Scherma. La vicenda che vede contrapporsi Arianna Errigo e FederScherma si arricchisce di un nuovo capitolo, che ha portato l’azzurra a ricorrere al proprio avvocato.
Scherma: ennesimo capitolo nella vicenda “Arianna Errigo-FederScherma”
È da qualche mese che tra Arianna Errigo e FederScherma non corre “buon sangue”. Il motivo è noto: la decisione, osteggiata dalla Federazione, della campionessa azzurra di competere, in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020, sia nel fioretto, dove Arianna ha vinto un argento individuale e un oro a squadre a Londra 2012, che nella sciabola. Nel tentativo di diventare la prima schermitrice a vincere una medaglia olimpica in due differenti specialità.
La vicenda, che sembrava sul punto di risolversi, s’è ulteriormente aggravata.
Come ha riportato “Corriere dello Sport”, infatti, FederScherma, dopo aver convocato Arianna Errigo per il Grand Prix di sciabola di Seul, imprescindibile step della qualificazione olimpica in programma dal 26 al 28 aprile, non l’ha inserita nella lista delle iscritte alla competizione. Dodici gli slot disponibili per l’Italia: undici le azzurre in gara.
La decisione avrebbe fatto infuriare Errigo, che avrebbe dato mandato al proprio avvocato, Cesare Di Cintio, di invitare una lettera alla FIS, per chiedere la riammissione alla manifestazione. In quanto, secondo Arianna, la mancata partecipazione all’evento in Sud Corea le costerebbe, de facto, la qualificazione a Tokyo 2020 nella sciabola.
Il raduno della Nazionale del fioretto è iniziata oggi, ma le stoccate, in casa azzurra, sembrano destinate a continuare.
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