La Sir Safety Conad Perugia vince la Supercoppa italiana di pallavolo, battendo la Lube Civitanova. Riviviamo questa apertura della stagione 2017/18, analizzando anche le prestazioni di Modena e Trento, le altre semifinaliste della Final Four.
LA PRIMA VOLTA DI PERUGIA
Canta Perugia. I festeggiamenti guidati dal Presidente Gino Sirci sono ampiamenti meritati perché la Sir Safety Conad conquista il primo trofeo della sua storia. Il successo si materializza al termine di un week end incredibile. Prima è arrivato il netto successo in semifinale contro Trento, ottenuto con un 3-1 nemmeno troppo veritiero (25-20, 25-18, 23-25, 25-22). Quindi ecco la partita perfetta contro la Lube Civitanova. La prestazione degli uomini di Lorenzo Bernardi è stata notevole: impressiona la solidità in ogni fondamentale ed un’intesa decisamente migliorata rispetto a dodici mesi fa. Strepitoso Aaron Russel, premiato come MVP dell’ultimo atto. Notevoli a muro Podrascanin e la new entry Anzani. Sicuramente, da evidenziare i benefici portati alla seconda linea dall’innesto di Massimo Colaci, libero della Nazionale italiana proveniente da Trento. La Sir può sorridere anche per la perfetta intesa tra il regista funambolico De Cecco e l’opposto Atanasjevic: con loro, la formazione perugina trova spesso punti pesantissimi. E poi c’è lo Zar, Ivan Zaytsev. Meno appariscente, certo, ma concreto, tremendamente concreto. Gli ace arrivano quando necessario, in ricezione sbaglia molto meno, dimostrando di aver digerito il passaggio da opposto a banda. Spettacolare il salvataggio con cui permette il contrattacco di Russel nel match point in finale contro la Lube. La querelle con la FIPAV pare solo un brutto ricordo, anche se ha fatto capolino uno striscione che ironizzava sulla vicenda, prendendo le difese del figlio d’arte (il titolo era “Mizuno mi può giudicare”). Lasciate alle spalle le amarezze, Zaytsev sembra più in forma che mai ed è determinato a regalare altre soddisfazioni alla sua squadra.
AMAREZZA LUBE: WORK IN PROGRESS PER I CAMPIONI D’ITALIA IN CARICA
Non è stato l’avvio di stagione che la Lube Civitanova sperava. La sconfitta in finale contro Perugia ha mostrato che i freschi tricolori stanno attraversando una fase di profonda ricostruzione. Non poteva essere altrimenti, visto il cambio in panchina, con Medei subentrato al posto del CT azzurro Blengini. I giocatori sono alle prese con i carichi di lavoro e devono ancora assimilare al meglio il gioco richiesto dal nuovo tecnico. In generale, è apparso positivo l’innesto dello schiacciatore statunitense Sander, subito in sintonia con il resto della squadra. Per il resto, la formazione marchigiana si è espressa su buoni livelli. In difesa, la Lube si conferma solida ed attenta, forte anche di un Grebennikov spesso decisivo. Da rivedere nel contrattacco, con i campioni d’Italia spesso a corrente alternata ed aggrappati alle prodezze di Juantorena e Sokolov. Sia chiaro: nulla di allarmante a questo punto della stagione. Dodici mesi fa la Lube non conquistava nemmeno la finalissima. In generale, i tricolori danno l’impressione di essere sì un cantiere aperto, ma dalle grandi potenzialità. La sconfitta contro Perugia (20-25, 25-22, 17-25, 26-28) non deve lasciar pensare che l’abdicazione sia dietro l’angolo. Il 3-1 è più merito degli umbri che demerito dei campioni. Il tempo per correggere il tiro non manca sicuramente.
MODENA, STENTA LA CURA STOYTCHEV
Chi si aspettava una partenza con il botto da parte dell’Azimut Modena è rimasto deluso. I canarini sono stati battuti in semifinale dalla Lube con il netto punteggio di 3-1 (25-16, 19-25, 23-25, 22-25). Dopo due anni vittoriosi, la formazione più titolata in Italia ha dovuto alzare bandiera bianca. Anche in questo caso, gli alibi non mancano. Il nuovo allenatore Radostin Stoytchev non ha iniziato nel migliore dei modi, ma la squadra ha subìto un deciso rinnovamento nell’ultima sessione di mercato. Tanti e forse troppi i cambiamenti in poco tempo per poter sperare di sorprendere formazioni più collaudate in questa prima uscita stagionale. Del resto, bisogna integrare il clan fedelissimo al tecnico bulgaro proveniente da Trento con la vecchia guardia modenese. Una missione non semplicissima, ma nemmeno proibitiva per un allenatore esperto e dal DNA vincente. Inoltre, c’è sempre Bruno, il punto di riferimento in mezzo al campo, il simbolo della nuova era di Modena. Il suo attaccamento alla causa emiliana è un fattore importantissimo. E, si sa, il brasiliano è capace di trascinare i suoi compagni verso l’impossibile. Bisogna ripartire dal primo set contro la Lube. Se Modena sarà sempre quella, allora ci sarà da divertirsi.
ALLARME TRENTO
Chi ha lasciato più perplessità nella prima uscita è stata la Diatec Trentino. Il tecnico Angelo Lorenzetti si aspettava di trovare difficoltà non indifferenti, ma forse non pensava che il divario da Perugia fosse così ampio. Trento ha mostrato il consueto orgoglio e la voglia di non arrendersi nemmeno quando il risultato pare scritto. Tuttavia, i meccanismi sono ancora da oliare. Certo, la diagonale Giannelli-Vettori ancora non si è espressa al meglio, proseguendo peraltro un momento non brillante avviato con l’estate in Nazionale. Aggiungiamoci le novità al centro ed in banda ed abbiamo un quadro completo. La Diatec, in questo momento, è in una fase di forte rinnovamento e probabilmente ci troviamo anche in uno snodo cruciale dell’avventura di Lorenzetti a Trento. Se la scorsa stagione era stata contrassegnata dalla sfortuna e dalla mancanza di un gruppo di fedelissimi che conoscesse già a memoria lo spartito del tecnico, stavolta le cose sono cambiate. Vettori e Kovacevic sanno benissimo come vincere grazie all’esperienza dell’allenatore marchigiano ed il loro entusiasmo potrebbe contagiare il resto della truppa. Magari anche a partire da Eder, il centrale brasiliano approdato in Italia, facendo pensare ad un cambio delle gerarchie al vertice. Per ora nessun ribaltone all’orizzonte, ma la banda Lorenzetti ha tutto il tempo per lavorare al golpe.