Olimpiadi invernali 2018, sci di fondo: Francesco De Fabiani e Federico Pellegrino commentano il settimo posto ottenuto dalla nostra nazionale. La vittoria va alla Norvegia di Klaebo.
Norvegia, Olympic Athletes from Russia e Francia. Questo il podio della staffetta maschile 4x10km di sci di fondo nella quale l’Italia è arrivata settima, reggendo il ritmo delle prime fino a metà della terza frazione. Salvadori però non è più riuscito a stare a contatto con gli avversari compromettendo così l’esito la gara.
Ascoltiamo le parole di Francesco De Fabiani, il migliore di oggi, e dell’argento olimpico Federico Pellegrino.
Francesco De Fabiani: “Eravamo lì per giocarcela, sono preoccupato di non aver mai fatto una team sprint”
Una super frazione, te lo aspettavi?
“Beh lo speravo. Dopo la delusione della frazione dello skiathlon, avevo un po’ di dubbi. Era una cosa un po’ strana andare molto più forte nella seconda parte in skating che nella prima in classico; ma comunque avevo capito che, andando forte in skating, tanto male non stavo. Ero abbastanza tranquillo per quello. Oggi, si è confermata la mia teoria: purtroppo le condizioni di vento che ci sono state, erano molto particolari e probabilmente avevo avuto qualche problema con gli scii nella parte in classico, che ho recuperato oggi. Infatti, gli scii velocissimi (forse i migliori di quelli che c’erano oggi in gara nella parte in classico).”
“Tanti complimenti agli Ski Man, purtroppo non siamo riusciti a cogliere questa grandissima occasione perché la Svezia si è staccata subito e rimanere così in pochi era quello che speravamo. Ovviamente le staffette si corrono in quattro e bisogna essere tutti al top, almeno noi, perché la Norvegia può anche permettersi che uno non sia in condizione; noi invece dobbiamo essere tutti alla massima condizione. La cosa bella è che ce la siamo giocata: quindi non abbiamo rimpianti. La staffetta era quella giusta e ci riproveremo sicuramente la prossima. La seconda frazione si sa che è una delle più difficili perché ci sono tanti nomi importanti. Perciò è stata un’iniezione di fiducia; diciamo solo: oggi siamo consapevoli che è stata una grande occasione che siamo riusciti a sfruttare al meglio. Forse ancora più importante, eravamo lì per giocarcela.”
Come si vive il fatto di aver preparato i 50 km a classica e trovarsi a fare la team sprint?
“Quello non lo so. Dobbiamo fare tutte le valutazioni del caso perché abbiamo messo tutta l’attenzione su questa gara perché era quella che ci premeva di più; anche se non eravamo sicuramente i favoriti. sapevamo che potevamo giocarcela, così è stato quindi tra oggi e domani, insieme all’allenatore, vedremo come fare; però non lo sappiamo ancora.”
Tu ti sentiresti pronto o sei preoccupato, eventualmente, di non avere mai fatto la staffetta con Federico Pellegrino?
“Io più che altro sono preoccupato del fatto di non aver mai fatto una team sprint in generale. Quindi, quello è un punto sicuramente a mio sfavore. Ci sono tanti fattori, tanti pro e contro, da mettere sulla bilancia.”
Federico Pellegrino: “Sono molto deluso ma ho dovuto provare ad osare”
“Come tutte le gare, sappiamo che contano le prime tre manche. Non avevo altra scelta che provare a partire forte per andare a prendere il finlandese. Ovviamente, insieme avremmo potuto magari colmare il buco rispetto alle prime tre squadre e magari sfruttare una crisi di quest’ultime. Sono quindi partito forte, sono andato a prendere il finlandese a fatica, pensando di riuscirci prima, ma già li ho sentito che le gambe non giravano al massimo. Tuttavia, una volta preso ho tenuto duro; alla fine però non sono riuscito ad arrivare al secondo transito che le gambe mi hanno lasciato a piedi.”
“Sono molto deluso dalla mia prestazione perché comunque la condizione fisica a livello organico era più che buona: mi è mancato qualcosa a livello muscolare e se avessimo avuto come obiettivo di arrivare quinti avrei gestito in tutt’altro modo le energie. Nonostante ciò, a nostro parere, il quinto posto non valeva niente. A quel punto ho dovuto provare ad osare. È una gara a cui tengo molto perché credo molto nei miei compagni e nelle mie qualità di resistenza, visti i risultati dei test estivi. D’altro canto noi siamo giovani, rispetto alle prime squadre, e siamo una delle squadre più giovani a partecipare alla staffetta delle Olimpiadi.”
“Tante belle soddisfazioni mi sono tolto a livello personale nello sprint e qualcosa anche nello team sprint; la staffetta, tuttavia, rimane un obiettivo che voglio raggiungere nel prossimo quadriennio e voglio, anche io, riuscire a gioire come da due edizioni a questa fanno i francesi. Sulla carta, tutte le sei squadre davanti a noi erano nettamente più forti di noi (compresa Germania, Svezia, Finlandia). Noi avevamo un ruolo di outsiders anche se ci abbiamo creduto. Io personalmente volevo molto di più da me stesso. Per gli altri non ho niente da recriminare perché hanno fatto un grosso lavoro. Sarò triste per le prossime due o tre ore e poi inizierò a pensare all’eventuale gara.”
Perché eventuale?
“Perché la team sprint come la staffetta si sceglie il giorno prima della gara. Stasera faremo già meeting e penso che domani saprete. E in quanto squadra ben affiatata sapremo decidere la formazione più giusta per affrontare la gara”
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