Durante la puntata settimanale di ”Minuti di Gloria”, la nostra trasmissione radiofonica in onda ogni venerdì dalle 18 alle 19 su Radio Ticino Pavia (FM 91.8 e 100.5), abbiamo avuto il piacere di intervistare Federica Brignone, vincitrice dello storico gigante di Aspen e grande protagonista del finale di stagione dello sci alpino. Ecco le sue parole ai nostri microfoni!

Federica Brignone è stata la grande protagonista del finale di stagione italiano: ecco le sue parole ai nostri microfoni

SCI ALPINO: FEDERICA BRIGNONE INTERVIENE AI MICROFONI DI ”MINUTI DI GLORIA”!

Una grande protagonista della stagione 2016-17, un’atleta che ha vissuto un periodo fantastico da gennaio in poi: non ci sono dubbi, Federica Brignone è stata senza dubbio una delle atlete di spicco di un’Italia che ha centrato lo storico record di 43 podi stagionali in CdM, ottenendo 11 podi nello slalom gigante (battuta la stagione 2007-08). La stagione di Coppa del Mondo che si è appena conclusa ha portato Federica al 5° posto nella generale di CdM con 985 punti, e soprattutto al traguardo di 6 podi, con tre vittorie, due in gigante (Plan de Corones e Aspen, col podio tutto azzurro che mancava da Narvik 1996) e una nella super-combinata di Crans-Montana: in più, l’atleta nata a Milano il 14 luglio 1990 ha definitivamente mostrato al mondo le sue doti da atleta polivalente, facendosi valere sia nel ”suo” gigante, che nelle velocità, e raggiungendo la definitiva consacrazione come atleta di altissimo livello. Insomma, elementi che ci fanno ben sperare in vista della stagione che porterà ai Giochi di Pyeongchang 2018, nei quali tutti quanti attendiamo Federica Brignone tra le protagoniste assolute. ”Risk more than others think is safe, dream more than others think is practical. Expect more than others think is possible”: è questo il motto dell’atleta azzurra, portatrice di una determinazione che traspare chiaramente dalle sue parole ai nostri microfoni.

LA STAGIONE 2016-17, LO STORICO RISULTATO DI ASPEN, IL GIUDIZIO SUI MONDIALI DI ST. MORITZ E UN’ITALIA DA URLO: IL GIUDIZIO E LE EMOZIONI DI FEDERICA BRIGNONE

Ciao Federica, innanzitutto partiamo dalla stagione di Coppa del Mondo che si è appena conclusa: sei soddisfatta?  Ti sei piazzata al 5° posto nella generale di CdM dopo un finale pauroso: letteralmente ”volavi” sugli sci ad Aspen…

”Grazie del complimento! (ride, ndr) Beh, è stata una stagione che non è decollata subito: all’inizio ho fatto molta fatica, avevo parecchie aspettative personali e non ha funzionato molto bene, non riuscivo a mettere insieme due manche o due parti di gara, facevo vedere che c’ero ma alla fine come risultato finale ero ”molto pessima”. Poi, da gennaio in avanti, sono riuscita a dare una svolta alla mia stagione: già da Garmisch si è visto qualcosa, ho fatto due buoni risultati nelle discipline veloci e poi da lì, grazie anche alla vittoria di Plan de Corones, ho dato la svolta decisiva alla mia stagione!”.

Cosa ci puoi raccontare del podio tutto italiano di Aspen (Brignone prima davanti a Goggia e Bassino nello slalom gigante femminile, ndr)? Quali sono state le tue emozioni all’arriv0? Hai vinto con un distacco veramente ampio, quasi un secondo e mezzo su Sofia Goggia, facendo il miglior tempo in entrambe le manche: è stata la classica ”gara perfetta”?

”Guarda, io penso che la gara perfetta non esista, però sono dell’idea che ci si possa avvicinare a una grandissima prestazione, e poi il risultato finale non dipende solo da te: puoi dare il 100%, ma magari qualche atleta è più forte in quella particolare giornata e ti batte. Domenica ho dato il 100% e l’ho fatto nella miglior maniera possibile: ero in forma, stavo sciando in maniera ottima a fine stagione, non ero stanca nonostante fusi orari e viaggi stagionali, e poi ho trovato una pista molto molto tecnica e abbastanza complicata, che si adatta alle mie caratteristiche. Inoltre c’era quella neve un po’ primaverile, un po’ veloce e scivolosa che quest’anno mi è andata molto a genio, quindi c’erano di fatto tutti i presupposti e io ho fatto quello che dovevo fare, ecco! È stato bello condividere una gioia così con le mie compagne, con un’Italia che ha poi vinto la classifica per nazioni, ed è stato un giorno che ricorderò per sempre”.

