btibi

Andrea Tiberi, campione italiano 2015 e speranza azzurra a Rio 2016 (fonte pianetamountainbike.it)

Un saliscendi dopo l’altro, pedalando tra erba, sassi, ghiaia e radici di alberi. Vita da biker, quella che Andrea Tiberi ha deciso di intraprendere, ottenendo successi importanti, su tutti il campionato italiano 2015. Risultati che gli sono valsi l’approdo a Rio 2016. Il campione classe 1985, numero 48 nel ranking internazionale, si candida come uno degli outsider della rassegna olimpica. Ecco quello che ci ha raccontato.

Buongiorno Andrea, complimenti per i grandi risultati recentemente ottenuti. Prima di tutto, Lei come si sente pensando che tra pochi giorni sarà in Brasile per i Giochi Olimpici 2016? Quali sono le Sue sensazioni?

Ciao a tutti… mah in questo momento sono ancora molto concentrato sulla preparazione, per me è fondamentale arrivare giù in Brasile al 100% e quindi al momento lascio poco spazio alle emozioni.. al momento mi definirei soprattutto determinato”.

L’avvicinamento è stato complicato a causa di un problema riscontrato alla tiroide a cui ha fatto seguito anche un’operazione. Ha mai pensato di non andare a Rio o, ancora peggio, di lasciare tutto?

Si, il mese di febbraio è stato parecchio complicato dapprima con la diagnosi del problema e in seguito con l’operazione e i primi giorni di recupero.. mi è passato in testa un po’ di tutto in quel periodo ma il pensiero olimpico quello non è mai sparito, sapevo che già avevo fatto tanto per guadagnarmi la convocazione e quindi non potevo certo mollare a pochi mesi dall’obiettivo.. quindi no, non ho mai smesso di crederci, sono tornato ad allenarmi appena ho potuto e ho lottato per tornare il più in fretta possibile ai miei livelli ottimali. Ormai ci siamo”.

Che impressioni Le ha fatto il tracciato olimpico?

La gara di Rio sarà senz’altro la più “veloce” del quadriennio. È un percorso con un terreno riportato artificialmente e molto scorrevole ma non per questo privo di difficoltà, anzi, seppur per la maggior parte siano state create artificialmente le zone tecniche sono interessanti e all’altezza dell’evento: sarà una gara altamente spettacolare!

Quali sono le Sue aspettative per Rio 2016?

Le mie aspettative stanno crescendo man mano che vedo che la condizione si sta avvicinando al top… so che nelle migliori condizioni potrei lottare per la top5, su quel percorso nella preolimpica di ottobre ho avuto ottime sensazioni.”

La convocazione a Rio ha cambiato la Sua preparazione? Come si allena solitamente in settimana?

Si ho programmato la preparazione di questi ultimi mesi al 100% in funzione della gara olimpica, anche se questo ha significato “sacrificare” qualche gara come i campionati italiani ma d’altronde quest’anno la gara che conta è solo UNA. In questo momento siamo in ritiro a Livigno con la nazionale per l’ultimo ciclo di rifinitura prima della partenza per il Brasile”.

Quali sono i rivali che teme maggiormente? E cosa ne pensa della partecipazione di Peter Sagan?

I grandi favoriti sono soprattutto 3: Shurter, Khulavy e Absalon, con Marotte ad incalzarli… però all’Olimpiade spesso succedono cose imprevedibili….  Sagan è un atleta incredibile ma non credo abbia dedicato abbastanza tempo alla nostra disciplina per poter puntare a una medaglia”.

Facciamo un passo indietro: come ha scelto di praticare questo sport? Cosa Le piace maggiormente della Mountain bike?

Ho iniziato da ragazzino.. perché praticamente vivevo sulla mia bicicletta… poi un po’ alla volta è diventato un qualcosa sempre di più importante nella mia vita fino a diventare la mia professione… Quello che mi piace di più della Mountain Bike è che non ti stanca mai!

Quali sono i Suoi ricordi olimpici da piccolo? Ha mai avuto un’atleta che ammirava particolarmente o un idolo?

Beh abbiamo avuto una grandissima come Paola Pezzo che negli anni 90′ ci ha appassionato tutti con i suoi 2 ori olimpici e ha segnato un’era per il nostro sport… Non ho mai creduto veramente negli “idoli” in quanto personaggi puramente vincenti, ho avuto atleti e personaggi che negli anni sono stati dei riferimenti in quanto oltre ad essere ad altissimo livello sono stati in grado di insegnarmi o trasmettermi qualcosa di utile a livello sportivo e umano”.

Se un giovane volesse avvicinarsi al Suo sport, quali consigli gli darebbe?

Direi che almeno almeno fino a 16 anni dovrebbe solo imparare a guidare la Mountain Bike.. ma per davvero… e a divertirsi! Che per allenarsi da professionisti c’è tutto il tempo dopo! La Mountain Bike è uno sport incredibilmente bello e stimolante ma bisogna imparare a saperselo godere”.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

    Potrebbero anche piacerti...

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Altro in:Interviste