Quest’oggi compie 39 anni Massimiliano Rosolino, una delle più grandi figure del nuoto italiano: ripercorriamo insieme la sua storia, fatta di trionfi olimpici e tante difficoltà superate!

Massimiliano Rosolino

foto Federnuoto/Andrea Masini/DBM

DAI TRIONFI GIOVANILI ALL’APOTEOSI DI SYDNEY: L’ASCESA DI MASSIMILIANO ROSOLINO

Partire dal nulla, per poi trovarsi nel giro di pochissimi anni sul tetto del mondo: tanti nuotatori e tanti atleti hanno costruito questo percorso, ma pochi (pochissimi in Italia) hanno avuto una crescita sfolgorante come quella di Massimiliano Rosolino, nuotatore classe ’78 che quest’oggi compie 39 anni e vive l’ennesima tappa di una carriera fuori dalle vasche (lavorando in tv), ma ha scritto pagine importanti per il movimento italiano. Rosolino, autentico talento precoce, si rivela al mondo negli Europei giovanili di Pardubice, ottenendo due medaglie e trovandosi di fronte due atleti che lo accompagneranno per tutto il resto della sua carriera: siamo nel 1994, e l’azzurro chiude 2° nei 200sl alle spalle di Pieter van den Hoogenband e trionfa nella 4x200sl. Tra i suoi compagni c’è quell’Emiliano Brembilla che sarà il suo ”gemello delle vasche” fino al ritiro, e compagno d’allenamento solo a fine carriera, ma è nel 1995 che il giovane Rosolino ha la sua definitiva esplosione: il teatro dei trionfi è Ginevra, sede degli Europei giovanili, e il nostro portacolori chiude con tre ori (100-200-400sl) e un argento (4x200sl), guadagnandosi la promozione nella nazionale maggiore a soli 17 anni e mostrando uno strapotere simile a quello dell’attuale Martinenghi. Passano pochi mesi, ed ecco la prima medaglia europea nella 4x200sl (con Siciliano, Merisi e Idini), ne passano altri ed ecco la prima Olimpiade a soli 18 anni: siamo ad Atlanta 1996, e Max vive la prima delle sue quattro partecipazioni ai Giochi, provando sensazioni che ricorda ancora oggi. ”L’emozione provata ad Atlanta è stata meravigliosa, un po’ come guidare la prima macchina: non avevo mai gareggiato di fronte a 15mila persone, in batteria mi sono scese le lacrime per l’emozione, ma ero determinato come il ragazzino che vuole vincere”: una determinazione che porta Massimiliano Rosolino a conquistare tre finali nei 200sl, 400sl e nella 4x200sl, chiuse tutte al 6° posto. Ma i risultati sono alle porte, e i Giochi del Mediterraneo di Bari (7 medaglie, 4 ori e tre argenti) sono solo l’antipasto alle prime medaglie individuali europee e mondiali: Max parte col doppio argento (200-400sl) di Siviglia, e si conferma nel 1998 a Perth, arrivando ancora 2° nei 200sl. Gli Europei di Helsinki 2000 sono l’inizio dell’apoteosi, col triplo oro nei 200sl, nella 4x200sl e nei ”suoi” 200mx che rappresentano il miglior viatico in vista delle Olimpiadi di Sydney 2000.

Una rassegna che conta molto per Massimiliano Edgar Rosolino, che torna a gareggiare da potenziale medagliato nella terra della madre, quella in cui aveva vissuto per qualche anno (dai tre ai sei anni) da bambino: emozioni a non finire dunque, e tanta voglia di strafare nella sua seconda casa, che portano a dei risultati stratosferici. L’Olimpiade di Max inizia coi 400sl, la gara nella quale fa la storia e trasforma il 16 settembre 2000 in una data ricordata da tutti gli appassionati: c’è un italiano a lottare spalla a spalla con lo squalo (o, come lo chiama Max, ”tonno”) Ian Thorpe, e a strappare un tempo che è rimasto negli almanacchi fino a pochi mesi fa (quando Detti l’ha ritoccato di 4/100). Rosolino è nella classica giornata di grazia, e cede solo all’australiano (1° con 3.40.59, record mondiale battuto solo col costumone), chiudendo col favoloso tempo di 3.43.40, che allora era record europeo sulla distanza. ”Nella mia carriera rare volte mi sono trovato in forma smagliante nella prima mattina del primo giorno, mi sentivo padrone dei miei mezzi: ho nuotato 3’45” al mattino e 3’43” al pomeriggio, avevo tanta sicurezza, ho provato ad esagerare e non accontentarmi. Mi sono reso conto di essere dietro Thorpe, ho cercato di stargli attaccato e mi sono caricato, ma lui ha chiuso alla grande e io avevo sprecato tanto nell’attacco”: Massimiliano Rosolino racconta così quella gara, che gli ha portato la prima medaglia olimpica, alla quale sono seguiti l’oro nei 200 misti (con record olimpico, 1.58.98) e il bronzo nei 200sl, mentre la staffetta azzurra ha chiuso al 4° posto. Tre medaglie in un’Olimpiade fantastica per il nuoto azzurro dunque, e la consapevolezza di essere solo all’inizio di un grande percorso.

