#FuoriCinema: bimensilmente, al venerdì, su «Azzurri di Gloria» on-line, scopriamo lo Sport e le sue storie, attraverso il Cinema, con articoli d’approfondimento, consigli e recensioni sui migliori sports movies.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’APPUNTAMENTO  PRECEDENTE.

TEAM FOXCATCHER (2016), DI JON GREENHALGH

Dopo il successo del pluripremiato Foxcatcher – Una storia americana (2014), il bio-pic  di Bennett Miller con protagonisti Channing Tatum, Mark Ruffalo e Steve Carell, appena due anni dopo, arriva, sulla celebre piattaforma di streaming on-line americana, il lungometraggio Foxcatcher  (2016), di Jon Greenhalgh, al suo (ottimo) debutto alla regia.

Per questo quarto appuntamento con #FuoriCinema, sarò breve, lasciandovi la possibilità di scoprire, tramite Netflix, un film, un documentario, che, forse più della riuscitissima fiction  di un paio d’anni prima, si rivela capace di raccontare, in circa novanta minuti, con occhio lucido ed attento, una delle vicende più tragicamente note nella Storia del Wrestling.

JOHN DU PONT E FOXCATCHER

John Eleuthère du Pont, nato a Filadelfia nel 1938 e morto nel 2010, è stato un componente di una delle più celebri e ricche famiglie di origine francese, i du Pont. È passato alla Storia per essere stato l’unico membro della lista dei 400 Americani più ricchi in assoluto, stilata dalla rivista Forbes, ad essere condannato per omicidio.

Più che appassionato di Lotta libera, nel 1980, in un periodo in cui gli States faticavano in questo sport a competere con gli atleti russi, il multimilionario John du Pont finanzia, in una tenuta di sua proprietà, la costruzione di un enorme impianto, denominato “Foxcatcher”, per il wrestling U.S.A., dove si raccolgono alcuni fra i più grandi atleti americani (e non solo) dell’antichissima disciplina olimpionica della Lotta libera. Fra questi, il più celebre è forse Dave Schultz (a conti fatti, l’atleta americano è stato, in primis, campione olimpionico, e sette volte campione del Mondo).

Il documentario (quasi una crime-story) di Jon Greenhalgh, tramite molteplici interviste e materiale inedito di repertorio, ricostruisce e racconta con efficacia, anche grazie ad un’ottima struttura narrativa, le vicende di quest’importante e tristemente celebre pagina nella Storia della Lotta libera, dagli inizi, passando per i volti, le storie ed i successi sportivi, fino alla follia che portò, il 26 gennaio 1996, Jonh du Pont ad assassinare, con un colpo di pistola, l’amico ed atleta statunitense Dave Schultz.

Non aggiungo altro, e v’invito ad approfondire e (ri)scoprire quest’ennesimo ottimo prodotto della piattaforma Netflix, che si dimostra capace di rivolgersi non solo ad un pubblico interessato alle serie TV e ai film d’intrattenimento.

Potrebbero anche piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *