Un mito vivente. Una delle atlete più longeve del nostro sport: la storia che vi raccontiamo oggi ”vive” completamente nella modernità ed è quella di Josefa Idem, un’autentica macchina da medaglie per la nazionale azzurra.
E dire che Josefa in origine era tutt’altro che italiana: la canoista infatti nasce anche a Goch il 23 settembre 1964 e inizia la sua carriera sportiva per la Germania, sua patria natia, ottenendo il bronzo nel K2 500m ai Giochi di Los Angeles e dei risultati deludenti a Seul nel 1988. Poi, ecco entrare nella sua vita Guglielmo Guerrini, l’uomo che ne diverrà prima l’allenatore e poi il marito: per Josefa questo è il momento decisivo di un’intera carriera, che la porterà a dirottare tutte le sue attenzioni sul K1 500m e, per qualche tempo, anche sulla distanza dei 5000m.
Il sodalizio con Guerrini diventa ben altro e subentra quell’amore che porterà Josefa a sposare il suo tecnico nel 1990 e, dopo aver vinto da tedesca il suo primo oro mondiale (nel K1 500, mentre arriverà terza nei 5000) nello stesso anno e dato il via a una serie di titoli che la porterà a sommare nell’intera carriera iridata 5 ori, 9 argenti e sei bronzi, prendere la decisione più dura: Josefa diventa infatti italiana e nel 1992 inizia la sua carriera olimpica legata al tricolore da favorita.
La Idem infatti è reduce dalla vittoria nell’evento preolimpico, ma delude, forse a causa dell’alta pressione, e arriva solo quarta: il suo appuntamento con la prima medaglia italiana a cinque cerchi è però solo rimandato. Nel 1996 ecco lo storico bronzo nel K1 500 ad Atlanta. Perché storico? Innanzitutto perché è il secondo in carriera, a 12 anni di distanza dal primo e con due nazionali diverse e inoltre perché è distante solo un anno dalla nascita del figlio Janek, con conseguente durissima preparazione per tornare al top. E la medaglia di Atlanta inoltre finisce con lo sbloccare Josefa, che diventa da subito una delle atlete leader sulla distanza: tre ori iridati dal 1997 al 2002, con in mezzo la gioia più grande.
A Sydney, infatti, la Idem trionfa nel K1 500: è il suo primo oro olimpico (a 36 anni), e l’apoteosi di una carriera che sarà destinata a durare ancora parecchi anni ed entrare definitivamente nella storia italiana e mondiale. Josefa si ferma nuovamente nel 2002 per la sua seconda maternità, ma subito dopo la nascita di Jonas ripete il programma d’allenamento che aveva portato al grande risultato di Atlanta e conquista l‘argento olimpico ad Atene 2004 con l’ennesima prova da manuale. A 40 anni, e dopo quattro medaglie olimpiche, tanti si fermerebbero, ma non la Idem, che decide di partecipare anche a Pechino: e questa è l’edizione che le fornisce il maggior rimpianto.
Josefa infatti coglie la nuova medaglia, arrivando seconda, ma vede sfumare l’oro per soli 4 millesimi: una delusione troppo grande, che spinge la Idem a proseguire e partecipare anche ai Giochi di Londra, smentendo tutto e tutti. Il sogno sarebbe l’ennesima medaglia, ma stavolta Josefa deve cedere alle difficoltà legate ai suoi 48 anni, e vede sfumare il bronzo per soli 3 decimi, chiudendo al 5° posto in quella che è comunque una gara storica. Con la presenza a Londra, infatti, eguaglia Piero e Raimondo d’Inzeo diventando l’atleta italiana, e mondiale, con più partecipazioni ai Giochi, e raggiungendo quota 8 partecipazioni: in tutto, la Idem racimola un oro, due argenti e un bronzo in azzurro (più il bronzo ”tedesco” di Los Angeles), e ha l’unico rimpianto di non esser mai stata portabandiera alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi.
La sua carriera, comunque, resterà per sempre nella storia dell’Italia e della canoa, perché nessuno potrà scordarsi un’atleta capace di ottenere risultati fenomenali anche dopo aver superato quota 40 anni e giocarsela con atlete che potevano tranquillamente essere le sue figlie.
Ora la Idem si è ritirata. Esattamente dopo i Giochi londinesi e a 48 anni suonati ha intrapreso una carriera politica che l’ha portata a essere anche Ministro dello Sport e delle Pari Opportunità.
Ma questa è un’altra storia, e non sta a noi raccontarla…