dal nostro inviato ai Giochi Olimpici Luca Lovelli

Quest’oggi il nostro inviato alle Olimpiadi invernali ha assistito alla sprint 7.5km del biathlon, intervistando le atlete azzurre al termine di una prova che ci ha visto mancare la medaglia: ecco le parole di Dorothea Wierer, stella della disciplina.

Dorothea Wierer

L’INTERVISTA A DOROTHEA WIERER

29 podi in Coppa del Mondo, con 5 vittorie (l’ultima nel gennaio 2018) che la rendono l’atleta più vincente del biathlon azzurro, ma soprattutto 3 medaglie mondiale e un bronzo olimpico nella staffetta femminile ai Giochi invernali di Sochi 2014: Dorothea Wierer è senza dubbio la stella del nostro biathlon, e dopo un finale di stagione in crescendo è una delle possibili medagliate italiane ai Giochi di PyeongChang 2018. Quest’oggi Dorothea esordiva nella sprint 7.5km, e dopo due errori nel tiro ha perso di fatto la possibilità di andare a medaglia, chiudendo 18a a 1’14” dalla tedesca Dahlmeier (oro): un distacco pesante in vista del grande obiettivo dell’altoatesina, quell’inseguimento che è in programma lunedì alle 11.10 italiane. Al termine della gara, Dorothea Wierer ha raccontato le sue sensazioni al nostro inviato e agli altri giornalisti presenti: leggetele di seguito

IL 18° POSTO ODIERNO E I DUE ERRORI AL TIRO: IL COMMENTO DI DOROTHEA WIERER

”Ho impiegato un po’ di più per fare il primo colpo e ho perso il mio ritmo consueto. Sicuramente quei due colpi sbagliati erano un po’ troppo veloci, perchè sono abituata a sparare a un certo ritmo e oggi non sono riuscita. Nell’ultimo giro ho perso tanto sugli sci, perchè se fai due giri di penalità qui è veramente dura recuperare e perdi tutto il giro dopo”. È una Dorothea Wierer autocritica quella che si presenta ai microfoni dei giornalisti presenti al termine della gara che l’ha vista scivolare al 18° posto complessivo, ed ecco di seguito il resto delle sue parole.

Sei arrabbiata con te stessa dopo questo risultato?

”Sì e no, hai sempre rimpianti e ci sono sempre tanti ”se”, ”magari”, però poi pensi che hai ancora cinque gare per rifarti: sono tranquilla, mi sento abbastanza bene e sono sicura di potermi rifare da qui in poi. Certo, senza i due errori potevo giocarmela, ma il biathlon è questo”.

In chiave-inseguimento, come va letta la gara di oggi?

”Sicuramente i quattro poligoni saranno fondamentali lunedì, non dovremo sbagliare nulla per centrare un grande risultato. Vediamo come si sviluppa anche il vento, perchè è difficile da leggere, cambia di continuo (gli sciatori ne sanno qualcosa, ndr) e non capisci bene come si sviluppa dalle tacche e dalle previsioni-meteo, ma abbiamo un paio di giorni per abituarci e studiare. Chance di vittoria? Nel biathlon non si sa mai, anche quando sei indietro di due minuti tutto può succedere”.

Ci spieghi perchè hai scelto un numero così alto, mentre le altre big sono partite prima?

”In realtà ho scelto il secondo gruppo, ero banalmente la terzultima del secondo gruppo e sono capitata con questo numero. Le condizioni non sono cambiate, quindi tutte quante le atlete hanno sofferto degli stessi problemi (ricordiamo che la gara si è disputata in notturna, partenza alle 20.15 coreane)”.

Eri partita molto bene, non commettendo errori nel primo poligono. Nel tratto che portava al secondo hai pensato alla possibilità di conquistare una medaglia?

”Sinceramente no, ho pensato solo a sciare bene su una pista impegnativa e difficile. Tra l’altro questo vento contrario rende tutto difficile. In questi giorni abbiamo trovato di tutto: un freddo assurdo e mai visto che ha complicato i nostri allenamenti, il vento che gira di continuo. È tutto diverso dal solito come pubblico, cultura, mangiare e quant’altro: dovremo abituarci”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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