Vanessa Ferrari si stava giocando un posto per l’oro nella finale dei mondiali di ginnastica artistica a Montreal, in Canada, poi alla seconda diagonale del corpo libero il tendine d’Achille si è rotto, lasciando la campionessa a terra. Medaglia sfumata, morale spezzato e le lacrime che mostrano tutta la fragilità e la disperazione di Vanessa. L’azzurra però è già tornata a ruggire, da vera leonessa.
LA STRADA VERSO IL MONDIALE
Non è tipo da tirarsi indietro Vanessa Ferrari. Dopo il quarto posto alle olimpiadi di Rio 2016 la campionessa azzurra è tornata a casa, ha riposato e poi è tornata in pista pronta per far vedere che quel podio mancato non le ha tolto la voglia di lottare. Ha aspettato fono all’ultimo prima di ripresentarsi sul tappeto del corpo libero e agguantare il pass per i Mondiali di ginnastica artistica di Montreal, ma l’atleta più vincente della storia azzurra si è presa il suo posto tra le grandi e un biglietto per il Canada. Dopo la prima giornata di gare è tra le migliori 8 e ancora una volta in finale. La medaglia è alla portata, ma Vanessa cerca il gradino più alto e l’oro. La decisione di cambiare in corsa l’esercizio per aggiungere un grado di difficoltà è una scelta consapevole, vuole fare di più, si sente di poter arrivare in cima ancora una volta e battere la rivale per il titolo, la giapponese Murakami. Un flick che però le è costato anche troppo caro. Durante la seconda diagonale qualcosa non va, Vanessa si trova a terra, la mano sulla caviglia, immobile. La sua gara è finita.
LA CADUTA DELLA LEONESSA
Cadere fa sempre male, ma il rumore che fa una caduta in una finale mondiale è assordante per il silenzio che si crea. Un attimo in cui capisci che è successo qualcosa e tutti trattengono il fiato. Vanessa Ferrari ha creato il silenzio. Il pubblico ammira questa piccola atleta azzurra, che arriva da Orzinuovi, ha quasi 27 anni e si sta giocando un oro con avversarie molto più giovani. Vanessa però ha dimostrato che l’età è solo un numero, la vera forza è la classe e ancora di più la determinazione. Una leonessa, ma con le caviglie fragili e proprio il tendine d’Achille del piede sinistro, lo stesso operato un anno fa, la abbandona. L’azzurra si accorge subito che è grave, lo sa e resta ferma, in attesa che il dolore e la rabbia facciano il loro corso. Il dolore però non arriva subito: “Non ho sentito male, solo il tendine che si staccava, non ho nemmeno provato a rialzarmi perché avevo capito che il tendine era andato. Ho provato a giocarmi il tutto per tutto, ma è andata così”, racconta dopo aver lasciato su una sedia a rotelle il palazzetto di Montreal.
DI NUOVO IN PIEDI
Tempo del volo di ritorno e Vanessa Ferrari è di nuovo moralmente in piedi. Già dalla sua camera d’albergo l’azzurra, tramite il suo account Instagram, ci ha tenuto a sottolineare come la sua carriera non è conclusa, non ancora e sarà solo lei a decidere quando mettere la parola fine. L’obiettivo ora è tornare a stare bene, poi verranno fatte tutte le valutazioni per il futuro. Un futuro che si pensava la potesse portare alle Olimpiadi di Tokyo 2020, ora aspettiamo e crediamo nella nostra leonessa.
GLI ALTRI AZZURRI AI MONDIALI
Senza contare il brutto infortunio di Vanessa Ferrari la spedizione azzurra può comunque essere contenta di aver trovato conferme e una futura protagonista in Lara Mori. La ginnasta toscana è riuscita a centrare due finali, quella nel concorso generale in cui ha fatto un solo passo falso nell’esercizio alla trave durante le qualifiche, per poi chiudere in dodicesima posizione e in quella al corpo libero, terminata al sesto posto. Buono anche l’esordio delle due millennials Desiree Carofiglio e Sara Berardinelli, classe 2001 e 2002 che hanno pagato un po’ il nervosismo della cornice iridata, ma hanno dimostrato carattere e un potenziale da tenere d’occhio. Nel settore maschile finale sfiorata agli anelli per Marco Lodadio, fuori dal gruppo per appena 15 centesimi, mentre il giovanissimo Lorenzo Galli ha visto sfumare l’accesso alla finale all-around per una caduta al cavallo, il suo esordio è da considerare positivo però serve ancora tanto lavoro per pensare di diventare competitivi. Non si può dire invece soddisfatto Andrea Cingolani che ha litigato con la nuova attrezzatura cadendo in entrambe le prove al volteggio.