dal nostro inviato, Marco Corradi
La sesta giornata di gare si chiude con tre medaglie per l’Italia, che sale a quota 16. Due ori profondamente diversi per De Gennaro e Bellandi, poi il terzo che sfuma: il fioretto è d’argento. Il riepilogo della giornata.
GIOVANNI DE GENNARO E ALICE BELLANDI: GLI ORI DELLA PERSEVERANZA
La giornata dell’Italia ha avuto la sua svolta intorno alle 17, poco dopo l’arrivo della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui siti olimpici. Il primo oro è stato una folgorazione. Giovanni De Gennaro veniva dato tra i papabili per il podio a cinque cerchi, ma dopo le semifinali del K1 slalom occupava l’ottava posizione. Almeno tre atleti sembravano inarrivabili, su tutti il britannico Joe Clarke. Partendo come quinto, però, Giovanni ha potuto mettere pressione agli avversari. Dopo aver battuto l’ottimo tempo dello spagnolo Echaniz, che aveva chiuso con 88.87 venendo gravato di due secondi penalizzazione, l’azzurro e il suo 88.22 svettavano su tutti. Da qui in poi è stata una sequela di errori, interpretazioni errate delle onde e tempi peggiori del suo. De Gennaro ha scalato rapidamente posizioni e, quand’è sceso Castryck, era già sicuro del podio. Il francese ha fatto un’ottima gara, ma non è andato oltre il secondo posto a 20/100. Bronzo a Echaniz, quinto Clarke. E così, Giovanni De Gennaro è diventato il terzo oro italiano nel kayak, seguendo i suoi due blasonati predecessori: Pierpaolo Ferrazzi (1992) e Daniele Molmenti (2012), suo mentore e attuale dt della Nazionale.
La seconda vittoria di giornata, invece, è stata quella della liberazione. Il judo aveva vissuto momenti da incubo ed ha saputo risollevarsi dalla buca che era stata costruita intorno alla squadra più forte di sempre: 13 elementi sui 14 a disposizione, con 6-7 atleti da medaglia e (sino ad oggi) nessun podio. Il merito è stato di Alice Bellandi, che ha dominato nella categoria -78kg. Dopo aver superato brillantemente gli ottavi al golden score, l’azzurra ha approfittato della squalifica della rivale nei quarti e ha dominato la semifinale. Un match controllato dall’inizio alla fine, prima di piazzare il colpo decisivo. La finale, contro l’israeliana Lanir, è parsa dall’esito scontato. L’azzurra era già in vantaggio per un waza-ari, quando la sfidante è stata allontanata dal tatami per un triplo shido, con annessa sconfitta a tavolino. Quelle sanzioni che erano diventate un incubo per Giuffrida e Lombardo, dunque, sono state il viatico finale verso l’oro. Alice Bellandi ha portato così il bottino azzurro a cinque successi, in un autentico trionfo del merito (guida il ranking mondiale) e… dell’amore: bellissimo ed emozionante il bacio alla fidanzata nel post-gara. Da segnalare anche il trionfo di… Al Bano: il cantante, ambasciatore internazionale della federazione di judo (sport di cui è appassionato), subito dopo il successo è volato sul tatami per cantare la sua “Felicità” dal vivo. Un momento che forse era programmato o forse no, sta di fatto che i social sono impazziti. Per questo e per quel selfie con Snoop Dogg.
LA SCHERMA D’ARGENTO E IL SOGNO SFIORATO DA ALICE D’AMATO
Nella giornata del 1° agosto, tutti gli occhi erano puntati sul fioretto a squadre. Arianna Errigo, Alice Volpi e Martina Favaretto (con la riserva Francesca Palumbo) dovevano riscattarsi dopo essere rimaste a secco nella prova individuale, e sono arrivate a sfiorare l’oro. Dopo aver sconfitto Egitto (agevolmente) e Giappone (a fatica), per l’Italia ecco il momento della finalissima contro quegli Stati Uniti che (insieme all’arbitraggio) avevano reso un incubo la prova azzurra. La gara non era iniziata nel migliore dei modi, salvo poi rivitalizzarsi grazie agli ultimi assalti di Volpi ed Errigo. L’Italia è così arrivata a tre punti dalle rivali, ma è crollata sotto la pressione del finale: vittoria per 45-39 degli USA e argento per le azzurre, che hanno portato a 16 il conto delle medaglie dopo sei giorni.
Sedici medaglie che sarebbero potute diventare 17, per l’impresa sfiorata da Alice D’Amato nel concorso generale della ginnastica artistica. L’azzurra ha iniziato discretamente la sua gara nel volteggio, per poi lanciarsi in zona-medaglie con una strepitosa routine alle parallele asimmetriche: 14.800 punti, uno in più di Simone Biles. Alice era terza e, dopo essersi difesa nella trave, sapeva di doversi giocare il tutto per tutto nel corpo libero: la statunitense Sunisa Lee e l’algerina Nemour, che aveva ottenuto un punteggio straordinario nelle parallele (15.533), distavano infatti 34 millesimi. Un’uscita dal tappeto, purtroppo, ha condannato Alice: pochi i suoi 13.500 punti per difendere il bronzo. L’oro è andato a Simone Biles con 59.131 punti, precedendo Rebeca Andrade (57.932) e Sunisa Lee (56.465). Per Alice uno storico quarto posto, con 56.333 punti e soli 132 millesimi dalle medaglie.