CdM sci alpino: lo storico podio del gigante di Aspen, tris azzurro nell'ultima gara stagionale

L’abbraccio a fine gara tra Federica Brignone, Sofia Goggia e Marta Bassino (Fonte foto: gazzettadiparma.it)

Federica, quest’anno hai mostrato tutte le tue doti da atleta polivalente: sei andata a podio nel Super-G, hai vinto la supercombinata di Crans-Montana, hai ottenuto buoni risultati in discesa e hai gareggiato in slalom, oltre al ”tuo” gigante. Possiamo dire che il tuo obiettivo futuro sarà una potenziale rincorsa alla Coppa del Mondo, considerando anche che hai chiuso 5a dopo un avvio non esaltante?

”Sarebbe il sogno più grande della mia carriera, un sogno che per ora vedo irraggiungibile perchè per vincere una CdM generale bisogna portare a casa davvero tante vittorie e andare a podio regolarmente in tre discipline: non vorrei volare troppo alto, penso di poter puntare prima alla vittoria di una coppa di specialità e vorrei tanto vincerne una. Partirò da lì e poi si vedrà, per me progettare una stagione per vincere la Coppa del Mondo è veramente un’impresa dura, bisogna davvero fare i conti con la stagione gara per gara: la corsa alla generale è difficile da programmare, anche perchè devi essere sana fisicamente e mentalmente, e poi avere una prestanza fisica e tecnica che duri tutta la stagione. Cose che non puoi decidere a priori, ma tentare di ottenere col lavoro”.

È stata una grande stagione per lo sci al femminile: 25 podi in CdM, tante vittorie e l’unica medaglia iridata (il bronzo di Sofia Goggia, ndr). Durante gli allenamenti pre-stagionali, avete mai avuto la sensazione che questa potesse diventare un’annata storica? L’Italia ha vinto la classifica per nazioni femminile e centrato un traguardo che non è all’ordine del giorno…

”Esatto, mancava da circa 50 anni, da tantissimo, e quindi questo ci fa molto onore. Come si può prevedere in estate che si andrà così forte? (ride, ndr) Eravamo tutte insieme, facevamo tempi simili e quindi, o andavamo tutte bene o tutte malissimo! Tra l’altro, i tempi in allenamento, ve lo dico onestamente, hanno un valore relativo: a volte mi trovo ad andare benissimo in allenamento e non ”girare” in gara, oppure a non essere soddisfatta nelle settimane di preparazione e poi ottenere buonissimi risultati. Gara e allenamento sono veramente due mondi diversi e difficilmente paragonabili, anche se più vai bene in allenamento e più hai possibilità di farlo in gara”.

Cosa non ha funzionato ai Mondiali di St. Moritz per l’Italia? Una sola medaglia in una stagione da 43 podi in CdM e record assoluto, rappresenta quasi una stranezza…

”Sì e no, lo sci è una disciplina difficile, d’adattamento: purtroppo o per fortuna non sai mai chi vincerà, anche se c’è sempre un favorito di partenza. Tutto questo perchè non abbiamo mai le stesse condizioni di gara, banalmente perchè non gareggiamo in una piscina con l’acqua che è sempre alla stessa temperatura e misura sempre 50m, per dire, o in una pista d’atletica o in un campo da tennis: purtroppo o per fortuna facciamo uno sport outdoor, nel quale la pista da un anno con l’altro può risultare completamente diversa: la neve, i dossi, la tracciatura, il vento più o meno forte, tutto cambia e ci sono tanti fattori in gioco. E poi, nelle gare di un giorno come può essere il Mondiale, puoi essere in forma o meno, essere malato o meno com’è capitato a me (Federica aveva anche avuto un leggero malore prima dello slalom, ndr), oppure fare un errorino che può esserti fatale in un minuto di sforzo: basta poco per essere fregato, anche un centesimo. È così, comunque a St. Moritz abbiamo assistito a dei Mondiali con condizioni che cambiavano molto in fretta anche durante la stessa gara, facendo valere tantissimo anche la partenza tra i primi o a metà gruppo, e quindi in uno sport e in una rassegna dal livello così alto, dove tutti vogliono vincere e dare il 110%, un piccolo sbaglio, una piccola condizione diversa o il sole che si vela un attimo possono essere decisivi, perchè si perde davvero per un nulla”.

