Olimpiadi Tokyo 2020, scherma: due su due per l’Italia nel programma delle gare a squadre. Dopo il bronzo delle spadiste, l’ItalSciabola conquista la medaglia d’argento con Luca Curatoli, Luigi Samele, Enrico Berrè e il veterano, alla sua ultima avventura olimpica, Aldo Montano.

La festa della scherma azzurra per la conquista della finale nella sciabola maschile a squadre (fonte: Augusto Bizzi Team – pagina Facebook ufficiale FIE)

Olimpiadi, scherma: ItalSciabola d’argento! Manca ancora l’oro, ma l’Italia fa due su due nel programma a squadre

L’attesa della scherma italiana per una medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 è destinata a continuare, ma dopo i secondi posti nell’individuale dello sciabolatore Luigi Samele e del fiorettista Daniele Garozzo, e a poche ore dal bronzo delle spadiste nella prima gara a squadre sulle pedane nipponiche, l’Italia è nuovamente sul podio.

L’ItalSciabola è seconda nella prova a squadre: Luca Curatoli, Luigi Samele, Enrico Berrè e Aldo Montano sono medaglia d’argento.

Gli azzurri sono stati protagonisti di un ottimo percorso. Nel primo assalto di giornata, il quartetto tricolore si è imposto 45-44 sull’Iran, all’ultima stoccata. Dopo l’egregio inizio di Curatoli, l’iraniano Ali Pakdaman ha riportato in quota la squadra mediorientale, poi nuovamente superata da un eccellente Berrè; Pakdaman, però, nell’ultimo match, contro lo stesso Curatoli, non si è arreso ed è riuscito a trovare ben undici stoccate, ancorché non quella decisiva, infertagli dallo sciabolatore napoletano.

In semifinale, l’Italia ha quindi superato 45-43 la temibile Ungheria (poi bronzo, davanti alla Germania). Dopo un ottimo inizio dei magiari, FederScherma si è riavvicinata grazie alla classe senza tempo del veterano Aldo Montano, subentrato al vice-campione olimpico in carica Samele, costretto da un infortunio muscolare ad abbandonare la pedana. Prima Montano, nel quarto e settimo assalto, dunque Berrè, nel penultimo, hanno portato in vantaggio l’Italia, assicuratasi la certezza di una medaglia con Curatoli, vincitore 5-4 dell’ultimo assalto contro il tre volte olimpionico in carica Áron Szilágyi.

In finale, gli azzurri sono stati costretti a cedere il gradino più alto del podio alla Corea del Sud. Sanguk Oh e compagni si sono dimostrati, sin dalle prime stoccate, un avversario assai ostico, imponendosi con un netto 45-26. Che, però, nulla toglie all’ottima prova del quartetto italiano.

«Orgogliosi di questa medaglia, siamo una squadra vera». Le parole degli azzurri

«Siamo una squadra verache non è solo la somma di quattro eccellenti individualità, ma anche l’unione di quattro persone che sanno sentirsi una cosa soltanto» ha detto al termine della gara Enrico Berrè. «Siamo orgogliosi di questa medaglia e ce la godiamo tutta, nonostante una finale non andata come volevamo».

Assalto, quello contro la Corea del Sud, che è stato l’ultimo della gloriosa carriera di Aldo Montano. «Questi Giochi li ho aspettati un anno in più di quanto avevo preventivato» ha ammesso il veterano azzurro. «Ho sofferto, perché ho tanti problemi fisici. È stato un anno complicato, ma è una gioia essere arrivato qua competitivo per la gara a squadre. E avere dato il mio contributo nel portare a casa questa medaglia. Il mio ruolo era quello di partire dalle retrovie in supporto di una squadra già molto competitiva, poi con il problema fisico di Gigi sono salito in pedana. Avere aiutato i miei compagni a raggiungere questo risultato è stato meraviglioso».

«La mia è stata una carriera e una vita meravigliosa» ha poi concluso “il Manzo” della scherma italiana, alle sue ultime Olimpiadi. «L’unico rimpianto è che è stata veloce, diciassette anni volano in un soffio. Mi manca solo l’oro olimpico a squadre, ma oggi non era fattibile. Ci abbiamo creduto, ma non è bastato».

L’abbraccio tra un commosso neo vice-campione olimpico Luigi Samele e il veterano azzurro Aldo Montano (fonte: Augusto Bizzi Team – pagina Facebook ufficiale FIE)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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