Miriam Sylla: niente doping. La giocatrice di Bergamo è stata assolta dalle accuse iniziali. Si trattava quindi di contaminazione alimentare. Finisce così l’incubo per la schiacciatrice azzurra.
MIRIAM SYLLA: L’INCUBO È FINITO
Con il ruolo di schiacciatrice in A1 nel Volley Bergamo e un posto in nazionale dal 2012, Miriam Sylla ha vissuto un periodo nero che avrebbe potuto sfociare nella conclusione definitiva della sua carriera nel mondo della pallavolo.
Nel test antidoping effettuato in occasione del match Italia-Brasile del World Grand Prix 2017 i risultati parlavano chiaro: nel corpo della giocatrice erano state trovate piccole tracce di clenbuterolo, una sostanza usata principalmente nei farmaci antiasmatici che ha effetti anche sull’aumento della massa muscolare a sfavore di quella grassa.
Tuttavia, i suoi esami non sono gli unici a presentare delle anomalie: anche alla giocatrice serba Ana Antonijevic, sottoposta agli stessi test antidoping, è stata riscontrata la medesima sostanza assunta dalla pallavolista italiana.
A questo proposito, quindi, ci si è chiesti se possa essere stata solo una coincidenza: le due atlete hanno alloggiato nello stesso hotel a Nanchino (Cina), città in cui si sono svolte le partite, mangiando quindi nello stesso ristorante, nelle stesse date e ad entrambe sono stati trovati valori bassi della medesima sostanza.
Non si è fatta attendere la risposta della FIVB che, dopo una serie di indagini e ulteriori analisi, ha ufficialmente comunicato alla Federazione Italiana che si è trattata di intossicazione alimentare, dovuta allo scarso controllo della qualità del cibo locale. La sospensione della schiacciatrice azzurra è stata subito interrotta permettendole di allenarsi con la formazione bergamasca affiancata dal coach Stefano Micoli in vista dell’inizio del campionato, avvenuto domenica 15 ottobre.
Miriam Sylla ha rivolto anche qualche parola alla stampa mentre ha vissuto la terribile vicenda che l’ha coinvolta in prima persona, affermando che in ogni momento che la voglia di reagire e tornare in campo non ha smesso di incoraggiarla. Il suo punto di forza, dichiara lei, è stato il supporto che ha ricevuto da molti, soprattutto da compagne e da persone care; ma anche le critiche, che non sono di certo mancate, l’hanno aiutata ad andare avanti e a farsi forza portando avanti la sua lotta per dimostrare che “il doping è per i deboli”.
Una bella notizia per la sua squadra di club ma anche per la nazionale azzurra, con la quale si era vista sfumare il sogno di poter partecipare all’ultimo Europeo. Ora Miriam è ufficialmente pronta a tornare, più carica che mai.
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