Il favoloso bronzo di un Settebello indomabile, la medaglia sfumata in extremis dopo un’incredibile rimonta per Riccardo De Luca nel pentathlon moderno e non solo: la giornata azzurra, partita con l’ottimo 6° posto di Manfredi Rizza, beffato solo dalla partenza nella sua prima finale olimpica, è ricca di emozioni, e porta agli azzurri la medaglia numero 26. I ragazzi di Campagna battono infatti il Montenegro, centrando il 7° bronzo azzurro (con 8 ori e 11 argenti, siamo al 10° posto nel medagliere) e regalandoci un alloro in una giornata che vede anche la grande delusione per la prova di Eva Lechner nella mountain bike.
Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio tutti i risultati degli azzurri impegnati in questa giornata di gare!
GOLF- Finisce con un piazzamento che è tutt’altro di prestigio il percorso di Giulia Sergas e Giulia Molinaro nel golf femminile: le due azzurre chiudono infatti oltre la 50a piazza della generale, con Molinaro al 53° posto con 300 colpi (+16 sul par) e Sergas al 55° con 302 (+18). Non esattamente il top, per una disciplina con 59 atlete complessive, anche se Molinaro quest’oggi ha fatto vedere un deciso segno di risveglio nel giro finale: l’azzurra infatti è andata per la prima volta sotto il par con 70 colpi ed il 22° posto di giornata, mentre Sergas ha chiuso 44a a quota 74 colpi.
CANOA/KAYAK- Un 6° posto che non può affatto rappresentare una delusione per Manfredi Rizza, che chiude così il suo percorso olimpico nel K1 200, mostrando al mondo tutto il suo talento: l’azzurro, rispetto a batteria e semifinale, è indeciso in partenza, ma chiude comunque a pochissimo dal doppio bronzo di giornata, venendo superato solo al fotofinish dal francese e coronando al meglio una bellissima esperienza. Male invece il K4 1000 di Crenna-Ricchetti-Ripamonti-Dressino, che chiude al 6° posto nella finale B, senza entrare mai davvero in gara.
GINNASTICA RITMICA- Qualificazione con grandi speranze: le farfalle della ritmica onorano il loro nome, e centrano agevolmente la finale del concorso a squadre: buona la prova delle azzurre, che chiudono al 4° posto di giornata a solo quattro decimi dalla Spagna, e domani avranno serie possibilità di medaglia. Centofanti, Lodi, Maurelli, Pagnini e Patriarca partono con un ottimo esercizio al nastro, nel quale omaggiano sia la creazione di Adamo che l’Italia (con ”Tu sì na cosa grande” di Modugno ed il ”Nessun dorma”, inframmezzate da Ranieri), ma vengono eccessivamente penalizzate dai giudici con un incomprensibile 17.516 a ben sette decimi dalle russe. Poco male, perchè le azzurre si rifanno con un’altra prova di qualità nell’esercizio con due cerchi e tre clavette, piazzando il punteggio di 17.833 (sei decimi recuperati alle russe) e chiudendo a 35.349 totali ed al 4° posto dietro Spagna, Russia e Bielorussia: un piazzamento che va bene per la gara di avvicinamento alla finale, ma che andrà migliorato domani, quando sarà vitale e necessario un posto nelle prime tre.
TRIATHLON- Non trovano la grande prestazione le azzurre del triathlon: Charlotte Bonin ed Annamaria Mazzetti chiudono infatti oltre la top-10, e rispettivamente al 17° e 29° posto. Parte subito male Mazzetti, che era 35a già nella frazione a nuoto e riesce solo a rimontare leggermente, chiudendo a 5’37” dall’americana Jorgensen, oro di giornata davanti alla Spirig ed all’inglese Holland, mentre è fatale la frazione di corsa per la Bonin: l’azzurra infatti tiene sia a nuoto che nei 38.4 km in bici, salvo poi perdere 4’32” nei 10km finali. Per lei il 17° posto, e qualche rammarico per la gestione di gara, dato che non è mai stata in palla nella frazione finale.
PENTATHLON MODERNO- Come rimontare ed accarezzare per qualche secondo una medaglia, salvo poi vederla volar via nei metri finali: Riccardo De Luca vive questi momenti con gioia mista a tristezza nel finale del pentathlon moderno, chiuso col 5° posto finale ad un solo punto dal bronzo e con tanto rammarico. L’azzurro parte con un 2.09.36 nel nuoto, a ben 14 secondi dal mostruoso crono del britannico Cooke (1.55.60, record olimpico dei 200m del pentathlon), si difende a scherma e poi sfodera la gran prestazione nel salto ad ostacoli, centrando con altri cinque atleti il percorso netto e risalendo fino al 10° posto prima della combinata corsa-tiro. E proprio questa prova gli regala il sogno-medaglia: Riccardo risale la classifica a suon di sessioni di tiro perfette, va a superare il messicano Hernandez ed è terzo per 200m, salvo poi crollare nel finale e chiudere quinto in extremis. Per lui un distacco di pochi decimi ed un solo punto dal podio, composto dal russo Lesun (oro a 1479 con record olimpico), dall’ucraino Tymoshchenko ed appunto da Hernandez: 23° invece Pierpaolo Petroni, autore di una gara anonima, col solo acuto della prova di equitazione, chiusa con 293 punti ed il 7° posto.
