Ci hanno fatto godere, emozionare, perdere il sonno e reso orgogliosi, e non si sono smentiti manco in finale: Daniele Lupo e Paolo Nicolai cedono contro i brasiliani Alison Cerutti e Bruno Schmidt per 2-0 (21-19, 21-17), ma la loro non è una sconfitta, in quanto gli azzurri se la sono giocata alla pari contro i campioni del mondo ed hanno tenuto il pallino del gioco per buone parti del match.
Un argento dal sapore d’oro dunque, per una coppia che aveva rischiato di uscire ed era rientrata in gara col ripescaggio, arrivato in una gara che ha tenuto tutta l’Italia in piedi fino alle 6 e dato un senso ad una giornata nuovamente interlocutoria: partita col 7° posto del K2 1000, per poi proseguire con la qualificazione della ragazze del salto in alto e chiudersi con il ko bruciante del Settebello nella semifinale contro la Serbia.
Insomma, una giornata ricca di emozioni in ogni senso, ed andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio tutti i risultati degli azzurri in questa tredicesima giornata olimpica!
GOLF– Male anche nel secondo giro le azzurre del golf: Giulia Sergas migliora leggermente e chiude a 74 colpi (+3 sul par), mantenendo però la 54a posizione complessiva a quota 151 (+9). Malissimo invece Giulia Molinaro, che ripete il 78 (+7) di ieri e scende al 57° posto (su 60) con 156 colpi complessivi (+14).
CANOA/KAYAK– Il 2° posto nella semifinale di ieri ci aveva fatto illudere, ma Ripamonti e Dressino tornano subito sulla terra nella finale del K2 1000, disputata nel pomeriggio italiano: gli azzurri chiudono al 6° posto e, pur migliorando di tre secondi circa, non sono mai in gara per le medaglie, che vanno a Germania, Serbia ed Australia. Male anche Tacchini ed il duo Crenna-Ricchetti, impegnati nelle finali B (9°-16° posto) del C1 200 e del K2 200: il canoista arriva 7° in quella che non è la sua specialità, quinti invece i due azzurri del kayak.
ATLETICA- Parte subito bene la giornata dell’atletica azzurra, in un pomeriggio che verrà ricordato per lo ”scandalo”-staffetta e la riammissione senza senso della 4×100 USA (che aveva perso il testimone, salvo poi essere mandata a ripetere la prova ed entrare in finale): nel salto con l’alto si comportano bene le nostre Alessia Trost e Desiree Rossit, che centrano la misura di qualificazione, fissata ad 1.94m, ed entrano in una finale che sarà a 15. Agevole la qualificazione della Trost, mentre la Rossit centra la misura solo al terzo tentativo (due errori anche a 1.89) e dopo uno stop di 10 minuti dovuto alla sovrapposizione con le staffette 4×100. Nella notte italiana e nella notte di Bolt (19.79 ed oro nei 200), invece, la nota dolente: Yusleidy Santiusti esce nella semifinale degli 800m: per lei il 7° tempo con 2.00.80, che non basta assolutamente per passare.
PENTATHLON MODERNO- I Giochi del pentathlon partono con la scherma al femminile ed al maschile: Alice Sotero disputa una buonissima prova ed è 9a con 220 punti, mentre Claudia Cesarini (che aveva vinto qui l’evento preolimpico) è 17a con 202 punti. In testa la polacca Nowacka a quota 262, e domani ci saranno le restanti gare. Al maschile, invece, bene Riccardo De Luca, che è 10° a quota 220 punti, mentre è deludente l’esordio di Pierpaolo Petroni: per lui solo il 32° posto a quota 178. Guida il russo Lesun con 268, nuovo record olimpico del round, e la specialità si chiuderà sabato con le restanti prove.
TRIATHLON- Deludente la prova degli azzurri nel triathlon. Alessandro Fabian parte bene ed è 3° dopo il nuoto (1,5km), per poi mantenere le ruote dei migliori nel ciclismo (38,4km) e crollare totalmente nella frazione dei 10km di corsa: per lui solo il 14° posto a 2’34” da Alistair Brownlee, che vince davanti al fratello Jonathan ed al sudafricano Schoeman, per un distacco costruito tutto nella frazione a piedi. 34° e mai in gara, invece, Davide Uccellari, che butta via la sua gara con una caduta nel ciclismo ed una prova sottotono: il secondo azzurro, infatti, chiude a ben 6’01” dal vincitore.
NUOTO SINCRONIZZATO- Una buonissima prova, per festeggiare il ritorno nella finale della gara a squadre olimpica, nella quale mancava l’Italia dal 2004 (questioni di posti fissi continentali, stavolta è rimasta fuori la Spagna): Bozzo, Callegari, Cattaneo, Deidda, Ferro, Flamini, Perrupato e Sgarzi disputano un ottimo programma tecnico, con 91.1142 punti che ci portano al 5° posto. Domani il programma libero, ma le nostre sono in buonissima posizione, anche se le medaglie non sembrano essere ”roba nostra”.
