È il volto di cui l’atletica italiana e il salto in alto avevano bisogno.
Un ragazzo simpatico, trascinatore e che indubbiamente buca lo schermo, oltre che un grandissimo atleta. Giamarco Tamberi è reduce dal recente successo agli indoor nazionali, dopo che qualche settimana prima aveva aggiornato il record italiano e personale a 2.38.
I mondiali di Portland sono alle porte, così come le Olimpiadi di Rio 2016.
L’obiettivo? Alzare quell’asticella e continuare a far meglio, portando a casa un risultato storico.
Ecco quello che Gianmarco Tamberi ci ha detto nel corso della nostra intervista.
- Che sensazioni hai dopo aver vinto il titolo italiano? Qualcuno avrebbe potuto pensare che fosse scontato vista anche l’assenza di Fassinotti..
- Diciamo che di scontato non c’è mai nulla. L’assenza di Marco è stata importante ma c’era comunque un avversario di Valore come Chesani che ha vinto l’argento agli europei indoor lo scorso anno. In ogni caso sono contento del risultato ottenuto ed ero molto stimolato dal pubblico. Sapevo di stare molto bene!
- Sicuramente puoi ancora salire di qualche centimetro…
- Spero proprio di sì! I presupposti ci sono tutti..
- Il 17 marzo iniziano i mondiali a Portland. Punterai al massimo?
- L’obiettivo è mantenere l’alto livello e puntare ai 2.40. Sarà una gara importante per la mia consapevolezza. Conquistare una medaglia non sarà facile ma ho grande convinzione. Poi per come sono fatto io non sarei nemmeno contento se prendessi un argento..
- E quindi anche a Rio le ambizioni sono importanti…
- Le Olimpiadi di Rio sono ancora lontane ma sono davvero contento per come stanno andando le cose. Sto crescendo fisicamente ma anche tecnicamente e, soprattutto, di testa. Ho una grande consapevolezza dei miei mezzi. Fare analisi in vista di Rio però ora è difficile, anche se sto lavorando bene e sono fiducioso.
- Da molto tempo l’Italia non aveva atleti del salto in alto così forti come te, Fassinotti e Chesani. Vi pesa questa responsabilità?
- Per me è un grandissimo stimolo e mi fa molto piacere. Mi dà tanta forza, soprattutto negli allenamenti. Spingere, andare oltre e superarmi. Le pressioni arrivano dal momento in cui si avvicinano gli eventi importanti e la gente ti chiede prestazioni e medaglie. Ho vissuto questa pressione per la prima volta a Londra 2012. Ora Portland sarà un banco di prova molto importante.
- Com’è cambiato Gianmarco Tamberi dall’ultima Olimpiade disputata?
- È cambiato davvero tutto per me. Ho avuto tanti problemi fisici nel 2013 e nel 2014 che mi hanno rallentato ma allo stesso tempo ho fatto uno scatto psicologico importante. Prima ero abituato a lottare ad altezza come 2.10 – 2.15. Ora è un’altra cosa. Gestisco le situazioni molto meglio dal punto di vista psicologico.
- Com’è la vita all’interno del villaggio olimpico?
- Il villaggio olimpico a Londra l’ho vissuto in modo un po’ spaesato. Ero un ragazzino che non conosceva quasi nessuno e quindi non ho vissuto moltissimo la vita del villaggio. A Rio spero di viverla di più!
- Pensi che l’Italia dell’atletica sia sulla strada giusto per il rilancio o c’è ancora molto da fare?
- La federazione sta facendo un ottimo lavoro. Si è affacciato in Europa e nel mondo facendoci partecipare a eventi importanti e facendoci crescere. L’altetica era stata abbandonata per dieci anni ma ora finalmente siamo sulla strada giusta!
- Se tu dovessi scommettere su atleti italiani che porteranno a casa una medaglia a Rio, su chi punteresti?
- Sicuramente su Paltrinieri, la Pellegrini e la Cagnotto, oltre che ai nostri campioni della scherma. Per quanto riguarda l’atletica mi piacerebbe vedere trionfare Alessia Trost, una collega e un’amica con cui ho condiviso moltissime cose e che è una grandissima campionessa sia dal punto di vista umano che tecnico. Punto su di lei! Poi mi piacerebbe dire anche il basket, ma non siamo ancora qualificati…
- Mi pare di capire che il basket sia il tuo sport preferito…
- Assolutamente. Da piccolo sognavo di diventare un giocatore della nazionale, ma poi le cose sono cambiate. Purtroppo non ho ancora avuto occasione di conoscere gli italiani della NBA, ma spero di farlo presto. Conosco però Achille Polonara, anche lui marchigiano come me, che lo scorso anno ha fatto una stagione straordinaria a Reggio Emilia.
- Chi è Gianmarco Tamberi al di fuori del mondo del salto in alto?
- Un ragazzo semplice e molto socievole. Ho un sacco di amici che per i campionati italiani ad Ancona erano tutti presenti. Sono una persona che si diverte con poco e che adora il basket!
- Ma la mezza barba la tieni sempre?
- La tengo solo nei giorni delle gare. Sono matto, ma non psicopatico!
- Insomma, non ti resta che continuare a volare…
- Esatto! Poi ora che sono entrato nel team Red Bull che “mette le ali”, non posso non spiccare il volo quest’anno!