FUKUOKA, IL POKERISSIMO NELLA 4X200 E LA DELUSIONE DI PECHINO: TUTTO SUL MASSIMILIANO ROSOLINO POST-SYDNEY

L’apoteosi di Sydney è stata il punto più alto della carriera di Massimiliano Rosolino, che però non si è certo fermato a quel tris a cinque cerchi, e ha continuato a macinare successi: è stato un percorso da urlo, quello del nuotatore azzurro, proseguito con l’oro nei 200 misti ai Mondiali di Fukuoka, che gli ha consentito di ottenere la ”tripla corona” (oro a Europei, Mondiali e Olimpiadi nella stessa distanza), e l’argento con una 4×200 sempre più consistente a livello internazionale. La staffetta, condivisa con Brembilla e completata negli anni dai vari Pellicciari, Beccari, Cassio, Berbotto e da un emergente Filippo Magnini, ha rappresentato la più grande soddisfazione della seconda parte di carriera dell’astro azzurro, protagonista assoluto nel cammino da record della 4x200sl italiana: cinque ori consecutivi agli Europei (dal 2000 al 2008), un argento iridato e il bronzo olimpico ad Atene 2004, ma anche qualche quarto posto di troppo a livello intercontinentale. Esatto, perchè il Rosolino 2.0, costretto anche ad affrontare negli anni la deriva dei ”costumoni”, ai quali non è riuscito ad adattarsi benissimo (con tanto di polemica post-ritiro, avvenuto nel 2009), ha ottenuto meno risultati del periodo precedente: i grandi risultati a Fukuoka (che però l’ha visto anche chiudere 4° nei 400sl), sono stati seguiti dalle ennesime medaglie europee (chiuderà con 7 ori, 8 argenti e 6 bronzi in vasca lunga e 7 ori, 8 argenti e 5 bronzi in vasca corta) e dall’unica medaglia di Barcellona, nei Mondiali 2003: un terzo posto nei 200misti, distanza abbandonata dopo i Giochi Olimpici greci, nei quali era uscito in semifinale e aveva chiuso 5° nei 400sl, non riuscendo a ripetere il podio. I Giochi del Mediterraneo di Almeria 2005 regalano a Max l’ultimo oro individuale a livello internazionale, con una vittoria nei 400sl che dimostra che l’azzurro può ancora competere, e infatti ecco arrivare gli argenti europei nei 200 e 400sl, ma anche un’inattesa medaglia mondiale nella 4×100 nel 2007: il teatro dell’impresa di Rosolino è ancora l’Australia, con l’azzurro che aiuta Calvi, Galenda e Magnini a conquistare l’argento. Gli Europei 2008 portano Max nuovamente sul podio (oro 4x200sl, argento 4x100sl e 400sl, bronzo 200sl), ma Pechino 2008 inizia a fargli perdere l’entusiasmo e quella passione che l’hanno portato ad ottenere i grandi trionfi della sua carriera: esce in batteria nelle sue gare, chiude 4° nella 4x200sl, e poi c’è il disastro di Roma 2009 a segnare la parola fine di una carriera ricca di successi e soddisfazioni. Max non è più quello di un tempo, non è riuscito ad adattarsi alla rivoluzione dei ”costumoni” e fatica anche nelle sue migliori gare: l’azzurro esce in batteria nei 400sl e viene schierato solo nelle eliminatorie nella 4x200sl, decidendo di dire basta. È un ritiro doloroso il suo, arrivato a soli 31 anni, ma anche polemico verso un nuoto che era diventato ”un autentico bordello coi costumoni”, e che aveva fatto della tecnologia un fattore da considerare nelle prestazioni: Rosolino ha detto basta dunque, chiudendo una carriera da 4 medaglie olimpiche (1 oro, 1 argento, 2 bronzi), 5 medaglie mondiali (1 oro, 3 argenti, 1 bronzo), 10 podi ai Mondiali in vasca corta (1 oro, 2 argenti, 7 bronzi), oltre ai già citati allori europei, a 41 titoli italiani tra Assoluti estivi e invernali e 8 medaglie ai Giochi del Mediterraneo (5 ori, tre argenti)

Una carriera da campione assoluto, che l’ha portato a diventare uno degli atleti più amati dal popolo italiano e dagli appassionati di sport: e dunque tanti auguri a Massimiliano Rosolino per i suoi 39 anni, e per tutte le sue prossime avventure!

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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