Basket, NBA 2019. Sono trascorsi un paio di mesi dall’inizio della NBA, il campionato di pallacanestro più competitivo al mondo. Continua la corsa ai playoff di Danilo Gallinari e Marco Belinelli, azzurri del basket impegnati oltreoceano, rispettivamente, con Los Angeles Clippers e San Antonio Spurs.

Danilo Gallinari in azione con la maglia dei Los Angeles Clippers
Danilo Gallinari con la maglia dei Los Angeles Clippers, la scorsa stagione (fonte immagine: clutchpoints.com)

Basket, NBA 2019: la situazione nella lega a metà della regular season

Siamo soltanto a metà della regular season NBA, la “stagione regolare”, prologo in direzione playoff, del campionato di pallacanestro più competitivo al mondo. Eppure, è già possibile trarre i primi bilanci.

Al momento conducono, rispettivamente la Western e la Eastern Conference, i Denver Nuggets (27 vittorie e 12 sconfitte il loro record) di Nikola Jokic e i Toronto Raptors (31-12) di coach Nick Nurse, nel cui staff figura anche coach Sergio Scariolo. Alle loro spalle, inseguono i Golden State Warriors (27-14) campioni in carica e gli Oklahoma City Thunder (25-15) del binomio Westbrook-George a Ovest; i Milwaukee Bucks (29-11) di coach Mike Budenholzer e i sorprendenti Indiana Pacers (27-14) a Est.

Particolare, poi, il momento della stagione di Houston Rockets (23-17) e Los Angeles Lakers (23-19), sesti e ottavi nella Conference dell’Ovest, franchigie con ambizione ma in cerca della quadratura del cerchio dopo un inizio difficile, in attesa del rientro delle rispettive stelle Chris Paul e LeBron James.

Chiudono la lega i Cleveland Cavaliers (8-34) del secondo dopo-James e i Phoenix Suns (10-33) del futuro all-star Devin Booker. Preceduti, nelle retrovie, dai New York Knicks (10-31) del post-Jackson e dai Chicago Bulls (10-31) dell’italo-americano Bryan Arcidiacono i primi; dai Dallas Mavericks (19-22) del (quasi certo) rookie of the year Luka Doncic e dai Memphis Grizzlies (19-22).

LA vola con il Gallo: un quarto posto che guarda già alla prossima off-season

Se nel mese di novembre (11-3) sono sembrati quasi inarrestabili e nel mese di dicembre (6-9) una squadra qualsiasi, gennaio sarà il mese della verità per i Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari, quarti nell’implacabile Conference dell’Ovest.

E se il buon giorno si vede dal mattino, il record 3-1 nelle prime settimane del 2019 sembra promettere bene, nonostante le vittorie non siano certo arrivate contro franchigie (Phoenix, Orlando e Charlotte) in lizza per lottare per l’anello.

I Los Angeles Clippers sono probabilmente la squadra col roster “più profondo” di tutta la NBA. Patrick Beverley, Boban Marjanovic, Avery Bradley, Marcin Gortat e Milos Teodosic (questi ultimi due “in uscita”, forse già in questa stagione), infatti, sono un ottimo supporting cast, soprattutto considerata la presenza in panchina, pronti a entrare da “sesti uomini”, del “mago” Lou Williams e di Montrezl Harrell, irripetibile dinamo d’energia anche in una lega, come la NBA, dove l’atletismo non manca certo.

Il record, 24-16, dei Clips di coach Doc Rivers è quello di una squadra in salute, pronta a giocarsi un posto playoff, sospinta dal binomio Tobias Harris-Danilo Gallinari. L’italiano (19.5 punti, 2.5 assist, 6.2 rimbalzi e 63.2% di true shooting percentage in 31.6 minuti, in media), infatti, sta convintamente sospingendo gli angeleni verso la il periodo più caldo dell’anno, a suon di triple, liberi (91.9% dalla lunetta, nell’élite NBA) e soprattutto leadership. Ancorché il dato più rassicurante per l’italiano sia quello delle partite giocate: 39 sulle 40 stagionali.

Senza contare, poi, che i Clippers, dall’alto della propria disponibilità salariale, non dovessero riuscire a giungere fino a maggio, o giugno, avranno comunque la possibilità di muoversi sull’appetitoso, venturo, mercato dei free agent, guidati, nelle proprie scelte, dal genio cestistico di “mr. Logo” Jerry West.

Danilo Gallinari in marcatura frontale su Kevin Durant, stella NBA in forza ai Golden State Warrios (fonte: profilo Twitter ufficiale di Danilo Gallinari)

I nuovi, vecchi San Antonio Spurs: il sogno playoff del Beli continua

I San Antonio Spurs, dopo un periodo difficile, condito dalle dichiarazioni di coach Pop sulla “nuova” NBA, sono tornati a macinare vittorie, come da un ventennio a questa parte. Guidati dal terzo allenatore più vincente della storia, e da un coaching staff comprendente l’ex CT azzurro Ettore Messina, i texani, dall’iniziale 11-12, sono tornati a navigare in rotta, con un 24-18 valevole per la settima casella playoff dell’Ovest.

Nonostante l’assenza di Dejounte Murray, fuori tutta la stagione, gli Spurs hanno ritrovato un equilibrio momentaneamente smarrito.

Fondati sull’asse Aldridge-DeRozan e sull’impatto delle riserve, la franchigia ha lentamente ingranato, diventando addirittura la squadra con la migliore percentuale da tre della lega, al netto del minor numero di tentativi tra tutte le trenta squadre. Permangono, tuttavia, i problemi difensivi, metà campo, storicamente, rappresentante la vera forza di San Antonio, per ora solo la venticinquesima della lega, ma in netta ascesa.

Recentemente, ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, Marco Belinelli ha parlato dei nuovi, vecchi San Antonio Spurs, spiegando come «dopo un inizio un po’ difficile», dovuto alle difficoltà di integrare nuove forze nella squadra, si stiano «vedendo sempre di più i veri Spurs».

Il veterano azzurro, terzo realizzatore dalla panchina per numero di punti dalla stagione 2013-2014 (davanti a lui solo Lou Williams e Jamal Crawford, segue il compagno di squadra Patty Mills), ha raccontato come «all’inizio è stato un po’ difficile per me, ma l’unica cosa che ho fatto è andare in palestra per lavorare», cercando «di essere molto aggressivo nei minuti concessi».

«Il sistema ora è migliore», ha proseguito il Beli, parlando della squadra, «proprio perché ci conosciamo meglio, sappiamo quello che possiamo fare e ci aiutiamo di più in difesa». «Aldridge e DeRozan sono i nostri punti di riferimento, hanno punti nelle mani e sanno passare la palla», mentre le riserve, «noi, la nostra parte cerchiamo di farla ogni partita, [provando a] dare subito un’impronta, che è una cosa che secondo me sta riuscendo molto bene, come in passato. Mi ricordo, quando ero qua a San Antonio [dal 2013 al 2015, quando conquistò il titolo, ndr], la second unit era molto importante: cerchiamo di far si che questo accada ogni partita». Anche se «la strada è ancora lunga» e punta dritta in direzione playoff.

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Marco Belinelli impegnato con la maglia dei San Antonio Spurs (fonte: profilo Twitter ufficiale di Marco Belinelli)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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