Atletica doping caso Schwazer: il ricorso per riprendere l’attività agonistica è stato rigettato dal Tribunale Federale di Losanna. Capolinea per la carriera di Alex Schwazer.
ATLETICA DOPING CASO SCHWAZER: ADDIO ALLE GARE PER IL MARCIATORE
Dopo la speranza data dalla possibilità delle provette contaminate, emersa ufficialmente nel settembre 2019, ora la sentenza definitiva.
Dopo quattro anni e cinque mesi da quel 1° gennaio 2016, quando un controllo antidoping a sorpresa evidenziò anomalie, l’odissea giudiziaria dell’ex stella dell’atletica leggera italiana Alex Schwazer arriva probabilmente al capolinea.
Con una sentenza dello scorso 17 marzo, ma pubblicata a inizio maggio, il Tribunale Federale di Losanna respinge la richiesta di annullamento della squalifica di otto anni comminata al marciatore per la sua positività al testosterone, accertata nell’estate 2016, la seconda in carriera dopo quella all’Epo del 2012.
I giudici non hanno accolto la tesi dei difensori di Alex Schwazer, secondo i quali negli ultimi mesi, grazie alle indagini della Procura di Bolzano, sarebbero emersi “fatti nuovi” tali da mettere in discussione quanto deciso precedentemente.
Il cosiddetto “fatto nuovo” sarebbe la presunta manipolazione delle provette, tesi fortemente sostenuta più volte dal marciatore azzurro e dai suoi avvocati: tale difesa non è stata considerata dal Tribunale “fatto nuovo” perché “la giurisprudenza più recente esclude la possibilità di avvalersi di referti allestiti dopo l’emanazione della sentenza di cui è chiesta la revisione”.
Alex Schwazer sostiene anche di non avere avuto il tempo di preparare la sua difesa in modo completo, avendo scelto di essere giudicato alla sezione speciale del Tas allestita ai Giochi Olimpici di Rio 2016 con un procedimento istruttorio effettivamente molto sommario.
“L’atleta non spiega – dichiarano i giudici – perché non avrebbe potuto chiedere ulteriori misure peritali durante la procedura arbitrale davanti al Tas al fine di provare la manipolazione. Una procedura di revisione non può essere utilizzata per ovviare posteriormente a eventuali limitazioni causate dalla procedura scelta dalle parti o a ottenere una perizia effettuata da un ben preciso perito.”.
Alex Schwazer a oggi dovrà quindi attendere la fine della squalifica prevista per l’estate 2024, quando l’atleta avrà 39 anni. Ma “non è stata pronunciata l’ultima parola. Attendiamo con fiducia che i gravi indizi vengano suffragati dal procedimento penale in corso a Bolzano.”. Questa la dichiarazione all’Ansa dell’avvocato Gerhard Brandstaetter, il legale del marciatore. “Gli articoli di stampa si basano semplicemente sulle motivazioni del respingimento dell’istanza cautelare. Torneremo a Losanna con prove consolidate, che per il momento sono solo gravi indizi. Attendiamo perciò la perizia il 30 giugno.”.
La Procura di Bolzano, infatti, ha disposto una serie di complicate indagini scientifiche ed epidemiologiche per valutare eventuali manipolazioni ai campioni di urina incriminati, ma il tutto procede con enorme lentezza. Se questa tesi fosse vera, la speranza di Alex Schwazer è attualmente riposta nell’eventuale emergere di clamorosi ed evidenti elementi di prova o nella testimonianza di qualche pentito.
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