VELA– La sola coppia italiana impegnata nella vela era quella della 49er FX femminile, con Giulia Conti e Francesca Clapcich che partivano dal 6° posto e dai 76 punti in generale, con un distacco considerevole ed irrecuperabile dalla zona-medaglie. Le nostre ragazze volevano lasciare ugualmente il segno, e così ecco la partenza-sprint che ci porta in testa alla Medal Race: una vetta della classifica mantenuta per quattro boe e con circa 20 secondi di vantaggio, che vengono però bruciati nel finale. Conti-Clapcich perdono infatti la testa della classifica a vantaggio di Brasile e Nuova Zelanda, e chiudono terze sul traguardo ad 11” dall’equipaggio guidato da Martina Grael. Oro Brasile, argento Nuova Zelanda e bronzo Danimarca, con le nostre chiudono quinte a quota 78 punti, e superano la sola Francia.
PALLANUOTO– Una sconfitta pesante, non tanto nel punteggio di 10-8, quanto nelle modalità con cui è arrivata: il Settebello perde contro i mostri serbi e scivola nella finale per il bronzo, che vedrà i nostri impegnati sabato alle 18, e chiamati a portare a casa la medaglia contro un’avversaria già sconfitta nel girone (finì 6-5). Ma torniamo alla partita: l’Italia parte con un clamoroso blackout, che porta la Serbia al 6-0 in neanche due tempi e senza la minima reazione azzurra. Campagna dà la scossa sostituendo Tempesti con Del Lungo, ed i nostri si risvegliano alla grande tra la fine del 3° tempo e l’ultimo quarto di gara: il Settebello accorcia dunque, fino ad arrivare ad un 10-8 raggiunto solo a 4 secondi dal termine. Buone le prove di Velotto, di Bodegas e dello stoico Aicardi, in campo con la mascherina, ma è assolutamente inspiegabile la partenza ad handicap e con un timore reverenziale assurdo (dimostrato dall’incapacità degli azzurri di creare occasioni e/o tiri puliti fino al termine del 2° periodo), perchè il finale dimostra come questa Serbia fosse in realtà vulnerabile. Ma tant’è, Italia out e finale per il bronzo da vincere, nella speranza di evitare quello che sarebbe l’ennesimo 4° posto dei nostri Giochi.
BEACH VOLLEY– ”Per noi è un sogno, per loro un’ossessione”: devono essersi stampati in mente questa frase Lupo e Nicolai nel pre-gara, perchè il loro inizio in finale è semplicemente mostruoso, e porta l’Italia al vantaggio su un incredibile 6-2. Alison Cerutti e Bruno Schmidt sono tramortiti, ma reagiscono grazie alla torcida da stadio di una bagnatissima Copacabana, e si riportano pian piano sotto. I nostri però hanno dalla loro un Nicolai con la modalità ”monster-block” perennemente attiva, che grida costanti ‘‘tu… non puoi… passare” ad Alison: ed il brasiliano ne risente, perchè s’incarta e ci consente di andare nuovamente in vantaggio sul 18-17. Peccato per quell’errore di Nicolai nel momento decisivo, che consente al Brasile di avere la palla-set sul 20-19, con Alison stesso che mura Lupo e porta l’1-0. L’Italia però è viva, e lo dimostra con la reazione seguita al break brasiliano ad inizio 2° set: gli azzurri non mollano, hanno una voglia matta di chiudere centrando il bersaglio grosso e si portano sull’11-8 a suon di muri e colpi da manuale del beach volley. Peccato che entri in gara anche Bruno Schmidt che, insieme ad un Alison efficacissimo, riporta avanti il Brasile: i nostri continuano a giocarsela, ma devono cedere e perdere 21-17 il secondo set dopo la rimonta ed un’azione nella quale l’arbitro fischia i quattro tocchi italiani. Lupo-Nicolai d’argento dunque, ma è un argento che sa d’oro sia per lo storico percorso azzurro, che per il movimento emotivo che questi due ragazzi sono riusciti a creare intorno a sè: abbiamo tutti perso il sonno per gli azzurri del beach, e per assistere al riscatto personale di Lupo, che sale sul podio olimpico (lui e Nicolai erano stati quinti a Londra) dopo aver superato un tumore benigno.
E dunque si chiude così, con un argento che ci porta a quota 8 ori, 10 argenti e sei bronzi (ed a 24 medaglie totali, 8° posto nel medagliere di Rio), la 13a giornata olimpica: e chissà quali emozioni ci riserverà la giornata di domani. Appuntamento a domani per il consueto riepilogo dunque, nella speranza che il Setterosa porti a casa un oro che manca dal 2004.