David Pasqualucci è il futuro del tiro con l’arco italiano, senza troppi giri di parole.
Un ragazzo classe 1996 e un argento mondiale a squadre vinto lo scorso anno, insieme a fenomeni come Mauro Nespoli e Michele Frangilli che a Londra avevano trionfato.
Marco Galiazzo, l’arciere italiano più vincente della storia di questo sport, conquistò il primo oro a 21 anni. David, che prima delle Olimpiadi di Rio deve anche superare l’esame di maturità, vuole a tutti i costi infrangere questo record. E non solo nella competizione a squadre..
Ecco cosa ci ha detto l’atleta romano nel corso della nostra intervista esclusiva:
- Se ti dico “Olimpiadi” qual è la prima cosa che ti viene in mente?
- Mi viene in mente il sogno che ho sempre avuto di parteciparvi. Ora il sogno si trasforma in desiderio di medaglia. Rio si avvicina sempre di più e questo è il mio grande obiettivo. Sono contento che piano piano mi sto avvicinando bene all’evento e mi sto costruendo questa possibilità.
- Come ti sei approcciato al tiro con l’arco?
- Ho iniziato perché avevo un’area di tiro vicino alla mia casa natale. Mi sono poi tesserato nella società della quale ancora oggi faccio parte.
- Per coronare il tuo sogno hai dovuto fare tanti sacrifici, a cominciare dal trasferirsi lontano da casa da giovanissimo..
- Sì mi sono trasferito più di un anno fa e di sacrifici ne ho dovuti fare tanti, ma allo stesso tempo ho pensato fosse la cosa migliore da fare per me. Qui siamo seguiti da tecnici bravissimi e abbiamo una struttura di alto livello. Per esempio nella mia città non c’era una palestra che mi permettesse di tirare da 70 metri (distanza olimpica ufficiale n.d.r.) al chiuso.
- Senti il peso di aver scavalcato un campione come Galiazzo nelle gerarchie?
- Non lo chiamerei proprio salto di gerarchia perché ogni atleta ha fatto come Galiazzo, Nespoli o Frangilli ha fatto il mio stesso percorso arrivando dalle giovanili e togliendo, tra virgolette, il posto a qualcun altro. Diciamo che quando raggiungi quel livello ti senti molto realizzato perché si compete con atleti che hanno fatto la storia di questo sport.
- Cosa significa essere compagno di squadra di due campioni come Frangilli e Nespoli che a Londra hanno vinto l’oro e anche un maestro come Ilario Di Buò? Cosa hai imparato e cosa stai continuando a imparare da loro?
- Per me è una cosa bellissima poter lavorare con tutti loro e soprattutto poter tirare insieme a loro. Ilario ci segue anche sul lato tecnico, ma poter fare squadra con Mauro e Michele è bellissimo perché ti aiutano molto vista la loro grande esperienza.
- Rio è sempre più vicina: obiettivo individuale e obiettivo a squadre?
- L’obiettivo principale rimane sempre la medaglia, che sia individuale o a squadre. Per l’individuale sto lavorando molto ma è sempre più difficile perché ci sono nazioni che non hanno una squadra ma che hanno almeno un atleta di alto livello. Arrivare a podio è difficile ma non impossibile. Ma non mi sbilancio per scaramanzia.
- Nonostante la tua giovane età hai già raggiunto traguardi importanti. Senti di poter ancora migliorare?
- Io credo che i miglioramenti che posso fare siano davvero tanti. Posso e devo dare di più dello scorso anno. Non mi sento ancora arrivato!
- Qual è il ricordo olimpico che da appassionato di sport hai maggiormente impresso nella tua memoria?
- Sicuramente le imprese di Michael Phelps. Mi hanno davvero colpito i suoi 8 ori conquistato in un’unica Olimpiade.
- Chi è David Pasqualucci fuori dal mondo del tiro con l’arco?
- Un ragazzo normalissimo che si dedica anche alla scuola e alla fidanzata. Al momento sto continuando a studiare e quest’anno avrò l’esame di maturità.
- Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
- In realtà non ho ancora fatto una panoramica sul mio futuro. Il tiro con l’arco però rimane al centro dei miei progetti, anche se non so fino a che età. Adesso sono ad alto livello e spero di rimanerci il più tempo possibile. Una volta finita la carriera vorrei sicuramente dedicarmi anche alla parte tecnica facendo l’allenatore. Poi quello che succederà non lo so ancora..