Samuele Burgo, canoista del gruppo sportivo Fiamme Gialle, parla della passione per la canoa e della preparazione per la sua prima Olimpiade

Fonte: per gentile concessione dell’atleta

Burgo: “Stare in canoa è come camminare sull’acqua”

Quando è avvenuto il tuo primo contatto con la Canoa?

Mia sorella, che è più grande di me, praticava questo sport, e mio padre è l’allenatore del mio club qui in Sicilia, praticamente ho iniziato grazie a questa passione di famiglia. Più o meno il primo contatto con l’acqua è stato a 12 anni, mi sono fermato qualche anno e a 14 anni ho ripreso più seriamente.

Qual è la cosa che più ti piace di questa disciplina ?

La cosa che mi piace di più è sicuramente il contatto con la natura e con l’acqua, stare in canoa è come camminare sull’acqua.

Come si svolge una tipica giornata di allenamento ?

Mi sveglio presto verso le 7:00, verso le 8:30 facciamo la prima lezione in barca che dura circa due ore. Successivamente, dopo un’ora di pausa, facciamo una lezione a terra, che può essere mezzora di corsa o cyclette. Dopo il pranzo scendiamo in acqua per la seconda lezione e chiudiamo con un’ora e mezza di palestra. Più o meno sono quattro sessioni di allenamento al giorno.

In tutto questo, quanto è importante l’aiuto e il supporto del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle?

Sono molto grato a tutto il gruppo, ci forniscono tutto il supporto nell’allenamento. I materiali utilizzati dentro e fuori la palestra ci vengono forniti da loro. Senza di loro noi atleti professionisti non potremmo esistere perché in questi sport meno conosciuti, senza i corpi militari che ci sovvenzionano e ci aiutano a fare quello che facciamo, non potremmo andare avanti, quindi sono importantissimi.

C’è stato, o c’è ancora, qualche modello a cui ti ispiri ?

Il modello a cui mi sono ispirato è il canoista canadese Adam van Koeverde, che ha vinto le Olimpiadi di Atene nel 2004. Attualmente ha smesso da qualche anno, ma per me rappresenta, tecnicamente e come atleta, il più forte di sempre in questa disciplina. Un altro modello è sicuramente Antonio Rossi, vincitore di quattro medaglie olimpiche e portabandiera per l’Italia a Pechino 2008. Rossi ha fatto tanto per la nostra federazione e per il Coni, inoltre essendomi qualificato nella sua stessa disciplina, il K2 1000 m spero di avvicinarmi ai suoi risultati.

Sei riuscito a ottenere il pass per Tokyo 2020, cosa ti aspetti dalla tua prima Olimpiade ?

Sicuramente mi aspetto una buona prestazione. Non voglio sbilanciarmi più di tanto, però siamo consapevoli, sia io che il mio compagno di barca, che potremmo giocarci qualcosa di importante. Lavorando bene questo inverno non siamo timidi nel dire che siamo lì, dipenderà poi molto dalle condizioni. Abbiamo fatto la gara preolimpica nel 2019 e non è un bacino facile, ma siamo lì con gli altri e siamo tutti abbastanza vicini in quattro/cinque equipaggi.

C’è qualche avversario che temi di più?

Sicuramente i tedeschi, sono quelli che hanno vinto tutte le gare del 2019. Gli spagnoli  sono vice campioni del mondo in carica, li conosciamo bene perché l’anno scorso siamo riusciti a batterli proprio in quella occasione. Considera che i più forti sono: Spagna, Francia, Germania e Australia, queste quattro sono le nazioni che temo un po’ di più.

In conclusione, qual è l’obiettivo futuro che può farti sentire un atleta realizzato ?

Sicuramente quando riuscirò a vincere tutte le medaglie nelle tre competizioni più importanti, ovvero olimpica, mondiale e europea, sia in barca doppia che in barca singola. Questo è il mio sogno e il mio obbiettivo che potrebbe farmi sentire totalmente realizzato. Però penso appuntamento per appuntamento, attualmente pensiamo a Tokyo e speriamo di fare bene.

(Fonte immagine di copertina: pagina Facebook Federazione Italiana Canottaggio)

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