Roland Fischnaller ha gareggiato nel gigante parallelo di snowboard: il suo cammino si è interrotto ai quarti di finale. Ecco le parole dell’atleta azzurro raccolte a fine gara dal nostro inviato.
PYEONGCHANG 2018, ROLAND FISCHNALLER: “ERO MOTIVATISSIMO, MA HO AVUTO SFORTUNA”
Roland, come è andata oggi?
La pista blu oggi era abbastanza brutta soprattutto nel tratto in piano: non è una scusa, ma ormai riesco a leggere queste gare abbastanza bene e sapevo che sarebbe stata difficile. Alla fine della prima run sulla pista rossa ero secondo e mi sentivo bene, ma poi nella qualifica per la semifinale ho rischiato di uscire a causa delle cattive condizioni della pista blu e mi sono qualificato ottavo. Diciamo che non sono stato fortunato.
Il numero di pettorale quindi ha compromesso la tua gara?
Decisamente sì: ripeto non voglio trovare scuse, però se date un’occhiata ai primi quattro della classifica hanno tutti numeri pari. A me, invece, è capitato quello dispari e già dopo la prima discesa sapevo che mi avrebbe condizionato. Ho visto altri atleti “fare gli eroi” e rischiare troppo sulla pista blu nonostante le condizioni sfavorevoli, io invece sono sceso come farebbe un maestro di snowboard. Quando sei alle Olimpiadi però non puoi permettertelo, infatti mi è andata male.
Con un pizzico di fortuna in più la tua gara sarebbe stata diversa?
Ne sono convinto: in questo tipo di competizioni la fortuna ti aiuta a stare davanti, soprattutto se la condizione della neve è così diversa tra una pista e l’altra.
Questa disparità si verifica anche nelle gare di Coppa del Mondo?
Succede dappertutto, il segreto è andare forte in qualifica. Se riesci ad avere un buon ritmo già dall’inizio, hai fatto l’80% del lavoro e questo lo sappiamo tutti. Lo abbiamo visto anche oggi: lo svizzero Nevin Galmarini ha vinto prima la mia run di qualificazione e poi l’oro olimpico, nonostante sul pezzo in piano non vada fortissimo. Oggi lui è stato senza dubbio il migliore, ma con un altro numero di pettorale avrebbe incontrato qualche difficoltà in più. Non ci possiamo farci niente, questo è lo sport.
Secondo te andrebbe cambiato qualcosa, dato che stiamo parlando di un’Olimpiade: aggiungere altre run, ad esempio?
Assolutamente no, questo formato va benissimo così: aggiungere altre run renderebbe noioso il nostro sport. Le gare durerebbero molto di più e nessuno le guarderebbe: al pubblico piacciono le competizioni veloci e questa caratteristica va mantenuta.
Sul tracciato l’organizzazione poteva fare qualcosa di più?
No, lo hanno lavorato bene. Quello blu purtroppo era più segnato di quello rosso: puoi provare a lisciarlo, ma non cambia molto. Per noi atleti è stato un po’ più pesante, ma poi vedi così tanto pubblico venuto fino a qui per applaudire il tuo sport e non ti puoi arrabbiare. Abbiamo avuto la conferma che in Corea del Sud e in gran parte dell’Asia lo snowboard è molto amato, e questo mi rende davvero contento. Le prossime Olimpiadi invernali saranno a Pechino nel 2022 e questa passione fa ben sperare: ci sarà da divertirsi.
Ci sarai?
PyeongChang è stata la mia quinta Olimpiade ed è quella in cui mi sono divertito di più fino ad ora. Mi sono goduto ogni istante della gara e surfavo senza nessuna tensione, anzi ero motivatissimo e penso si sia visto. Spero che la sesta sia ancora meglio.
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