacia e all’inadeguatezza delle strutture italiane. Nelle interviste in mixed zone, il tecnico di Martinenghi ha esternato tutte le difficoltà nel trovare una piscina adatta per gli allenamenti di Nicolò. Un tema che deve farci riflettere: con strutture di livelli mondiali, quanti passi avanti farebbe il già ottimo nuoto? E domani, occhio a Ceccon: per lui 52″58 nuotato in relativa scioltezza, dopo il brivido mattutino (è uscito, invece, Lamberti), e una sfida da lanciare al cinese Xu Jiayu (52″02).

OLIMPIADI PARIGI 2024: I RISULTATI DEGLI ALTRI AZZURRI

Detto di Ceccon e Martinenghi, domani sarà anche il giorno di Benedetta Pilato: per lei la finale dei 100 rana, alla quale arriva col settimo tempo in un autentico parterre de roi. Out Lisa Angiolini (nono tempo), mentre era prevedibile l’eliminazione di Megli e Ragaini nelle semifinali dei 200sl. Menzione d’onore per l’altra finale azzurra del nuoto: Alberto Razzetti ha chiuso quinto nei 400mx (4.09.38) a sette decimi dal podio nella gara dominata da Leon Marchand (4.02.95). Quinto posto anche dalla canoa-kayak, col K1 di Stephanie Horn nella prova vinta dall’australiana Fox. Solo 11a e 14a Teocchi e Berta, in una gara di MTB dominata da Pauline Ferrand-Prevot: tre minuti su tutte, quasi sei sulle azzurre. 
 
Mezza ecatombe invece nel tennis: out Cocciaretto, Bronzetti, Darderi ed Errani nel singolare oltre a Bolelli/Vavassori, favoriti e teste di serie nel doppio: avanzano, al loro posto, Carreno Busta e Granollers (Spa). L’Italtennis, orfana di Sinner, si consola coi passaggi del turno di Musetti (6-1, 6-4 a Monfils), Arnaldi (6-4, 7-6 a Fils) e Vavassori stesso (6-4, 4-6, 6-4 a Martinez) nel tabellone singolare: sfideranno Navone, Koepfer e Ruud. Slitta ancora il doppio Errani-Paolini: sarà domani. Slitta anche la vela: rinviate le classi IQFOil maschile (Renna) e femminile (Maggetti), coi soli 49er in gara e il 12° posto parziale di Bertucci-Germani. Ottimi ed enormi segnali dalle squadre, nonostante il ko di Menegatti-Gottardi: l’Italvolley femminile travolge la Repubblica Dominicana (3-1) con 25 punti di Egonu, il Settebello regola gli USA (12-8), Ranghieri-Carambula debuttano con vittoria nel beach (2-1). Ma soprattutto, sorprende e affascina la ginnastica artistica al femminile: nelle qualificazioni la squadra è seconda solo agli USA, con 166.681 punti. Manila Esposito e Alice D’Amato si qualificano alla finale dell’all-around e una manciata di finali individuali: corpo libero e trave per entrambe, le parallele per la sola Alice.
 
Pillole finali dal tennistavolo e dal surf, con le eliminazioni di Vivarelli e Fioravanti, ma anche dal 13° posto della squadra d’equitazione nell’evento dimostrativo di dressage. La chiusura la lasciamo al canottaggio, dove Oppo-Soares sembrano essere una coppia da medaglia: cinque secondi sul secondo e semifinale conquistata. Passano dai ripescaggi Gobbi-Guerra (2 di coppia femminile), vi si qualificano invece Codato-Comini (due senza maschile) e il quattro senza maschile. Out Carucci e Sartori (due di coppia maschile), che non passano il taglio. A domani per nuove emozioni!
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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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