La nostra staffetta femminile ha vinto l’argento nei 3000 m. Ecco le sensazioni delle azzurre Arianna Fontana, Martina Valcepina, Lucia Peretti e Cecilia Maffei, grandi protagoniste a PyeongChang 2018.

La staffetta di short track femminile vincitrice dell’argento FONTE FACEBOOK ITALIA TEAM

PYEONGCHANG 2018: LA STAFFETTA È D’ARGENTO, LA GIOIA DELLE RAGAZZE

Quando eravate in pista avevate capito che cosa fosse sucesso?
Gruppo: “No, in effetti non avevamo capito che fosse accaduto e la ragione delle due squalifiche. Eravamo concentrate su noi stesse, a non mollare e ad andare avanti. Abbiamo tagliato il traguardo per terze e poi è arrivata la sorpresa dell’argento”.

Lucia, tu hai vissuto in prima persona quel momento…
Lucia Peretti: “In quel momento ho sbagliato: dopo la caduta della canadese, se fossi andata all’interno mi sarei salvata, invece sono rimasta all’esterno e sono stata falciata. Con il senno di poi sarebbe stato meglio rientrare e stringere”.

Secondo voi, perché la canadese è stata squalificata?
Gruppo: “Pensiamo che sia successo per il contatto con la coreana, ma non abbiamo visto bene e dovremmo riguardare la gara. Quando va in onda il replay, noi guardiamo solo il tabellone. Comunque la nostra coscienza era pulita e la cosa più importante era il risultato”.

Arianna, hai recuperato le gambe nella staffetta?
Arianna Fontana: “Sì, oggi stavo meglio. Nel giorno dei 1500 m le mie gambe non c’erano più. Oggi, sia nelle qualificazioni dei 1000 m che nella staffetta, ero pronta ad andare a mille. Eravamo tutte belle cariche: volevamo portarci a casa la medaglia e così è stato”.

Che cosa vi siete dette prima di cominciare?
Gruppo: “Ci siamo caricate: prima di partire, abbiamo urlato il nostro solito motto A bomba!”

Che valore ha una medaglia di squadra?
Gruppo: “La medaglia in staffetta è una delle più belle perché concentra il lavoro fatto non solo da noi quattro, ma anche da Cynthia Mascitto, ad esempio, che non ha potuto correre con noi. Dedichiamo questo successo anche alle altre ragazze rimaste in Italia”. 

Rispetto alla medaglia di Sochi, oggi eravate più consapevoli? C’erano delle differenze?
Gruppo: “Sia la nostra squadra che le altre, Olanda e Ungheria, sono sembrate più cresciute”.

Quando ti ritrovi quarto, in quelle circostanze, ti aspetti che succeda qualcosa o agisce?
Gruppo: “Quando rimani così dietro devi restare tranquilli: non devi perdere la pazienza, ma cercare di cogliere l’occasione per sorpassi facili. L’obiettivo era arrivare fino a qui e far bene: ci siamo riuscite tutte insieme”.

Chi tira su la squadra nei momenti difficili?
Gruppo: “Non c’è dubbio: Arianna! Lei non sa tirarci su, ma anche strigliarci quando battiamo la fiacca”.

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