Ripercorriamo la carriera di Francesca Porcellato nel giorno del suo compleanno.
Descrivere la carriera sportiva di Francesca Porcellato non è mai un’operazione banale. Per farlo occorre raccontare partendo da quel 21 marzo 1972, quando una manovra sbagliata di un camion nel suo cortile di casa, ha segnato per sempre la sua vita e quella di chi le stava vicino. Ma, come dice lei, è stato proprio quell’ incidente a non renderla una delle tante bensì a trasformarla in una leggenda dello sport italiano. Da quel momento Francesca ha iniziato la lunga risalita, senza mai mollare, con la sua carrozzina come strumento di riscatto. La feroce determinazione ha fatto il resto.
Il suo desiderio di sentirsi libera e di correre più veloce degli altri ha fissato l’appuntamento con il destino a Seul 1988 quando, alla prima Paralimpiade concomitante con le Olimpiadi, la Rossa Volante mette tutti in fila nei 100 m e nella 4×100 erigendosi ad esempio nel mondo. La sua forza si dispiega anche nei 200 m dove arriva seconda, nella 4×200 e nella 4×400 nelle quali conquista due ottimi bronzi. Il suo amore per l’atletica è una luce nel silenzio omertoso di quell’epoca, per nulla scevra dai pregiudizi nei confronti di chi, allenandosi con caparbietà, voleva comunque rendere visibile a tutti quanta fatica e lavoro ci fossero dietro al raggiungimento di quei formidabili successi, non solo sportivi. La conferma ad alti livelli avviene già quattro anni dopo, ai Giochi di Barcellona, con l’argento nei 400 m nel giorno del suo ventiduesimo compleanno.
Nella mente di Francesca però alberga già l’idea di spostare l’asticella dell’agonismo un po’ più in là, sulle lunghe distanze, in particolare nella maratona. E così inizia ad allenarsi su distanze differenti senza però abbondare quelle più brevi, quelle che l’avevano resa grande. Il lavoro parallelo porterà i suoi frutti anni dopo quando la sua chioma fulva taglierà per prima i traguardi delle maratone di Boston, New York, Parigi e Londra, quest’ultima addirittura per quattro volte. Il suo palmares paraolimpico si arricchirà di altri due bronzi nell’atletica, rispettivamente nei 100 m a Sydney 2000 e nei 400 m ad Atene 2004.
Estate, inverno e ritorno
Perché adagiarsi sugli allori? Può essere questa la domanda dalla quale partire per decifrare la svolta, repentina e per nulla banale, della carriera di Francesca quando, dopo essere stata portabandiera azzurra a Pechino 2008, decide di provare finalmente a diventare la prima donna medagliata sia ai Giochi Estivi che a quelli Invernali. E qui il destino, ancora una volta, le riserva la più dolce delle sorprese. A Vancouver 2010, sede della X^ edizione dei Giochi Paralimpici invernali, è in programma per il 21 marzo la prova di sci alpino. E’ lo stesso giorno in cui, 38 anni prima, la sua vita ha subito un cambiamento radicale, imprevisto, sconvolgente ma Francesca non misura la sua esistenza con il metro del rimpianto e riconosce in quella data l’alba di una nuova nascita, la seconda, a distanza di soli 18 mesi dalla prima. Con queste motivazioni disputa una grande prova che le regala l’oro individuale. Ora è veramente sul tetto del mondo!! La Signora delle Nevi è lei!!
Dopo questa grande performance la voglia di competere cresce ancora e, durante la preparazione delle Paralimpiadi invernali di Sochi 2014, scopre la passione per l’handibke. La strada è tracciata, la nuova sfida è strabiliare tutti ancora una volta: obiettivo Rio 2016. I primi momenti della preparazione non sono facili e Francesca è un po’ scettica, non sa se saprà conquistare una medaglia. Gli allenamenti però, man mano che passano i giorni, le fanno capire di essere pronta per vincere ancora. Nell’estate 2016 lei e la sua handbike sono pronte per gareggiare nella prova a cronometro H3 e in quella su strada. E ancora una volta il podio si colora di azzurro, è terza in entrambe le gare!!! E’ l’ennesima dimostrazione della sua tenacia, caparbietà e forza interiore che oggi, nel giorno del suo 50° compleanno, vogliamo celebrare. Tanti auguri Francesca e… ancora 50 di questi anni!!