Enrico Fabris a Torino 2006 divenne un eroe nazionale. Il pattinatore veneto regalò tantissime emozioni ai tanti tifosi italiani che, nell’anno in cui i Giochi invernali vennero ospitati nel capoluogo piemontese, rimasero letteralmente incollati ai loro televisori. L’ascesa di Fabris iniziò l’11 febbraio del 2006, giornata inaugurale dei Giochi olimpici italiani…
«Guardate che tecnica: straordinario! Guardate l’agilità: Enrico Fabris è un esteta della lama lunga, del pattinaggio velocità». Con queste parole Franco Bragagna, commentatore per la Rai delle Olimpiadi di Torino 2006, descriveva l’atleta veneto al termine dell’ultima delle tre gare che lo resero famoso in tutta Italia. Gare che lo portarono a vincere la prima medaglia italiana nella storia del pattinaggio di velocità ai Giochi, il primo oro e a collezionare la bellezza di tre allori olimpici in appena dieci giorni. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo da dove tutto è iniziato.
Enrico Fabris a Torino 2006: la prima medaglia azzurra nel pattinaggio di velocità
L’11 febbraio 2006, quando Enrico Fabris si presenta al via dei 5000 metri i tifosi italiani sono in estasi. Non perché siano particolarmente interessati a quello che potrebbe succedere sul ghiaccio di Torino, ma perché, dopo tanti anni, l’Italia è tornata a ospitare un evento così importante come le Olimpiadi invernali. Inoltre quella del pattinaggio di velocità non è una disciplina nella quale gli atleti azzurri sono soliti fare bene, quindi le aspettative non sono di certo molto alte. Insomma, si tratta della giornata inaugurale dei Giochi, e tanto basta.
La gara dei 5000 metri ragala però la prima, inaspettata gioia agli appassionati sportivi italiani: Enrico Fabris, contro ogni pronostico chiude infatti al terzo posto in 6’18″25, dietro allo statunitense Chad Hedrick (6’14″68) e all’olandese Sven Kramer (6’16″40). Ma quello che più sorprende è che il poliziotto di Roana riesce a tenersi dietro gente del calibro dei pluricampioni del mondo Carl Verheijen e Bob de Jong.
Il pubblico è in visibilio, e Fabris si gode i festeggiamenti sul podio, conscio di aver appena realizzato un’impresa che, in quel momento, pare essere irripetibile.
Enrico Fabris guida gli azzurri all’oro
Il 16 febbraio, cinque giorni dopo la gioia per la sua prima medaglia olimpica, Enrico Fabris è di nuovo sul ghiaccio. L’atleta delle Fiamme Oro, infatti, fa parte del team azzurro che si giocherà le sue carte nell’inseguimento a squadre. E qui avviene l’impoderabile: i tre ragazzi italiani, Matteo Anesi, Fabris appunto e Ippolito Sanfratello vincono la gara davanti ai favoritissimi canadesi e olandesi, lasciando la Norvegia e la Russia a bocca asciutta. L’Italia chiude sul gradino più alto del podio, il Canada si deve accontentare dell’argento, mentre i temibili olandesi guidati da Kramer e Verheijen non vanno oltre il bronzo.
Fabris, pazzo di felicità commenta, come riportato da Il Sole 24 Ore: «Sono medaglie storiche perché non sono mai state vinte prima nella nostra specialità, il nostro sport ne ha bisogno. È stata un’emozione indescrivibile, pensavo di avere raggiunto l’apice sabato, ma lo sport può dare emozioni sempre più grandi». Quella sera il villaggio olimpico avrebbe avuto di che lamentarsi, di nuovo, della musica rock suonata da Sanfratello e cantata proprio da Fabris.
Enrico Fabris a Torino regala…il tris: e fanno tre in dieci giorni
Non c’è due senza tre. Questo deve aver pensato Enrico Fabris quando si è presentato alla partenza dei 1500 metri. Il 21 febbraio, infatti, è in programma la terza gara alla quale partecipa il pattinatore vicentino. Cosa fare se non tentare il colpaccio? Anche in questo caso, però, gli avversari sono forti e agguerriti. Fabris ritrova infatti Chad Hedrick, che dieci giorni prima lo ha battuto nei 5000. L’ora della rivincita sembra essere arrivata.
Nella sua serie si trova di fronte il temibile Simon Kuipers. La gara scorre con l’olandese saldamente al comando, ma all’ultimo giro Fabris, che ha gestito la gara con astuzia, dà tutto se stesso e lo supera. È l’apoteosi: lo stadio esplode di gioia e Bragagna lo definisce “esteta del pattinaggio”. Lo stesso Fabris, nel ricordare quella vittoria, spiegherà: «Quando vidi la gente acclamare il mio nome capii che non sarebbe capitato mai più: ho goduto di ogni secondo». Chad Hendrick chiuderà terzo, preceduto dal connazionale Shani Davis.
Il risultato ottenuto da Fabris ha dell’incredibile: tre medaglie in dieci giorni a ventiquattro anni e alla sua seconda apparizione alle Olimpiadi. Un’impresa che lo ha impresso nella leggenda dello sport azzurro. Per sempre.
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