Se le Olimpiadi di Rio sono state quelle della riconferma, con lo stesso numero di medaglie conquistate a Londra 2012, le Paralimpiadi Azzurre sono state quelle del successo: 39 medaglie vinte (distribuite in ben 10 ori, 14 argenti e 15 bronzi), un bel +11 rispetto a quattro anni fa e il nono posto nel medagliere. Si tratta della miglior Paralimpiade per l’Italia dai tempi di quelle di Tel-Aviv del 1968, quando salimmo esattamente 39 volte sul podio, mentre non eravamo nella top10 del medagliere da Heidelberg 1972.image

Un successo portato soprattutto dal ciclismo, lo sport dove abbiamo eccelso. Ben 12 medaglie portate a casa da Vittorio Podestà, Luca Mazzone, Paolo Cecchetto, Giancarlo Masini, Francesca Porcellato, Fabio Anobile, Andrea Tarlao e soprattutto Alex Zanardi, uomo simbolo delle Paralimpiadi italiane e non, che ha riconfermato la fantastica prestazione di Londra, con due ori e un argento vinti e il commosso (e commovente) pianto durante la premiazione, mentre l’Inno di Mameli risuonava per le strade brasiliane.

imageMa parlando di fantastiche prestazioni, non si può non parlare di lei, di quella Bebe Vio che a soli 19 anni ha incantato il mondo, mostrando a tutti che quella fama da enfant prodige della scherma è pienamente meritata: un oro e un bronzo a squadre che portano il suo nome, vinte con uno stile unico che l’ha posta spanne sopra a qualsiasi avversaria le si sia posta davanti e chiudendo più di un assalto senza lasciare punti alle sfidanti.

Da sottolineare anche le prestazioni dei nostri nuotatori, che hanno portato un totale di medaglie maggiore del ciclismo (13), ma “soli” due ori vinti da Federico Morlacchi e Francesco Bocciardo, così come la conferma dell’oro di Assunta Legnante nel lancio del peso e quello della portabandiera d’apertura Martina Caironi nei 100m T42.

Se questi erano solo alcuni dei top, l’avventura brasiliana è stata tanto positiva che risulta molto più difficile trovare eventuali flop: forse ci si aspettava qualcosa di più dal tiro con l’arco (in cui abbiamo vinto solo un argento e un bronzo), in particolare da Eleonora Sarti, uscita subito agli ottavi di finale. Ma resta nel complesso una spedizione che mostra quanto il movimento paralimpico italiano sia altamente competitivo e in forte crescita, forse più che quello olimpico.

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Giornalista in erba, sono un appassionato di sport, con un occhio di riguardo per il calcio (banale!) e la boxe.

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