Dopo il no di Virginia Raggi, oggi è arrivato anche quello di Giovanni Malagò. La decisione di interrompere la candidatura della città eterna aveva mandato su tutte le furie il presidente del Coni, che avrebbe cercato invano di scavalcare la decisione presa dalla prima cittadina di Roma inviando la candidatura. Invece oggi, al Salone d’Onore del Foro Italico, Malagò ha indetto una conferenza stampa in cui ha chiarito definitivamente la questione.
L’ANNUNCIO – “ È il giorno della chiarezza. Ho scritto al Cio la lettera con la quale comunichiamo la nostra decisione di interrompere la candidatura della città. Ritengo che per portare avanti questo progetto servivano tre gambe. Una di queste, secondo me e secondo la gran parte degli italiani, per motivi demagogici è venuta a mancare. Per questo motivo siamo costretti a interrompere. Il piano alternativo ci avrebbe consentito di restare in corsa, ma non ci avrebbero votato. Ormai non eravamo più credibili. Per la prima volta in 102 anni di storia tutto il Paese sportivo sosteneva la candidatura. Quindi, il mio lavoro sarà quello di cercare di far tornare credibile lo sport e il Paese“.
L’ALTERNATIVA E’ MILANO – “Ho deciso di candidare Milano per la sessione del Cio del 2019. Questo è il primo passo per rilanciare l’Italia dopo questa interruzione inaccettabile. Non accade dal 1966. Maroni e Sala si sono detti entusiasti. Con questi interlocutori credibili possiamo voltare pagina. Potrebbe essere il primo passo per ricominciare a pensare ad un’altra candidatura. La sindaca Raggi è in possesso degli ultimi sondaggi che evidenziano come la maggioranza dei romani sia favorevole ai Giochi. Persino nei sondaggi commissionati dal Comune di Roma. Di errori ne abbiamo commessi, però non mi aspettavo questo fuoco amico a tre quarti della corsa“.
FURIOSO CONTRO IL SINDACO –“Virginia Raggi ha detto che era da irresponsabili accettare la candidatura? Ma non è più irresponsabile rinunciare al miliardo e 700mila dollari messi a disposizione dal Cio per il rilancio di Roma? Da oggi i nostri sforzi si concentreranno esclusivamente sui nostri asset. Innanzitutto vi annuncio la costruzione di nuovi impianti al centro Giulio Onesti all’Acqua Acetosa, la copertura del Centrale del tennis e il restyling dello stadio Olimpico per Euro 2020. Alla Raggi avrei voluto spiegare che avrei portato nella città un’Olimpiade pulita, visto che l’interesse per gli appalti non ci appartiene. Ho cercato anche di contattare Beppe Grillo, ma non ci sono riuscito. A loro avrei proposto un dream team composto da tre nomi: dal presidente del Comitato organizzatore, Nerio Alessandri, dall’architetto Renzo Piano e dal generale Enrico Cataldi, il nostro procuratore generale dello sport, contattato anche dall’amministrazione di Roma per dare una mano. Montezemolo ci avrebbe portato voti del Cio altrimenti impensabili. Anche Pancalli e Bianchedi sono stati trattati male quel giorno in Campidoglio. Rapporti definitivamente rotti col Comune? Non lo so, ma fa riflettere che io non sia mai riuscito a incontrare la sindaca”.
FIGURACCIA INTERNAZIONALE – “Vi rendete conto della figura che abbiamo fatto? Io di fronte al Cio avrei voluto sotterrarmi. Da oggi il comitato promotore è in liquidazione. Interrompere questo processo a undici mesi dall’aggiudicazione non è un record storico ma ha un precedente triste: Vancouver nel 1974 si ritirò dalla corsa ai Giochi invernali del 1980, lasciando la vittoria a Lake Placid. Vancouver ha avuto i giochi solo nel 2010, e il Canada riuscì ad ottenere altre due assegnazioni, Montreal e Calgary, ma pagò comunque un prezzo altissimo”.
IL CIO NE ESCE VINCITORE – “Noi usciamo come vincitori. Avremmo potuto perdere tra un anno, così invece passiamo come eroi. Noi siamo sempre stati contrari al referendum, andava fatto all’inizio di questa avventura, non dopo tre anni di lavoro”.