È passato qualche giorno da quando l’Italvolley maschile ha staccato il pass per Tokyo 2020, andiamo a fare un’analisi più approfondita.
L’ITALIA S’È DESTA, LA PIÙ BELLA NAZIONALE DA RIO 2016
Dal 9 all’11 Agosto si è svolto il torneo pre-olimpico per l’Italvolley maschile insieme a Camerun, Australia e Serbia, essenziale per vincere subito l’ingresso alle olimpiadi di Tokyo 2020, delle quali solo una ha guadagnato il pass diretto per i Giochi Olimpici del prossimo anno, mentre le altre dovranno affrontare un ulteriore torneo il prossimo Gennaio.
Sebbene la formazione camerunense e quella australiana fossero relativamente anonime e le due vere big di questo torneo fossero la nazionale serba e la nostra Italia, ogni partita andava affrontata con la giusta mentalità fin dal primo punto. La nostra formazione lo ha fatto, conquistando così il posto a Tokyo, insieme alle squadre di Stati Uniti, Argentina, Polonia, Russia e Bulgaria.
ITALIA – CAMERUN, LA VERA NAZIONALE TORNA IN CAMPO
Il primo match contro il Camerun è stato più un test match per una nazionale che quest’estate non aveva ancora giocato insieme, visto e considerato che molti giocatori durante la VNL erano assenti per scelta di coach Blengini, che ha portato molti giovanissimi (anche dal Club Italia) in nazionale maggiore per iniziare a formare un vivaio già per il futuro.
Infatti, il rientro nei ranghi di Zaytsev e Juantorena si è fatto sentire fin da subito, con ace e grandi attacchi che gli avversari hanno difficilmente tenuto, facendosi comunque onore arrivando a 18 nei primi due set. L’avversario affrontato non era del livello più alto, quindi le difficoltà viste poi con l’Australia il giorno dopo non sono venute fuori subito, ma comunque la serata ha abituato gli Azzurri al clima caldo di un palazzetto sold out.
IL NOSTRO REPARTO SCHIACCIATORI, UN PROBLEMA DA RISOLVERE
Nella seconda serata, nella partita contro la formazione australiana, si sono iniziate a vedere alcune mancanze di una nazionale ancora imperfetta. Infatti, oltre ai numerosi errori delle colonne portanti (eccetto Giannelli, che ha mantenuto un livello altissimo per tutto il torneo), si è intravisto il problema più grosso di un’Italia che fra due mesi affronterà l’Europeo; purtroppo il reparto schiacciatori, oltre ad Osmany, sente la mancanza di continuità da parte di Lanza e Antonov, che con tutta la buona volontà che ci mettono rimangono il punto debole di una nazionale di livello tutto sommato straordinario, che però non fornisce alternative migliori.
Per fortuna le risorse giovani ci sono, non ancora pronte per competizioni di grande calibro, ma di grande prospettiva con un futuro molto radioso, che faranno un eccellente lavoro nel sostituire i veterani.
Nonostante le difficoltà però, l’Italia la tira fino al tie-break per spuntarla con un 15-13 meritatissimo, simbolo di una nazionale famelica di vittorie, pronte alla ripresa dopo uno scivolone preso nel primo e terzo set. I complimenti vanno comunque alla nazionale australiana che ha mantenuto un alto livello tecnico, nonostante la sconfitta finale.
ITALIA – SERBIA, LA VERA NAZIONALE SI FA SENTIRE
Nella terza e decisiva partita contro la Serbia, si è vista la nazionale migliore dai tempi di Rio 2016. Una vera e propria vendetta per la sconfitta subita in Final Six negli ultimi mondiali a casa nostra, dove l’Italia non è passata alle finali per un soffio.
Una nazionale tanto concentrata quanto determinata, ha iniziato subito a far sentire pressione alla squadra di Grbić, che nulla poteva contro il nostro Direttore d’orchestra Simone Giannelli, che gestiva la palla con una precisione tattica da far impallidire Jovovic e confondeva centrali del calibro di Lisinać e Podrascanin. Alzate ad una mano verso la seconda linea, recuperi fino alla panchina, tutti i giocatori con la stessa grinta su ogni pallone; insomma, una partita perfetta da parte di una squadra che ha ancora molto da dare, e un 3-0 secco che ci da tanta fiducia per l’europeo di Ottobre, quindi grandi speranze per le Olimpiadi.
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