Nel giorno del suo 53° anniversario dalla data d’inizio, ripercorriamo, in chiave azzurra, la X Edizione dei Giochi Olimpici Invernali di Grenoble 1968.
DAL BALLOTTAGGIO AI DEBUTTI
Grenoble. Alla fine fu la città francese a portarsi a casa la palma di prescelta: Grenoble avrebbe ospitato la X Edizione dei Giochi Olimpici Invernali, datati 1968.
Le città candidate ad ospitare i Giochi erano sei inizialmente: Grenoble, la canadese Calgary, la finlandese Lahti, la giapponese Sapporo, la norvegese Oslo e la statunitense Lake Placid. Il 28 gennaio 1964, durante la 61^ sessione del CIO, dopo ben tre votazioni senza una maggioranza assoluta, Grenoble la spuntò su Calgary, per soli tre voti.
Dopo 44 anni (l’ultima ed allora unica edizione era stata quella di Chamonix 1924, prima edizione delle Olimpiadi Invernali nella storia), la Francia sarebbe tornata ad ospitare i Giochi Invernali.
1159 atleti, provenienti da 37 nazioni, erano pronti a darsi battaglia in un’Olimpiade caratterizzata da alcuni importanti debutti: per la prima volta in assoluto, infatti, i Giochi ebbero una mascotte, un omino stilizzato sugli sci di nome Schuss. Seppur in maniera non ufficiale (il benestare arriverà solo con Monaco 1972), fu comunque un’innovazione. Un’innovazione fu anche l’introduzione dei controlli sulla sessualità, di cui ne farà le spese Erika Schinegger, e dei controlli anti-doping.
L’ITALIA ENTRA NELL’OLIMPO
Un’Olimpiade, quella aperta dal generale Charles de Gaulle e dominata da Jean-Claude Killy (vincitore di tutti e tre gli ori nello sci alpino), che mise per la prima volta la lente d’ingrandimento sull’Italia. La squadra azzurra, capitanata dalla portabandiera Clotilde Fasolis (sciatrice alpina), si seppe perfettamente destreggiare, conquistando il 4° posto nel medagliere, con sole quattro medaglie vinte ma tutte placcate d’oro.
Ad incidere per sempre il suo nome nella storia è Franco Nones, sciatore della Val di Fiemme. L’azzurro, nella 30km di fondo, divenne il primo atleta del centro-sud Europa a conquistare un titolo olimpico nello sci di fondo. Tra la sorpresa generale, Nones vinse con ben 1 minuto di vantaggio sul norvegese Odd Martinsen e sul finalndese Eero Mantyranta, dato come grande favorito alla vigilia. Verrà ricordato come uno dei successi meno aspettati nella storia dello sport azzurro.
La prima grande Olimpiade Invernale per l’Italia consacrò anche il nome di Eugenio Monti, all’epoca pluricampione mondiale nel bob. Il così soprannominato “rosso volante” ebbe immediatamente l’occasione di vincere, a 40 anni, l’unica medaglia che gli era sfuggita in carriera: l’oro olimpico. Dopo due argenti e due bronzi, Monti colse l’occasione al balzo, vincendo la medaglia d’oro nella gara a due, insieme a Luciano De Paolis. Sempre con De Paolis ed in squadra insieme a Roberto Zandonella e Mario Armano, Monti seppe addirittura ripetersi nella gara a quattro, battendo di soli 9 centesimi l’equipaggio austriaco.
L’altra grande sorpresa della spedizione azzurra, in terra francese, fu quella di Erica Lechner. La, all’epoca, ventenne originaria dell’Alto-Adige concluse la propria gara nello slittino femminile al terzo posto, dietro le tedesche Ortrun Enderlein e Anna-Maria Muller. Come abbiamo detto, tuttavia, l’Italia seppe collezionare solo medaglie d’oro. Lechner vinse l’evento a seguito della squalifica di Enderlein e Muller: le tedesche andarono contro il regolamento a causa dei loro pattini, precedentemente riscaldati.
L’Italia arrivò così a quattro medaglie d’oro, una in più di quante ne aveva vinte in tutte le precedenti edizioni dei Giochi Olimpici Invernali.
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