Il Direttore Sportivo dell’Astana parla del suo cambio di ruolo e si sofferma sul magic moment della squadra: “Ci godiamo i frutti del nostro lavoro”
MILANO-SANREMO: L’INTERVISTA A GIUSEPPE MARTINELLI
Si dice che la calma sia la virtù dei forti. Giuseppe Martinelli, a questa dote, aggiunge anche un’attenzione notevole per i dettagli. Dietro alle lenti spesse, i suoi occhi scrutano con un mix di curiosità e passione le bici dei corridori, la disposizione dei pullman delle formazioni e l’assalto dei tanti tifosi. Elementi caratteristici di quello che è stato a tutti gli effetti per diversi anni il suo mondo. Dopo tanti arrembaggi guidati dall’ammiraglia, “Martino” ha deciso di ritagliarsi un ruolo differente, dirigendo il team Astana da dietro le quinte tra programmazioni e consigli. Ma il cambio di ruolo non ha minimamente scalfito l’amore per il ciclismo: “Mi fa sempre piacere essere qui, in mezzo ai corridori e ai bus. Sentivo il bisogno di fare qualcosa di diverso, di seguire le corse da un altro punto di vista dopo tanti anni di ammiraglia. Tuttavia, diversificare il proprio ruolo non significa non sentire più la passione per le gare. È sempre emozionante stare con la squadra”.
La Astana è la squadra del momento con 19 successi da gennaio ad oggi. Nessuno ha fatto meglio della formazione kazaka. Martinelli, come si spiegano questi risultati sorprendenti?
“Non parlerei tanto di sorpresa, almeno dal mio punto di vista. Senza Nibali ed Aru abbiamo dovuto fare scelte diverse, puntando su corridori che finora avevano, per così dire, vinciucchiato. Insomma, si era intravisto il potenziale anche se mancava un salto di qualità. Ora raccogliamo i frutti delle nostre scommesse”.
Si può affermare che la forza dell’Astana sia stata la pazienza di attendere l’esplosione di alcuni corridori?
“Diciamo che era solo questione di tempo, bisognava lasciare ai ragazzi il tempo di ottenere i risultati. Già l’anno scorso avevamo intuito che il potenziale della squadra era di tutto rispetto, ma mancava ancora qualcosa. Ora le cose iniziano a prendere una piega favorevole”.
Secondo lei, quanto ha influito il ringiovanimento della squadra?
“Non parlerei tanto di giovani se si dovesse analizzare il rendimento complessivo. Mi aspetto grandi cose sia da ragazzi promettenti come Davide Ballerini che da corridori più esperti come Omar Fraile. Il miglioramento è dettato dalla scelta dei giusti profili. Il lavoro sta dando i suoi frutti e noi ce li godiamo”.
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