A poche ore dal termine della tappa di Coppa del Mondo di sci alpino, andata in scena al Sestriere, abbiamo intervistato la neo campionessa del mondo Lara Della Mea, protagonista dell’oro iridato conquistato nello slalom parallelo a squadre miste poche settimane fa a Saalbach insieme a Giorgia Collomb, Alex Vinatzer e Filippo Della Vite. 

Che cosa ti porti a casa dalle tre gare del Sestriere appena disputate?

Nel gigante sono rimasta delusa, mi aspettavo risultati diversi ma, d’altra parte, si sa che lo sci è uno sport molto variabile. In ogni caso, continuerò ad allenarmi per farmi trovare pronta nelle prossime occasioni. Nello slalom, invece, ho avuto una buona sciata, peccato per il piano perché sia nella prima che nella seconda manche non sono stata veloce. Sono comunque riuscita a portare a casa punti iridati e questa è una cosa positiva.

A quasi tre settimane dall’oro di Saalbach, come giudichi la tua partecipazione alla kermesse mondiale?

Il Team Event me lo porto nel cuore, come è ovvio che sia. È stato stupendo e ci siamo divertiti molto. Meglio di così non poteva andare. Sono invece dispiaciuta per la gara di gigante, avevo l’influenza e non sono riuscita a partire nella seconda manche perché stavo male. È stato veramente un peccato, considerando soprattutto che ho fatto diverse gare in stagione nelle quali ho dimostrato di essere veloce. Nello slalom ho stretto i denti, cercando di gestire i postumi influenzali, anche se non ero fisicamente al top.

Cosa ha significato per te battere nella semifinale dello slalom parallelo Sara Hector?

L’intero Team Event è sempre una gara bizzarra, non facciamo mai un allenamento specifico per questo appuntamento a squadre. Fino a quando non si gareggia sul serio nessuno sa veramente quale sia il proprio stato di forma. In questo format io mi trovo comunque bene, i tempi sono stretti e competere nelle discipline tecniche, come nel mio caso, aiuta molto. Lo slalom di Saalbach era tecnico, con un tracciato che girava molto. Inoltre, anche gli atleti più forti non avevano tanto allenamento specifico nelle gambe. Bisogna comunque specificare che lo slalom parallelo non è come il gigante e per questo vengono sempre fuori doti diverse.

La selezione azzurra esultante sul gradino più alto del podio di Saalbach 2025, da sinistra: Della Mea, Collomb, Della Vite e Vinatzer; credit: Marco Trovati/ Pentaphoto, www.comitati.fisi.org)

Come ti sei avvicinata al mondo dello sci?

Mio papà è un allenatore, e io scio dall’età di tre anni. Inoltre, abito di fronte ad una pista di sci e sono sempre andata a sciare con le mie sorelle e mio papà. Visto il contesto, sarebbe stato molto più strano non iniziare a sciare.

Che cosa ti spinge ad affrontare una nuova gara quando magari la precedente non è andata come avresti voluto?

Per affrontare la gara successiva devi sempre per prima cosa cancellare ciò che hai fatto in precedenza. Ovviamente, sono consapevole che se si fa bene in gara poi è più facile portarsi dietro la fiducia, ma anche in questo caso non si può pensare troppo al passato. In sostanza, bisogna solo essere pienamente consapevoli del proprio valore e sciare al massimo. In fondo, non ci si dimentica da un momento all’altro come si scia.

Quanto è importante il supporto del Gruppo Sportivo dell’Esercito?

Tanto. Io, per esempio, sono lì da quando ho 17 anni. Mi hanno sempre dato una grossa mano, per questo ritengo che il loro supporto sia fondamentale. La mia militanza nell’Esercito è già arrivata a 8-9 anni, un periodo significativo.

Che cosa avete migliorato da Are 2019, quando avete conquistato il bronzo nella gara a squadre, a Saalbach 2025 con la conquista dell’oro?

