La nuova pista che ha deciso di intraprendere il CONI è quella della corsa a due Milano-Cortina, dove le due città concorreranno insieme per organizzare le Olimpiadi Invernali 2026. Ovviamente tutto ciò ha diviso lo scenario politico. La situazione
IL PIANO B PRENDE SEMPRE PIù QUOTA. MA I FONDI DA DOVE ARRIVERANNO?
La candidatura italiana per le Olimpiadi Invernali 2026 sembra sempre più complicata, visto lo scenario politico sempre più spaccato e che non ha finora trovato un punto d’incontro per formalizzare questo progetto: da una parte la Lega (con Fontana, Zaia e Salvini), dall’altra il M5S (Appendino e Di Maio) e dall’altra ancora il PD (con il solo Sala), che però in questa vicenda assume un ruolo marginale. Se i primi sono fermamente convinti per il sì, i secondi divergono sulle idee comuni e ci sono correnti di pensiero differenti, mentre gli ultimi sostengono Milano come faro dei Giochi italiani. Insomma, tanta e forse troppa confusione, come le parole espresse in merito nelle ultime ore dalle diverse cariche del nostro stato.
Un’accordo che dovrà essere raggiunto a breve, siccome entro il 4 ottobre (congresso del CIO a Buenos Aires) andrà consegnato una prima bozza di candidatura poichè il CIO la valuti e la ritenga idonea di partecipare alla gara. Solo dopo questo passaggio, con l’ok della massima federazione mondiale di sport, allora le città italiane potranno dirsi sicure di partecipare all’assegnazione dell’Olimpiade. Ma è importante prima trovare i fondi, che rivestono un ruolo chiave alla scadenza sopraindicata, e si sta rivelando un problema.
Innanzitutto, pare che ci sia già stato un riscontro positivo dall’incontro a Losanna con il CIO: “La candidatura è ben vista e il Coni credo dovrà fare una giunta nei prossimi giorni. Non c’è un giorno da perdere! Il primo passaggio fondamentale è a inizio ottobre a Buenos Aires e noi dobbiamo essere convincenti sul progetto, sulle garanzie e dell’appoggio del governo che anche se non attraverso i fondi ci deve essere“.
“Continuo a sperare in una candidatura italiana per le Olimpiadi invernali del 2026, e continuo a sperare nella possibilità del tridente: Torino, Milano, Cortina. Da parte delle tre città interessate sarebbe un errore clamoroso non sfruttare questa opportunità, privando il territorio di Giochi sostenibili e a basso costo. Ora serve una pausa di riflessione per riannodare i fili della trattativa. Continuo a pensare che ci siano margini per recuperare “, queste le dichiarazioni del leghista e ministro alle politiche agricole e forestali Gian Marco Centinaio, sostenendo con vigore una candidatura tripartita.
Discorso differente è quello che sostiene il vicepremier Luigi Di Maio, in quanto afferma che “lo Stato non deve metterci un euro! Il Coni doveva scegliere tra 3 candidature: siccome sono tre forze politiche diverse il Coni ha detto ‘facciamo le Olimpiadi del Nord’ e così alla fine si è creato soltanto il caos per un cerchiobbottismo ben noto. – ha aggiunto il leader del M5S – La situazione è impraticabile, quindi lo Stato non deve metterci un euro. Poi se ci sono Milano e Cortina con il Veneto e la Lombardia devono andare avanti, ma senza che lo Stato ci metta i soldi e nemmeno le garanzie“.
“Per me è fondamentale e imprescindibile che sia fatta la massima e totale chiarezza su chi finanzia l’evento e come. Se si vuole portare avanti l’ipotesi di Olimpiadi senza fondi statali, ma sostenute da Regioni e privati, si chiarisca prima chi mette quanto, altrimenti è da irresponsabili andare avanti alla cieca. Non si prendono impegni a scatola chiusa, Torino non c’è perché la proposta manca di chiarezza e trasparenza. – così dichiara il sindaco di Torino Chiara Appendino – Vogliono garantire e finanziare le Regioni? Se sì, quali e in che misura? Vorrei ricordare che nell’attuale versione del masterplan sono previsti eventi anche in Trentino. Si vogliono finanziare le Olimpiadi tramite capitali privati? Quali? Sono domande che ad oggi non trovano risposta. Chiudo sottolineando che ogni altra polemica o tentativo di addossare le colpe, non mi appartiene“.
A dare nuova speranza invece ad una candidatura italiana è forse colui che ci ha sempre sperato, ovvero il presidente del CONI Giovanni Malagò, che a Radio Capital ha espresso il suo parere sulla vicenda: “Ho parlato ieri col sindaco Appendino e auspico ancora oggi che possa esserci un ripensamento da parte di Torino ma in questo momento la vedo complicata. Ora c’è questa ipotesi nuova con le altre due città, Milano e Cortina, e le regioni Lombardia e Veneto, più che convinte di andare avanti. Ho proposto alla Appendino di venire a Roma, magari per vedersi con gli altri e fare il punto della situazione per cercare di capire i margini di manovra, ma mi ha risposto che restano sulle loro posizioni. Vediamo adesso come si può costruire questo nuovo dossier. In questo momento, se non andiamo avanti, perdiamo 980 milioni di euro di investimenti che ci dà il Cio. Certo la considerazione fatta ieri da Fontana (leggi qua) mi pare di buon senso: perché se una si chiama fuori, le altre due devono essere penalizzate?“.
Una situazione che rimane comunque di diffile interpretazione, e che fa intendere che la candidatura viaggi a velocità spedita verso il duo Milano-Cortina, con un finanziamento unico proveniente unicamente dalle regioni. Domanda, e se come sembra dovessero essere coinvolti impianti in Trentino-Alto Adige?
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