PARIGI, dal nostro inviato Da un lato il nuoto che regala ori e soddisfazioni, dall’altro le polemiche da scherma e judo. L’Italia vive un’altra giornata dai due volti, regalandosi due medaglie: l’oro di Thomas Ceccon (100 dorso) e l’argento di Filippo Macchi (fioretto)
THOMAS CECCON D’ORO, E CHE PILATO! IL NUOTO RUBA ANCORA LA SCENA
“Il nuoto è la nuova scherma?”. Prendiamo in prestito questa domanda del collega Dario Ricci in conferenza stampa, per esternare quello che è un dato di fatto. A Parigi 2024, sin qui, l’Italia è stata trascinata dalle gare in vasca. Dopo il sorprendente oro di Nicolò Martinenghi nei 100 rana, ecco quello annunciato di Thomas Ceccon. L’azzurro aveva “scherzato” in batteria e si era contenuto nelle semifinali, studiando i rivali. Una mossa che gli è riuscita alla perfezione, visto che il veneto si è gestito, ha fatto sfogare Xu Jiayu con un passaggio sotto il suo record del mondo e poi ha accelerato in maniera poderosa. 52″ netti è il tempo del primo oro olimpico di Thomas Ceccon, che è anche il primo del dorso azzurro alle Olimpiadi: argento a Xu e bronzo a Murphy.
L’Italia sale così a 8 medaglie: due d’oro, tre d’argento, tre di bronzo. Sfiorandone un’altra dal nuoto, con una strepitosa Benedetta Pilato. Dopo aver rischiato grosso in semifinale con un passaggio azzardato, l’azzurra è stata brava a resettare ogni cosa e ripartire con un nuovo approccio. Più controllata nel primo 50, Benny ha accelerato fino a sfiorare la vetta della gara, perdendo qualcosa solo al tocco: 55″60 il suo tempo, che per un centesimo non vale il bronzo e per sei non vale l’argento, nella gara dominata dalla sudafricana Smith. Male Sara Franceschi nei 400mx, mentre domani l’Italia incrocerà le dita per Gregorio Paltrinieri: Greg è sembrato in controllo nelle batterie degli 800m, chiuse col terzo tempo senza apparentemente forzare nel finale. Domani si giocherà l’oro, con un partner d’eccezione: Luca De Tullio, a sua volta in finale.
IL DEJA-VU DI JUDO E SCHERMA: DELUSIONI E POLEMICHE. MA ARRIVA UN ARGENTO
Chiunque abbia seguito con attenzione judo e scherma ieri, oggi ha avuto la sensazione di vivere una sorta di remake. Nella scherma tutti gli occhi erano puntati sul fioretto e su Tommaso Marini, che invece ha salutato la compagnia agli ottavi. Out nei quarti Guillaume Bianchi, restava il solo Filippo Macchi. Un talento che debuttava alle Olimpiadi e che è arrivato a pochissimi secondi dall’oro. Quei secondi nei quali il giudice arbitro della finalissima contro l’atleta di Hong Kong Cheung Ka Long, che aveva eliminato il beniamino di casa Enzo Lefort, ha deciso… di non decidere. Per tre volte si è ritentata la stoccata vincente sul 14-14, nonostante Macchi fosse evidentemente partito in anticipo rispetto all’avversario in tutte le occasioni. Eppure, l’ultima e decisiva revisione al Var ha dato ragione allo schermidore asiatico: oro a Cheung e Macchi d’argento. Da qui la furia di Cerioni, l’indignazione di Malagò e il reclamo formale dell’Italia, che non ha raccolto nulla dalla sciabola: subito out Mormile, Battiston e Criscio.