IL RAPPORTO CON SOFIA GOGGIA E MARTA BASSINO, LO STATUS DI FIGLIA D’ARTE E I CAMPIONATI ITALIANI ALL’ORIZZONTE: FEDERICA BRIGNONE SI RACCONTA

Federica, vorresti raccontarci qualche aneddoto riguardo al tuo rapporto con Sofia Goggia e Marta Bassino?

”Beh, siamo compagne di squadra come prima cosa! (ride, ndr) Siamo tre atlete, tre ragazze a cui piace lo sci e che condividono questa grande passione: ci piace allenarci e andar forte sugli sci, e ovviamente condividiamo questa grande opportunità che la vita ci ha dato e quindi cerchiamo di allenarci al massimo sin dall’estate. Passiamo tanti giorni insieme, ci ”tiriamo” a vicenda ed è ovvio che siamo competitive, quindi siamo rivali in gara, ma anche in allenamento: questo però vale dal cancelletto all’arrivo, per il resto facciamo squadra!”.

Marta è la più giovane delle tre (20 anni contro i 24 della Goggia e i 26 della Brignone, ndr), e avete comunque età diverse: che tipo di rapporto c’è con la Bassino, ti/vi chiede qualche consiglio?

”Nello sci io penso che l’età sia abbastanza relativa: io sono arrivata ad alti livelli molto giovane (Federica è arrivata seconda al Mondiale 2011, ndr) e le mie compagne di squadra avevano dai 6 ai 10 anni più di me. Diciamo che sta a te abituarti a quella che è la squadra, d’altro canto adesso io sono una delle ”veterane” della mia squadra, in rapporto a Marta Bassino che è la più giovane, però siamo lì per sciare e non è detto che avere 6 anni di differenza sia uno svantaggio per l’atleta più giovane. Spesso, tra l’altro, io e lei eravamo in camera assieme: detto questo, è ovvio che un po’ di differenze ci siano, ma quando sei in Nazionale, sei lì per allenarti e sciare, e abbiamo un’idea comune che costituisce un filo portante di tutte le nostre trasferte di CdM”.

Federica, tu sei figlia d’arte: tua madre era Maria Rosa Quario, ex slalomista con 4 vittorie e 15 podi in CdM, mentre tuo padre è un maestro di sci. Com’è nata la tua carriera, e quando hai iniziato a praticare questa disciplina?

”Diciamo che lo sci è una cosa di famiglia, mia mamma è un ex campionessa e mio papà un maestro: la mia famiglia si è trasferita da Milano in Val d’Aosta nel 1996, effettuando una scelta di vita e non per far sciare me e mio fratello. I miei volevano fare montagna e mio papà doveva lavorare, e da lì mi sono iscritta allo sci club: è ovvio che io sciavo già coi miei genitori, sporadicamente nei weekend, nelle vacanze di Natale o d’estate quando mio padre insegnava in una scuola di sci a Tignes sul ghiacciaio, quindi ho sempre sciato e mi è piaciuto da subito! Da bambina vuoi imitare i genitori, vedi che loro lo fanno e si divertono, e mi hanno trasmesso questa grande passione che ho da quando mi ero iscritta allo Sci Club Courmayeur da piccolina: mi piace sia sciare, che stare col gruppo, salire sulle piste e quella era la mia grande passione. Non sciavo per diventare quello che sono diventata adesso: la mia crescita negli anni non era affatto programmata, ecco! (ride, ndr)”.

Maria Rosa Quario, madre di Federica Brignone, in azione durante uno dei suoi slalom

Tornando alle gare, adesso la stagione ti riserva i campionati italiani, con lo slalom gigante che si disputerà sull’Alpe Lusia: che aspettative hai per questa gara? Vuoi coronare al meglio il tuo periodo d’oro con un’altra vittoria, no?

”Mah guarda, innanzitutto ti dico che del podio di Aspen dovrei esserci solo io in partenza nel gigante, e anche altre ragazze della squadra ”A” non ci saranno: io vado lì a rappresentare il Gruppo Sportivo Carabinieri, che saluto, e sono contenta di poter fare anche delle gare extra-Coppa del Mondo, senza la pressione e le grandi attese. È quasi un ritorno alle mie prime gare, a me piace sciare e divertirmi, è bello farlo e voglio godermi questa gara: ovviamente non sarò al 100% perchè dopo tutti i viaggi e tutta la stagione sarò abbastanza ko, ma andrò lì per dare il mio massimo e spero di fare tutto il possibile per i giovani, per l’Italia e per il mio gruppo sportivo!”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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