dal nostro inviato Marco Corradi
Le Fate d’argento. Da oggi possiamo chiamarle così. Angela Andreoli, Alice D’Amato, Elisa Iorio, Manila Esposito e Giorgia Villa hanno conquistato uno storico argento alle Olimpiadi, che mancava (per la ginnastica a squadre femminile) dal 1928. Di seguito le loro parole in mixed zone.
Elisa Iorio: “Il mio infortunio ci aveva preoccupato, quindi abbiamo fatto successivamente dei controlli per valutare anche la gravità e se era possibile fare almeno una prova nella finale. Volevo esserci ad ogni costo e dare il mio contributo. Questo è avvenuto e non posso essere più contenta di essere qui, con la squadra, a raggiungere un obiettivo storico. L’emozione è tanta e le parole sono veramente poche in questo momento.
Manila Esposito: “Lo dedico alla mia famiglia e a tutte le persone che mi assistono ogni giorno. Devo ancora realizzare di essere qui. Ieri sera ho fatto veramente fatica ad addormentarmi. Sono ancora emozionata, tremo ancora, non ho le parole per descrivere come mi sento in questo momento. Stamattina, un po’ d’agitazione pre-gara, come è giusto che sia, però abbiamo mantenuto la concentrazione fino alla fine.”
Angela Andreoli: “Prima di iniziare l’esercizio a corpo libero lo ammetto, avevo ansia perché sapevo che il mio esercizio poteva costarci un gradino del podio e magari anche la medaglia d’oro, quindi avevo ansia. Elisa è venuta lì sotto come tutte le mie compagne e mi hanno aiutata e sostenuta fino alla fine. Mi hanno detto di divertirmi, che comunque vada noi eravamo qua, siamo alle Olimpiadi. Poi sono riuscita a terminare un ottimo esercizio e a guadagnare un argento olimpico.
Credo che un’emozione così grande non l’ho mai provata in tutta la mia vita. Quindi sì, ti ripaga di tutti i sacrifici che fai per questa vita, perché fin da quando sei piccola elimini praticamente la tua vita da adolescente per inseguire il tuo sogno, il tuo obiettivo che sono le Olimpiadi, e coronare con una medaglia d’argento dietro gli Stati Uniti. Che dire? Non abbiamo parole, veramente.
Comunque vada, dovevo farlo in tutto e per tutto. Se capitava che sbagliassi, dovevo farlo comunque. Non era programmato, né inventato, né pensato per semplificare o stare sul sicuro. In questi casi bisogna giocarsi il tutto per tutto. Ho fatto un esercizio ottimo e ho detto che dovevo sparare tutto. Direi che sono anche riuscita a fermarlo.
Fin da subito avevamo l’obiettivo di venire qua, di divertirci, di affrontare l’attrezzo per l’attrezzo. Siamo arrivate in una finale olimpica a otto con il secondo miglior punteggio. Questo ci ha dato anche un vantaggio perché siamo partite con un attrezzo migliore. Girare con le più forti del mondo ci ha dato anche lo stimolo per andare avanti e migliorare sempre di più. Noi siamo state tranquillissime, abbiamo svolto esercizi concentrandoci su ogni attrezzo, e direi che siamo una squadra stupenda.”