Dopo le olimpiadi di Rio (in programma dal 5 al 21 agosto) e quelle di Tokyo (che ospiterà i
giochi nel 2020), resta da stabilire chi sarà il paese ad ospitare la XXXIII edizione. La
selezione è iniziata nel 2015, e la decisione definitiva verrà presa durante la 130esima
sessione del CIO a Lima, in Perù, l’11 settembre 2017.
Il 29 novembre dello scorso anno, sono rimaste candidate
ufficialmente le città di Budapest, Los Angeles, Parigi e
Roma. In caso di successo, la capitale d’Italia tornerebbe a
ospitare i giochi dopo l’edizione svoltasi nel 1960.
La candidatura romana è forte, mentre in Francia, in seguito
ai terrificanti attentati del 13 novembre, non tutti sembrano
essere d’accordo con la scelta di candidare Parigi: in un
sondaggio effettuato da un quotidiano di Lione, infatti, è emerso che il 72% dei votanti è contrario a
questa scelta.
Anche a Roma, però, c’è qualcuno che storce il naso temendo un conto salatissimo. Il 17
febbraio, presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, Luca Cordero di Montezemolo, presidente
del comitato promotore, e Giovanni Malagò, presidente del CONI, hanno presentato il
dossier per la candidatura ufficiale di Roma. Nel dossier viene sottolineato come il 70% degli
impianti sportivi sarebbe già disponibile; il lavoro, quindi, si concentrerebbe sulle costruzioni
di strutture amovibili all’interno di complessi come la Nuova Fiera e Tor Vergata, collegate
con opere di mobilità sostenibile al terzo polo olimpico, il Foro Italico.
Il tutto, secondo gli organizzatori, ammonterebbe a una cifra stimata attorno ai 3,2 miliardi,
che i promotori assicurerebbero di recuperare attraverso sponsorizzazioni, contributi dal CIO
(pari circa a 1 miliardo) e ticket. Ma non finisce qui. A questa spesa vanno aggiunti altri 2,1 miliardi
per il Villaggio Olimpico, il centro media di Saxa Rubra, l’arena velodromo, la vela di Calatrava, il parco
della Magliana e la ristrutturazione dello stadio Flaminio.
Per molti, però, i conti non tornano. A questi 5 miliardi, non vengono considerati i costi
relativi alle infrastrutture: nel 2011 si stimavano 13 miliardi di costi generali. Pare infatti che i
promotori si siano scordati le spese per il turismo e i trasporti. Malagò assicura di aver
compreso nei costi totali anche 800 milioni di spesa per la sicurezza.
CAPITOLO GUADAGNI
Quattro anni fa, a Londra, si è registrato un flusso economico di oltre 1,5 miliardi di euro e 2
milioni di soggiorni. Secondo uno studio effettuato dai professori Beniamino Quintieri e Luigi
Scandizzo dell’Università di Tor Vergata, la candidatura ai giochi olimpici del 2024
porterebbe un valore di circa 4 miliardi di euro, con un incremento del PIL dello 0,4%, oltre
alla creazione di 177mila posti di lavoro.
I ricavi, inoltre, secondo quanto spiegato da Montezemolo, sarebbero tali da abbassare la
spesa da 5,3 miliardi a 2,1. Sempre secondo il presidente del comitato promotore, è bene
tenere a mente i benefici che le Olimpiadi comportano, prendendo come esempio
Barcellona.
Esempio negativo invece quello di Atene: dopo i giochi del 2004, la capitale greca convive
con degli impianti in disfacimento, e gli oneri hanno pesato enormemente nel bilancio dello
stato.
La sfida, però, è ormai lanciata e noi tutti, da veri appassionati di sport, non possiamo non
sperare che Roma 2024 si trasformi da sogno a realtà. Con i conti a posto, si intende…