Elia Viviani non riesce a difendere l’oro di Rio 2016, ma sale nuovamente sul podio dell’Omnium con un’entusiasmante rimonta: l’azzurro è bronzo, vedendo sfumare l’argento nelle fasi conclusive. Oro al britannico Walls, che domina la gara.
OLIMPIADI TOKYO 2020, CICLISMO SU PISTA: ELIA VIVIANI BRONZO NELL’OMNIUM
A cinque anni dallo strepitoso oro di Rio 2016, Elia Viviani conquista una nuova medaglia nell’Omnium: l’azzurro è bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, e regala la 34a medaglia a un’Italia sempre più vicina al suo record assoluto di 36 podi. Cinque anni dopo, Viviani ritrova un Omnium profondamente diverso: allora coinvolgeva tutte e sei le specialità del ciclismo su pista e si disputava su due giorni, scartando il punteggio più basso. Elia lo vinse così, rimontando nelle tre gare della seconda giornata, ma ora non è più possibile: quattro gare tutte nello stesso giorno e nell’arco di tre ore. Si parte dallo scratch, per poi proseguire con la contorta Tempo Race e con le canoniche corsa ad eliminazione e corsa a punti. Importantissima quest’ultima, perchè i punti guadagnati dagli sprint (5-3-2-1) e/o dal giro conquistato (20pti) si aggiungono a quelli della classifica generale.
Si parte con lo scratch, 10km in cui la classifica viene stilata sullo sprint finale, ma chi guadagna il giro può far saltare il banco. Lo guadagnano Walls (UK), Thomas (Francia), Larsen (Danimarca), van Schip (Olanda) e Zakharov (Kazakistan), col britannico che vince la gara e ottiene i primi 40pti. Welsford (Australia) vince lo sprint degli sconfitti, Viviani chiude solo 13° e ottiene 16pti. Si prosegue con la caotica Tempo Race: 10km e 40 giri in cui si disputa uno sprint al giro (a partire dal 5°) che assegna un punto. Anche qui si può guadagnare il giro, e Viviani ci riesce: l’azzurro è in crescita, ma conquista un misero sprint, mentre van Schip fa 30pti complessivi. A metà dell’Omnium la classifica recita così: van Schip, Thomas e Walls a 76pti, Viviani 11° con 42pti. Si arriva alla corsa a eliminazione (30 giri, eliminato l’ultimo ogni due giri), là dove Elia Viviani ha costruito rimonte e successi, vincendo anche un titolo europeo: è un trionfo, perchè l’azzurro la vince e ottiene i 40pti precedendo Walls, che ipoteca di fatto il successo. Viviani scala la classifica e approfitta delle prove deludenti di van Schip, Thomas e Larsen per accorciare sul podio.
Alla vigilia della corsa a punti, la classifica recita così: Walls 114pti, van Schip 110, Thomas 106 e Viviani sesto a quota 82pti. La corsa a punti può ribaltare tutto: dieci sprint nei 100 giri (25km), con l’ultimo che assegna punteggio doppio e la possibilità di fare l’accoppiata sprint (5)+giro (20). Elia Viviani parte in tranquillità, ma a metà gara sale di tono: guadagna il giro con Karaliok e Kluge, e soprattutto conquista due sprint consecutivi. 30pti per risalire all’argento virtuale, che viene blindato negli sprint seguenti: a 10 giri dal termine è secondo con 122pti e un margine di 4pti su Benjamin Thomas, favorito alla vigilia. Viviani, sfinito, non ha però fatto i conti col neozelandese Campbell Stewart, che guadagna il giro proprio nel finale e gli soffia la medaglia d’argento approfittando della nullafacenza generale e delle energie al lumicino altrui. Oro a Matthew Walls che domina l’Omnium con 153pti, argento a Stewart (NZL) con 129pti, bronzo a Elia Viviani con 124pti. Elia conclude in lacrime, perchè ha vissuto un’annata difficilissima nella quale ha faticato ad ottenere risultati minimi in pista e su strada, fallendo il matrimonio con la Cofidis. E l’Italia sale a quota 34 medaglie: 7 ori, 10 argenti, 17 bronzi che ci portano all’ottavo posto nel medagliere e a due podi dal record assoluto (36 medaglie, Los Angeles 1932 e Roma 1960).
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