MOUNTAIN BIKE- C’era grande attesa per la prova di Eva Lechner, dopo la sua vittoria nell’evento pre-olimpico sullo stesso tracciato della gara odierna del cross country femminile, ma l’azzurra ha dovuto cedere ai mille problemi avuti in stagione: mai davvero in gara Eva, che ha chiuso ad addirittura 8’30” dalla vincitrice (la svedese Rissveds) ed al 18° posto. Per lei la perdita delle ruote ”da medaglia” sin da subito, ed un lento calvario fino al traguardo.
PALLANUOTO- Un bronzo che vale tantissimo, quello del Settebello, che centra la medaglia ed il podio per la seconda Olimpiade consecutiva (fu argento a Londra), ed uno storico bis: mai nella storia una nazione aveva portato alle medaglie entrambe le selezioni della pallanuoto, e l’Italia è la prima a riuscirci, col bronzo degli uomini e l’argento del Setterosa. Un bronzo, quello del Settebello, che arriva dopo una finale perfetta per gli azzurri, che reggono a livello mentale (a differenza della sfida contro la Serbia) contro un Montenegro mai domo: dopo un primo tempo bloccato, chiuso sul 2-1 Italia, i nostri mantengono il vantaggio nel periodo successivo, per poi allungare a 9-7 nel parziale successivo a suon di gol e contro-gol in risposta. Buonissima la prova di Janovic (3 gol) nel Montenegro, che centra anche due traverse, ma non riesce a raggiungere l’Italia: gli azzurri infatti scappano sull’11-8 nell’ultimo quarto, salvo poi mantenere un solo gol di vantaggio e chiudere a 35 secondi dalla fine con il monster-gol di Aicardi, che tira da lontanissimo e chiude il match sul 12-10. È la medaglia della grinta di un gruppo giovane e profondamente rinnovato, che centra il bronzo a 20 anni dall’ultima medaglia di questo colore (Atlanta ’96, con Campagna in acqua da giocatore), ed è la medaglia dei fratelli Presciutti, con Nicholas e Christian grandi protagonisti con una doppietta a testa: bellissimo il loro abbraccio a fine match, con Christian che chiuderà qui la sua carriera, e non vuol saperne di mollare il pallone della finale. Italia di bronzo dunque, il 7° a Rio, mentre l’oro va alla Serbia, vittoriosa per 11-7 nella lotta balcanica contro la Croazia.
ATLETICA- Si parte con la finale del salto in alto, che vedeva in pedana le nostre Trost e Rossit: le azzurre finiscono vittima di una progressione folle, che prevedeva (dopo la misura di qualificazione ad 1.94, che aveva consentito a 17 atlete di qualificarsi) la partenza ad 1.88, per poi salire a 1.93, 1.97 e subito a 2m al quarto salto. Una decisione che ha fatto strage di atlete, e fatto sì che le medaglie venissero assegnate alle poche atlete che avevano centrato 1.97: una misura che non ha arriso alle nostre, con Desiree Rossit che va out dopo tre errori a 1.93 (ed 1.88 fatto alla terza) e chiude 16ma, mentre Alessia Trost cade proprio a 1.97 con tre errori, dopo aver centrato 1.88 e 1.93 alla prima misura. Un 5° posto con grande rammarico per lei, che con una progressione differente e ”normale” avrebbe potuto anche centrare una medaglia di prestigio, ed invece si è presto arresa: oro alla Beitia, argento alla bulgara Demireva e bronzo ad un’infortunata e zoppicante Blanka Vlasic. E poi, la 4×400, nella quale l’Italia sognava dopo una buonissima semifinale: peccato per la partenza, con una frazione lenta di Benedetta Chigbolu che ci lascia all’8° ed ultimo posto, ma poi scatta la rimonta. Tocca alla Spacca riportarci sotto con un ottimo 51.50 lanciato che ci fa rientrare sul gruppo, e poi ecco la Folorunso: l’ostacolista parte a diesel, perdendo la posizione dall’Ucraina, ma poi risale fino al 6° posto con un grandioso finale. Per poi arrivare a Libania Grenot: l’azzurra conquista di slancio il 5° posto, salvo poi farsi superare dal Canada, ma il terzo gradino del podio ad un certo punto è vicinissimo. Peccato per il calo nel finale che ci consegna il 6° posto con 3.27.05, e la consapevolezza che il tempo della semifinale ci avrebbe portato al bronzo sicuro (inarrivabili USA e Giamaica): questa staffetta può crescere tanto, soprattutto considerando che c’è parecchio margine di miglioramento nella frazione iniziale.
Si chiude così dunque l’ultima giornata dell’atletica, nell’attesa del giorno che concluderà le Olimpiadi: per noi qualche speranza di medaglia con Chamizo e la ritmica, che andranno a mischiarsi allo spettacolo della maratona ed alla finale in cui l’Italvolley cercherà di sfatare il tabù chiamato oro olimpico. Appuntamento dunque a domani notte: vi racconteremo le ultime gare e la cerimonia di chiusura nell’ultimo resoconto notturno di Rio 2016.