LA DELUSIONE DELLA MARCIA, LE POLEMICHE DALLA BOXE: L’ALTRO VOLTO DELLA GIORNATA
La giornata era iniziata con la marcia, che alle 8 aveva iniziato il suo cammino verso Trocadero e il Pont d’Iena. Una giornata che poteva essere trionfale, visto che l’Italia veniva da due ori a Tokyo, si è trasformata però in un incubo. Massimo Stano ha chiuso quarto nella 20km maschile, perdendo il treno delle medaglie per uno strano movimento della caviglia. L’azzurro ha visto cedere il suo piede perno nella marcia, e proprio in quel momento ha perso quei secondi che si sono rivelati decisivi. L’oro è andato all’ecuadoriano Pintado con 1h18’55”, con 14″ su Bonfim (Bra) e 17″ su Martin (Spa): Stano è arrivato quarto a 18″. Più amaro l’epilogo di Antonella Palmisano che, dopo un arrivo incoraggiante, si è ritirata nel 13° km per un non precisato problema fisico, che aveva privato l’azzurra di ogni energia. Male le altre azzurre: 23a Giorgi e 35a Trapletti.
La marcia è così rimasta a secco, mentre la boxe si è presa la scena per una storia tutt’altro che edificante. Della situazione riguardante Imane Khelif, rappresentante algerina della boxe affetta da iperandroginismo (valori elevati di testosterone per una condizione genetica), si è detto e scritto molto. Il 90% dei report, che parlavano di un’atleta transgender, sono stati smentiti dai fatti e dal CIO. Una pressione enorme ha dunque affiancato Angela Carini nell’avvicinamento al suo match contro una pugile che, nelle scorse Olimpiadi e negli scorsi tornei, non aveva ottenuto grandi risultati. L’azzurra ha subito la pressione della sfida ed ha ceduto dopo 46 secondi: sono bastati due colpi, il secondo incassato senza mettersi in guardia, per rompere il suo naso e la determinazione di competere. Carini ha alzato bandiera bianca, non senza polemiche. Un ritiro che è stato subito strumentalizzato a livello politico (e social), anche se l’azzurra non ha recriminato sulla situazione dell’avversaria.
OLIMPIADI PARIGI 2024, MUSETTI IN SEMIFINALE E LE ALTRE GARE
Mentre il nuoto vive una giornata interlocutoria, con le sole qualificazioni alle finali dei 20o misti (Alberto Razzetti, 7°) e dei 50sl (Leonardo Deplano, terzo), il tennis si prende la scena. Merito di Lorenzo Musetti, che centra la prima e storica semifinale azzurra alle Olimpiadi: sconfitto in due set Fritz (7-5, 7-5), ora la sfida a Djokovic. Semifinale anche per Paolini/Errani: 6-3, 6-1 sulle britanniche Boulter/Watson, e sfida a Muchova/Noskova nel penultimo atto.
Giornata dai due volti per il beach volley: Cottafava/Nicolai volano al turno successivo sconfiggendo 2-0 Ahmad/Hellvig (Sve), Menegatti/Gottardi compromettono definitivamente il loro cammino perdendo 2-0 contro le brasiliane Patricia/Duda. Il Settebello continua a volare, sconfiggendo 11-9 il Montenegro e restando a punteggio pieno, mentre l’arco perde un altro protagonista nelle gare individuali: out Musolesi contro lo sloveno Ravnikar (6-4). Out anche Gambaro nella carabina tre posizioni femminile: chiude 23a e niente finale. Giornata complessa anche per il canottaggio: l’otto femminile va in finale, out quello maschile. Ultime Gobbi/Guerra nella finale B del due di coppia femminile, mentre il quattro senza maschile è quarto: Abagnale, Kohl, Lodo e Vicino chiudono alle spalle di Stati Uniti, Nuova Zelanda e Gran Bretagna col tempo di 5.55.07. Debutta il golf, con gli azzurri molto indietro: 14° Migliozzi (-3) e 21° Manassero (-2), guida il giapponese Matsuyama con otto colpi sotto il par. Nella BMX, Bertagnoli avanza come 12°. Chiusura per la vela, funestata dal tempo: rinviata la Medal Race del 49er FX, che vedrà Bertuzzi/Germani partire dal sesto tempo. Avanzano alle semifinali Maggetti (3a) e Renna (6°) nella classe iQFOiL. Debutto per Benini Floriani (3a) e Chiavarini (21°) nell’ILCA 7 o dinghy.
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