Vissuta all’ombra delle più famose Di Centa e Belmondo, Gabriella è esplosa a livello individuale a 31 anni vincendo un oro olimpico ed una coppa del mondo.

Gabriella Paruzzi Oro

Gabriella Paruzzi in gara per le medaglie alle olimpiadi 2002 (FONTE repubblica.it)

Nella vita sportiva di ogni atleta influisce il “momento storico” nel quale gareggia. In alcuni casi determinandone vittorie e successi, perché altri campioni hanno già smesso o non hanno ancora iniziato, in altri casi invece carriere, che avrebbero potuto essere costellate di successi, ne hanno pochi o nulla per “affollamento” di talenti. Questo avrebbe potuto essere il riassunto della carriera di Gabriella Paruzzi se il duro lavoro, la maturità atletica e l’esperienza acquisita allenandosi con due fenomeni come la Belmondo e la Di Centa, non le avessero portato i meritati successi individuali olimpici e mondiali. Un po’ come essere un campione di basket nell’epoca di Magic Johnson e Larry Bird

La sua storia

Gabriella, cresciuta vicino a Tarvisio, inizia a muovere giovanissima i primi passi nello Sci Club Monte Lussari. Siccome il fratello pratica la combinata nordica (salto e fondo) Gabriella si avvicina proprio allo sci di fondo dato che all’epoca ancora non esisteva il salto femminile. Il suo primo allenatore la va a prendere anche a casa pur di non farle saltare gli allenamenti e già alle elementari vince i Giochi della Gioventù. Tuttavia la giovane atleta si dedica alla scuola ottenendo con profitto la maturità scientifica e questo non le permette di eccellere man mano che sale nelle categorie giovanili. Viene infatti ammessa molto tardi alla nazionale e, terminata la scuola, entra nel gruppo sportivo del Corpo Forestale iniziando a dedicarsi a tempo pieno al fondo. Come detto, in Nazionale ci sono due super campionesse come Manuela Di Centa e Stefania Belmondo, arrivata poco dopo, e Gabriella dietro di loro raccoglie podi con la staffetta della quale inizia a far parte in pianta stabile dal 1991. La formazione era sempre X, Paruzzi, Di Centa, Belmondo dove X indica la prima staffettista che è cambiata nel corso degli anni. Negli anni 90 raccolgono 3 argenti mondiali e 3 bronzi olimpici (Albertville, Lillehammer e Nagano), ma a livello individuale non riesce mai a salire sul podio ne a terminare davanti a nessuna delle due compagne.

L’oro alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002

Poi nel gennaio 2001, a 31 anni, il primo podio in Coppa del Mondo seconda davanti anche a Stefania Belmondo; la Di Centa si è intanto ritirata nel 1998, ed è come se si fosse spezzato un tabù. Da lì Gabriella forse acquisisce molta più sicurezza nei propri mezzi e nel 2002 alle Olimpiadi di Salt Lake City nella 30 km parte per conquistare una medaglia. La russa Lazutina è ai nastri di partenza sebbene abbia saltato la staffetta si dice per ematocrito alto. Gabriella fa la gara su di lei (irraggiungibile) e su Stefania ed al traguardo è seconda, argento olimpico. I controlli post gara portano alla squalifica della russa ed il giorno dopo sul podio per la premiazione Gabriella ritira l’oro olimpico. Successivamente ai giochi diventa l’atleta azzurra di punta dopo il ritiro di Stefania Belmondo ed inizia a mietere successi in Coppa Del Mondo con la prima gara vinta nel 2003 e la Coppa individuale conquistata nel 2004. Si prepara minuziosamente per arrivare alle olimpiadi di Torino 2006 dove vince il quarto bronzo in staffetta, quattordici anni dopo il primo.

Gabriella Paruzzi mostra l’oro vinto alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002

Il futuro dopo gli sci

Dopo il ritiro diventa Consigliere Federale FISI e capo della Commissione Femminile della FIS, continuando a dare il proprio contributo allo sci di fondo italiano e mondiale. Vive ancora a Camporosso in Valcanale sul Monte Lussari, dove gestisce il ristorante Rododendro con il marito Alfredo Baron, servendo ai tavoli e raccontando aneddoti olimpici.

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