Quando esulti per un argento matematico, ma il destino ha un’idea diversa.
Roberto Di Donna è un finanziere e tiratore di tiro a segno romano classe 68’. Alle Olimpiadi di Atlanta 1996 arriva da campione del mondo in carica, sia nella pistola libera che nella pistola ad aria compressa.
È il giorno della finale ai Giochi americani: il cinese Wang Yifu sembra imprendibile e si piazza fin da subito in testa con un vantaggio rassicurante sugli inseguitori. Roberto spara alla grande ma contro il cecchino asiatico sembra non esserci confronto.
Ultimo tiro: Di Donna si assicura l’argento con un ottimo 10.4 ed esulta. È il turno di Wang. Al cinese basterebbe un 7 per garantirsi l’oro. Una formalità per un finalista olimpico con una media di tiro ben più alta. Il destino però ha altri programmi: un errore clamoroso dell’atleta in testa si traduce in un impensabile 6,5 che consente all’atleta azzurro di scavalcarlo in classifica e di vincere un oro fino a quel momento insperato.
Wang, scosso dall’accaduto, si accascia. Finirà la giornata all’ospedale, attaccato alla mascherina dell’ossigeno.
Anche i giganti crollano, e il cinese faceva sicuramente parte della categoria: 6 medaglie olimpiche, di cui due del metallo più pregiato, impreziosiscono una carriera straordinaria.
Di Donna ad Atlanta porta a casa anche un bronzo nella pistola libera, conquistando così il suo secondo e ultimo titolo a cinque cerchi.
Il tiratore romano, dopo altre due medaglie mondiali vinte nel 1997, non si sarebbe più ripetuto gli anni seguenti.
Di lui, però, continueremo a ricordare quell’indimenticabile gara, decisa anche da un pizzico di magia e di sana buona sorte.