Non poteva esserci avvio di Mondiale migliore per l’Italia di Blengini. Cinque successi convincenti, ottimi per alimentare un’autostima mancata nei momenti topici degli scorsi tornei.
CAMMINO IMMACOLATO
Cinque su cinque. Quindici set conquistati e solamente due lasciati per strada. Un rullino di marcia impressionante, da padrone assoluto. L’Ital-volley di Gianlorenzo Blengini c’è. È bella e convincente, non stecca un colpo. È parente decisamente lontana della versione opaca e prevedibile ammirata all’Europeo 2017. E soprattutto fa paura agli avversari. Merito di una solidità e di un gioco corale notevoli. In regia, troneggia con incredibile sicurezza Simone Giannelli. Il trentino colpisce per la maturità agonistica da veterano, nonostante la giovane età. Non ha timori reverenziali, sa come far filare perfettamente la macchina azzurra, imbeccando ora il centrale, ora l’opposto ed ora la banda. A difesa ed a muro, l’Italia brilla. Anzani e Mazzone svolgono perfettamente il loro compito, mentre in seconda linea si conferma su alti livelli Colaci. Con un Osmany Juantorena sempre stratosferico, ma meno continuo di quanto ci si aspetterebbe, è Ivan Zaytsev l’uomo copertina. Probabilmente, questa è una delle migliori versioni dello Zar con la maglia della Nazionale. Spietato in attacco, impeccabile a muro, colpisce anche la freddezza nel gestire i palloni più insidiosi ed i momenti più complessi. La sua vena realizzativa ha contagiato positivamente l’intera squadra, rendendola sicura e consapevole dei propri mezzi. E poi sorprende la profondità della rosa di Blengini: da Marruotti a Baranowicz, ogni giocatore sa di poter entrare e cambiare la partita. Di conseguenza, il cammino si è rivelato più semplice e spedito del previsto. I due set persi per strada possono essere considerati figli di un naturale rilassamento e di un pizzico di tensione per le aspettative dei risultati. Ma l’entusiasmo è palpabile e può far fare un ulteriore salto di qualità.
ITALIA FAVORITA?
Ora, una volta superato agevolmente il primo turno, ci si interroga sull’immediato futuro. L’Italia può vincere il Mondiale? La risposta è sì. La solidità degli azzurri sta convincendo anche i più scettici. Inoltre, rispetto al Campionato del Mondo organizzato in casa 8 anni fa, c’è la consapevolezza di non avere a che fare con corazzate superiori. Non c’è più il Brasile cannibale della prima decade del Nuovo Millennio. I verdeoro incutono timore, ma non sembrano la macchina da guerra pigliatutto di qualche anno fa. La Francia di Ngapeth se la passa peggio, con un gioco ancora laborioso e poco fluido. Da tenere d’occhio, come sempre, gli Stati Uniti, squadra capace di uscire alla distanza. Russia e Serbia sono due mine vaganti pericolose. I russi, campioni d’Europa in carica, possono inaugurare un nuovo corso vincente, dopo i successi a Londra 2012 e all’Europeo 2013. La rinascita passerà ancora una volta dalle prodezze di due storici punti di forza, come Dimitriy Muserskiy e Maxim Mikhaylov. L’Italia avrà modo di affrontarli nella seconda fase e sarà un test molto attendibile. Forse, già da un simile confronto si potrà comprendere ancora meglio la forza dei ragazzi di Blengini.