Reclamo che non è presentabile nel judo, dove per gli azzurri è sfumata un’altra medaglia in circostanze dubbie. Mentre Veronica Toniolo (-57kg) è uscita subito, Manuel Lombardo aveva fornito una grandissima impressione. Sempre a caccia dello spettacolare ippon, l’azzurro era arrivato sino ai quarti e sembrava essere nella giornata giusta. Non è successo ciò che si attendeva, ancora per quella fatidica e poco comprensibile tripla sanzione. Contestate in particolare la prima e la terza, vista anche l’evidente passività dello sfidante (il kosovaro Gjakova). Lombardo è così dovuto ripartire dai ripescaggi, dove ha travolto il canadese Margelidon regalandosi la finalina per il bronzo. Qui, la tensione ha giocato un brutto scherzo all’azzurro: distratto dalle mosse rivali, ha subito un ippon che inizialmente era stato (erroneamente) giudicato waza-ari. Niente medaglie dunque per il judo che, nonostante una spedizione ampia e fortissima, rischia di restare a secco tra le polemiche. Durissime le parole del presidente della Fijlkam: “Al di là degli stati emozionali del momento, c’è un’incomprensibile applicazione degli shido che ci penalizza. Come ha detto il presidente Malagò ci lasciano perplessi. I nostri ragazzi sono stati danneggiati, sia ieri Odette, sia oggi Manuel. Ci sono state valutazioni frettolose e non uniformi”.
NULLA DA FARE PER L’ARCO, IL TIRO A SEGNO RESTA A SECCO. LE ALTRE GARE
Mauro Nespoli sognava un’altra medaglia dal tiro con l’arco, così da potersi avvicinare con meno pressioni alla gara individuale, ma l’Italia ha ceduto a una rara discontinuità. Sia nella gara contro il Kazakistan (ottavi) che nei quarti contro la Francia, gli azzurri hanno vinto il primo set e poi sono andati in calando. Contro i kazaki ha comunque regnato l’equilibrio e si è arrivati allo shoot-off, dove Nespoli e i compagni Paoli e Musolesi sono stati implacabili, Contro la Francia, invece, i due 7 trovati tra la seconda e terza volée si sono rivelati fatali: Valladont e compagni, poi d’argento, hanno iniziato a inanellare dieci senza lasciare scampo ai nostri portacolori. Nulla da fare neanche per Danilo Dennis Sollazzo che, dopo il terzo posto nelle qualificazioni, ha faticato a trovare il ritmo nelle prime fasi della finalissima della carabina a.c da 10m. L’azzurro si è poi ripreso, ma ha chiuso da quinto nella gara dominata dal cinese Sheng Liao con tanto di record olimpico (252.2 punti).
Giornata dai due volti per le squadre: bene il beach col successo di Cottafava-Nicolai, malissimo il Setterosa. Le azzurre hanno clamorosamente perso 9-8 contro le padrone di casa della Francia. Malissimo invece l’equitazione, nel salto degli ostacoli: Italia 13a nella prova a squadre vinta dalla Gran Bretagna, con Ugolotti 46° nell’individuale. La ginnastica artistica al maschile (Abbadini, Bartoni, Minh Casali, Macchiati, Macchini) non è andata oltre un ottimo sesto posto nella prova a squadre, mentre dal badminton è arrivato un risultato storico: Giovanni Toti ha vinto il primo match olimpico per l’Italia sconfiggendo Opti (Suriname). Tema racchette. Ecatombe nel tennis: out Vavassori e Arnaldi, contro Ruud e Koepfer, ma anche i doppi Bronzetti/Cocciaretto (femminile) e Darderi/Musetti (maschile). Le ottime notizie sono legate al duo Errani-Paolini, che avanza. Per Jasmine anche la vittoria nell’individuale, che la porta al terzo turno contro Schmiedlova (Svk). Per Sarita invece la vittoria nel doppio misto, eliminand0 Andreeva e Medvedev in tandem con Vavassori. Eliminazione invece per Piccolin nel tennistavolo: 4-0 per la nipponica Hirano.
Ottima giornata per la vela: Renna (2°) e Maggetti (2a nella generale) debuttano con ottimi piazzamenti nella classe iQFOil, Bertuzzi-Germani risalgono terze nel 49er. Male invece il canottaggio che, eccezion fatta per il duo senza Codato-Comini (secondi e in semifinale), colleziona ultimi posti nell’otto maschile e femminile: ripescaggi per entrambi. Non raggiunge la semifinale invece Raffaello Ivaldi nella canoa C1 slalom: 14° posto e out dalla finalissima, vinta dal francese Gestin. Giornata agrodolce per la boxe: out Mesiano (60kg) al femminile, avanti Lorenzi (+91kg). Infine, una speranza per domani: De Filippis e Pellielo sono nella top-5 del tiro a volo dopo le prime serie di qualificazione. E un podio sfumato: Luca Braidot ha chiuso quarto nella mountain bike, dominata da Pidcock.
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