Le Paralimpiadi invernali 2014. L’Italia torna a casa senza medaglie. Le storie più belle delle Paralimpiadi invernali di Sochi 2014 narrate da Azzurri di Gloria.

Le Paralimpiadi invernali 2014, disputate a Sochi

L’ITALIA AI GIOCHI PARALIMPICI INVERNALI 2014

I Giochi paralimpici di Sochi 2014 hanno visto partecipare la delegazione italiana, formata da trentacinque atleti: purtroppo, però, la Paralimpiade di Sochi 2014 sarà ricordata come un fallimento azzurro, in quanto nessuna medaglia è arrivata.

Tuttavia, la delegazione paralimpica italiana è riuscita, in alcuni casi, ad ottenere degli importanti risultati. Nello sci alpino, ad esempio, Alessandro Daldoss ha conquistato la sesta posizione nella discesa libera ipo e non vedenti; mentre Christian Lanthaler (oltre alle quattordicesime piazze nella supergigante e nella supercombinata ed un quindicesimo posto nello slalom gigante – gara dove il nostro Marco Zanotti ha ottenuto la diciassettesima posizione) è arrivato ottavo al traguardo della discesa libera standing. Tra le atlete impegnate in tale specialità meritano sicuramente menzione Melania Corradini, ottava nella supergigante e Veronica Yoko Plebani, undicesima nello snowbord.

Francesca Porcellato esulta per la medaglia conquistata

Francesca Porcellato (fonte alessandrianews.it)

Buoni risultati sono stati ottenuti anche dall’azzurra Pamela Novaglio nel biathlon: tre decime posizioni (6km, 10km e 12.5km standing); mentre Enzo Masiello, nella medesima disciplina, ha ottenuto la quattordicesima posizione nella categoria 12.5km sitting. Migliori risultati, per Masiello, sono arrivati nel cross-country: un sesto posto nella 10km, un settimo nella 15km; mentre Francesca Porcellato – una delle azzurre più forti in tale categoria – si è dovuta accontentare di un nono (1km sprint sitting) e due decimi posti (10km e 15km). Una nota di merito va poi alla squadra italiana dell’hockey paralimpico, che ha ottenuto una sesta posizione, arrivata dopo una partita – vinta dopo i regolamentari – contro la Svezia.

ITALIA: UNO ZERO CHE FA MALE

La spedizione azzurra ai Giochi paralimpici di Sochi 2014 lascia l’amaro in bocca. E non potrebbe essere altrimenti. In primo luogo, perché rappresenta un record negativo (l’Italia ottenne uno zero soltanto nella seconda edizione delle Paralimpiadi, Geilo 1980, dove tuttavia, alla prima partecipazione della delegazione italiana, era presentente soltanto un atleta azzurro); in secondo luogo, perché rispecchia un trend negativo (il miglior risultato italiano ai Giochi Paralimpici invernali è quello di Lillehammer 1994, dove l’Italia conquistò quattordici medaglie, che divennero dieci a Nagano 1998, nove a Salt Lake City 2002, otto a Torino 2006 e sette a Vancouver 2010); infine, perché ciò sembra non importare granché al grande pubblico.

Il valore degli atleti non è assolutamente in discussione (ci mancherebbe), anche perché molti sono campioni, in alcuni casi plurimedagliati; ma il problema è proprio questo: da un lato, non v’è grande turn-over tra gli atleti (tant’è che l’ossatura principale della delegazione italiana di Sochi 2014 è fondamentalmente quella di Lillehammer 1994); dall’altro, perché negli ultimi anni, per competere ad altissimi livelli, anche nelle specialità paralimpiche, è necessaria una preparazione professionistica, con strutture pensate ad hoc per gli atleti e dei coach che li possano seguire quotidianamente. A livello di investimento economico, il nostro movimento non può competere, allo stato attuale, con i grandi colossi mondiali; tant’è che, molto spesso, e a differenza che negli altri paesi, i nostri atleti, oltre alla carriera professionistica e alla preparazione olimpica, sono costretti a svolgere lavori ordinari, mentre all’estero non è così: il lavoro di un atleta è fare l’atleta, punto.

IL MEDAGLIERE ALLE PARALIMPIADI INVERNALI 2014

Alle Paralimpiadi invernali di Sochi 2014 l’Italia non è riuscita a conquistare alcuna medaglia. I migliori risultati rimangono i sesti posti di Daldoss e Masiello. In attesa della Paralimpiade di Pyeongchang 2018, dunque, il movimento paralimpico azzurro necessità un’inversione di tendenza, affinché gli atleti italiani tornino ad occupare le posizioni che meritano.

Simone Lo Giudice
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