Julio Velasco è il nuovo allenatore dell’Azimut Modena Volley. Un annuncio che rievoca ricordi assai gradevoli per i tifosi gialloblu e per lo stesso tecnico.
VELASCO-MODENA: SI RICOMPONE IL BINOMIO
Antonello Venditti ha ragione. È proprio vero che, talvolta, «certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». Da qualche parte era scritto che le strade dell’Azimut Modena Volley e di Julio Velasco si sarebbero incrociate nuovamente. In fondo, non poteva concludersi con l’amaro epilogo del biennio 2004-2006, avaro di soddisfazioni. Non sarebbe stato giusto per l’essenza vincente delle due parti in causa in questo matrimonio. Lei, la società più titolata della storia della pallavolo italiana; lui, il Mister dei miracoli, autore della rivoluzione tecnica alla base delle fortune della “Generazione dei fenomeni”. Probabilmente, era destino che i due si ritrovassero, memori del loro passato vittorioso. Il ricordo del poker di scudetti conquistati consecutivamente nella seconda metà degli anni Ottanta deve aver giocato una parte importante nel ricostruire un legame importante, forse, quasi quanto le recenti esperienze di Julio sulle panchine di Iran ed Argentina. La Presidentessa modenese Catia Pedrini ha ragione: « Ho sempre pensato che nello sport, come nella vita, non si possa vivere soltanto di ricordi. Per questo, non è stato il rispetto di una memoria straordinaria a spingermi a scegliere Julio Velasco per la guida tecnica di Modena volley. No! Ho voluto Julio, l’uomo che ha cambiato la storia della nostra disciplina, a Modena in Italia e nel mondo, perché lo considero una straordinaria promessa di futuro. Con la maiuscola». L’uomo simbolo di un passato vincente per costruire un futuro altrettanto soddisfacente: una sfida intrigante.
LA NUOVA MODENA
A Velasco piacciono le sfide. Non è un caso se negli ultimi anni si è cimentato in avventure complesse come trapiantare la pallavolo di altissimo livello in Iran, notoriamente un paese con scarsa tradizione in questa disciplina. Il richiamo di Modena è stato così forte da indurlo ad accantonare l’esperienza sulla panchina della sua Argentina. Ora però viene il bello. Il Maestro dovrà ricostruire una squadra reduce da un biennio disastroso. Prima il 2016/17 con la parentesi di Roberto Piazza e l’abdicazione tricolore; poi l’annata caotica nel segno di Radostin Stoytchev e dell’ammutinamento dei pallavolisti contro il tecnico bulgaro. In questo spogliatoio effervescente si andrà a collocare una figura storica, con un curriculum straordinario ed una celeberrima filosofia anti-alibi. Niente scuse e massima responsabilizzazione per i giocatori: concetti semplici, ma complessi da applicare. Le basi del Velasco-pensiero dovranno essere inculcate in un ambiente piuttosto agitato e deluso dagli ultimi risultati. Sicuramente non sarà un compito facile imbrigliare personalità forti come Max Holt o Bruninho. Ecco, il rapporto tra il palleggiatore brasiliano, noto per il carattere “caliente”, ed il tecnico argentino, famoso per la sua schiettezza, sarà uno dei perni attorno cui far ruotare l’intero progetto. Stoytchev non ha mai trovato l’intesa ed ha visto il proprio castello di carte e schemi implodere gara dopo gara. Julio dovrà far tesoro dell’esperienza del suo predecessore e, armandosi di pazienza, costruire una nuova Modena, possibilmente vincente. Non ci sono dubbi che Velasco semini bene. Basti pensare che sollevare un trofeo in Italia vorrà dire detronizzare la squadra di un suo brillante allievo: Lorenzo Bernardi. Un maestro fenomenale per una Generazione fenomenale.
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