In realtà niente. In entrambi gli eventi c’era una bella squadra, unita, all’interno della quale ci siamo sempre supportati a vicenda. E poi, ci siamo sempre divertiti molto. In fin dei conti bisogna sempre ricordarsi  che parlare di oro, argento, bronzo implica essere molto vicini gli uni agli altri in classifica. Pertanto, è sempre molto difficile arrivare in alto, è questione di decimi di secondo. A Saalbach non c’è mai stata una run nella quale uno abbia fatto una prestazione lontana dall’ideale. Anzi, è successo esattamente l’opposto. Ognuno ha svolto egregiamente il proprio lavoro e questa è stata la chiave che ci ha permesso di vincere l’oro. Ci ha contraddistinto la grande unità d’intenti, quando uno perdeva una gara l’altro recuperava immediatamente in quella successiva.

La gioia e l’incredulità di Lara Della Mea al termine di una manche di discesa nello slalom parallelo a squadre (foto: sito ufficiale FISI, www.fisi.org, credit @FISI)

Come hai vissuto l’esperienza di Pechino 2022?

È stata una bella esperienza che lascia un segno e che si porta sempre con sé. Fare un’Olimpiade ti dà tanto, sotto tutti i punti di vista. A Pechino sono arrivata da non favorita, anche perché quell’anno non avevo fatto una bella stagione, e non avevo avuto una sciata fluida. Il risultato finale non è stato soddisfacente ma l’esperienza olimpica mi è servita molto per tutte le gare che ho disputato da lì in poi. E mi serve ancora oggi.

Quanto è difficile mantenere le aspettative che le persone hanno soprattutto quando, come è capitato a te, si inizia a vincere già da molto giovane?

In realtà io non mi faccio grandi pensieri. Non bisogna prestare eccessiva attenzione a quello che pensa e dice la gente, in generale ritengo non vada bene. Bisogna andare dritti per la propria strada, con al fianco le persone che contano veramente. Da atleta non bisogna farsi fuorviare da cose esterne.

Che cosa ricordi del tuo esordio in Coppa del Mondo?

Ricordo che ero piccola e che mi sono divertita tantissimo. Ho esordito a Solden e lì c’è sempre tanta gente. Ritengo che Solden sia una delle gare più belle in assoluto, anche per esordire come è capitato a me. Ricordo con affetto anche il gruppo della nazionale di quel periodo, e del supporto di Federica Brignone che era con me. Il giorno della gara c’era molta nebbia sulla pista, non vedevo nulla e partivo con il pettorale n. 69. Ho dei ricordi bellissimi.

Come valuti la tua stagione fin qui?

Finora è stata una stagione positiva, sono stata più costante rispetto alla scorsa stagione, sia in gigante che in slalom. Ad inizio stagione ho avuto un problema di salute che mi ha condizionata e sono stata costretta, con rammarico, a saltare la tappa di Solden. Questo stop, però, mi ha anche insegnato a gestirmi, ad ascoltare il mio corpo e le sue esigenze.

Che cosa deve allenare di più una slalomista come te per puntare all’eccellenza?

Sicuramente devo migliore nei tratti lenti, dove si va piano e dove il tracciato è angolato e la neve risponde meno del previsto. Poi, devo migliorare anche sui dossi, nella parte dove non c’è tanta risposta. Io sono più brava nei tratti dove c’è ritmo, velocità e dove la neve risponde meglio.

A meno di un anno dall’inizio delle Olimpiadi quanto spesso ci pensi e quale sarebbe il tuo sogno olimpico targato Milano-Cortina?

Sarebbe bello partecipare ma ora come ora devo pensare gara per gara e a migliorare in ogni allenamento. Poi, quando si arriverà a quel momento allora ci penserò.

In copertina: Lara Della Mea impegnata nella gara di Coppa del Mondo di Flachau 2025 (foto: sito ufficiale FISI, www.fisi.org, credit @FISI)

 

 

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