Quando il papà Goffredo, un giorno prima di andare al lavoro, portò a casa un windsurf “su misura” per la più piccola delle sue quattro figlie, Alessandra, nessuno avrebbe potuto immaginare che stesse segnando l’incipit di una delle carriere sportive più vittoriose della storia dello sport italiano.
Sei olimpiadi disputate e a podio in quattro edizioni consecutive, traguardi raggiunti da pochissimi atleti azzurri, e vincitrice di quattro delle quattordici medaglie totali vinte nella vela dall’Italia. Oltre a questo anche sedici podi tra europei e mondiali dei quali ben nove d’oro in quasi un quarto di secolo.
La piccola Alessandra Sensini comincia provando altri sport, come il tennis, il basket ed il nuoto, prima di passare al windsurf che quando lei inizia a dedicarsi non è ancora disciplina olimpica (dall’84 per gli uomini e dal ‘92 per le donne) ed anche la triste perdita della mamma troppo presto contribuisce a farla stare ancora di più in mare per lenire il dolore.
Le prime gare giovanili, i Giochi della Gioventù e nel 1985 la prima gara internazionale da fresca campionessa italiana a soli 15 anni e nel 1987 la prima medaglia, di bronzo, ai mondiali juniores.
Gli allori arrivano copiosi dal primo argento europeo degli adulti nel 1988, ai mondiali Funboard del 1990 e due anni dopo il CIO riconosce ufficialmente il windsurf come disciplina olimpica. La giovane Alessandra si prepara con tenacia e costanza: a Barcellona però la tensione, l’irruenza e l’inesperienza dovute alla giovane età le fanno forse sfuggire di mano la prima medaglia. Anche papà Goffredo dirà “Non si volle accontentare…”
L’oro si capisce presto che è nelle mani della neozelandese Kendall ma dietro se la giocano in tante e la grossetana dopo un 13° e un 6° posto nelle prime due regate vince le successive due e si porta in zona medaglie ma nelle ultime tre regate prima arriva dodicesima e poi viene squalificata due volte per falsa partenza e finisce settima.
Smaltita la delusione, il quadriennio successivo è ricco di allori, tra cui la Course Race e, prima italiana nella storia, la Coppa del Mondo Funboard. Nelle acque di Savannah, Georgia, si presenta alla sua seconda olimpiade molto più matura di 4 anni prima ed è anche cambiata la tavola, dalla Lechner si è passati alla Mistral.
Alessandra parte alla grande vincendo la prima e la terza regata ed è seconda, dietro alla marziana atleta di Hong Kong che vincerà poi l’oro, cala alla sesta ed alla settima e finisce terza, splendido bronzo, grazie alla vittoria nell’ultima regata, dietro anche alla campionessa olimpica uscente. É la nona medaglia italiana nella vela, la prima femminile.
Nei quattro anni dopo Atlanta va a podio in ogni competizione possibile e arriva a Sydney in splendida forma, già forte degli ori europeo e mondiali conquistati poco prima dei giochi. In Australia è fortissima ma deve sudare contro la tedesca Lux (superata solo all’ultima regata per soli sette secondi) e la solita neozelandese Kendall per vincere un meritatissimo oro, 48 anni dopo Straulino e Rode e terzo oro velico italiano.
L’Italia impazzisce ed esplode la windsurf-mania che dura ancora oggi. Alessandra continua a mietere successi ovunque ed alla fine saranno 58 medaglie totali, tra olimpiadi, mondiali, europei ed italiani, delle quali 37 d’oro! Arriva ad Atene come favorita ed è in testa dalla seconda alla penultima regata nelle acque di Glyfada. Prima dell’ultima prova è già sicura di una medaglia e di diventare l’atleta della vela azzurra più premiata di sempre e, forse, l’emozione e la tensione insieme al vento che la tradisce, la fanno scivolare al terzo posto.
Quattro anni dopo, a Pechino nelle acque del Qingdao International Sailing Centre, Alessandra ha 38 anni ed è una leggenda di questo sport. Hanno cambiato la tavola, dal Mistral si è passati all’RS:X ma la azzurra è sempre fortissima. L’atleta di casa, la Yin Jian, è al comando dalla prima all’ottaca regata ma alla nona la Sensini balza in testa. Tuttavia ancora una volta il vento ed un’avversaria tenace le fanno subire il controsorpasso alla decima ed alla fine sarà argento, l’ultimo metallo che le mancava.
Continua a fare incetta di premi e medaglie: velista mondiale dell’anno nel 2008, Medaglia d’Oro al Merito della Marina nel 2010 e argento ai mondiali RS:X. Ma Alessandra vuole la sesta partecipazione olimpica e a Londra 2012 la ottiene. A 42 primavere non combatte mai per le medaglie e conclude con un onorevole nono posto complice anche una lesione al quadricipite un mese prima dei giochi.
A Rio avrebbe potuto essere la sua settima partecipazione a 46 anni ma il CIO decide di sostituire il windsurf con il kitesurf e per Alessandra l’avventura olimpica termina definitivamente facendola entrare nella leggenda. Ora se la godono solo i delfini delle acque di Castiglione della Pescaia, là dove tutto iniziò tante medaglie fa.