ERIK SHOJI AD AZZURRI DI GLORIA

In partita, è grintoso, determinato e spericolato. Fuori dagli impegni agonistici, invece, Erik Shoji è disponibile e garbato. Non fa troppe differenze tra una foto con i tifosi ed un’intervista post gara. In ogni caso, questo simpatico statunitense classe 1989 accoglie l’interlocutore con un sorriso gentile. Sicuramente è meno clemente contro gli avversari che spesso vedono le loro schiacciate annullate dai salvataggi del nuovo libero della Taiwan Excellence Latina e medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Rio 2016. Dopo una carriera divisa tra Germania, Austria e Russia, Shoji ha accettato di trasferirsi in Italia, sfidando alcuni protagonisti di quell’indimenticabile semifinale in terra sudamericana tra la Nazionale USA e gli azzurri di Blengini. Una partita diventata leggendaria. Azzurri di Gloria ha avuto il piacere di intervistare questo fuoriclasse al termine della sfida contro la Wixo Lpr Piacenza, ottenendo un’analisi interessante della formazione laziale.

Ciao Erik, quali sono le tue sensazioni al termine del match contro Piacenza?

<<Penso sia stato un bell’incontro. Sicuramente è stato molto simile alla partita dell’andata a Latina. Penso che abbiamo variato alcuni aspetti rispetto alla gara d’andata, ma dobbiamo studiare su come essere maggiormente consistenti rispetto al solito, specialmente in chiusura di gara>>.

Soddisfatto comunque?

<<Certo, è stata una gara di buon livello>>.

Sei stato uno dei migliori dei tuoi compagni ed hai deliziato la platea con alcuni salvataggi incredibili. Ma come riesci ad inventare questi numeri miracolosi?

<<Innanzitutto grazie per il complimento. Comunque quello che si vede sul campo è il risultato di tanti tentativi e dell’allenamento con i miei compagni>>.

Sembra facile…

<<È molto importante creare una buona intesa e lavorare con i compagni, specialmente nelle zone di conflitto>>.

Ultima domanda: la Taiwan Excellence Latina ha un potenziale importante, è un’ottima squadra, ma commette spesso errori ingenui che costano caro. Come te lo spieghi?

<<Sì, siamo poco consistenti, poco concreti. Facciamo due punti e poi ne incassiamo tre, due passi avanti e tre indietro. È un continuo su e giù, su e giù. Sono convinto che siamo ad un ottimo livello. Dobbiamo puntare alla perfezione, ma per farlo dobbiamo aumentare il livello di concentrazione>>.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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