La nostra portabandiera, vincitrice dell’oro nei 500 m di short track, non è andata oltre il settimo posto nei 1000 m. Ecco le sue sensazioni raccolte a fine gara dal nostro inviato a PyeongChang 2018.
È mancata sul più bello. Quando avrebbe dovuto piazzare l’accelerata decisiva, Arianna Fontana è stata tradita dalle sue gambe ed è passata bruscamente da protagonista a spettatrice della gara dei 1000 m di short track. A fine gara, la nostra portabandiera fa trasparire un pizzico di rammarico per come è andata la gara di oggi: ecco le sue dichiarazioni raccolte dal nostro inviato Luca Lovelli dopo la finale olimpica.
Sulla destra Arianna Fontana, 27, vincitrice dell’oro nei 500 m a PyeongChang FOTO ITALIA TEAM
TUTTA COLPA DELLE GAMBE: IL RACCONTO DI ARIANNA FONTANA
Arianna, che cosa è successo in finale?
Le mie gambe non ne avevano più: quando mancavano tre giri, hanno deciso di dire basta e ho dovuto guardare gli ultimi giri dalla retrovie. Dopo la prima batteria ero uscita bella affaticata, nella semifinale però ho iniziato a sentirmi meglio e a riprendermi anche mentalmente. Poi potermi giocare la finale mi ha caricato tanto. Non so perché le gambe mi abbiano abbandonato a tre giri dalla fine. Non ne avevo più.
Stamattina lo avevi immaginato?
No, era tutto tranquillo.Ho seguito la mia routine del pre-gara. Forse in finale ho sprecato qualcosa: durante i sorpassi, i contatti con alcune avversarie mi hanno frenato un po’: dovermi rilanciare di continuo non mi ha dato una mano. È andata così oggi, ma sono contenta perché il mio obiettivo era centrare la finale. Comunque abbiamo ancora una distanza individuale e una staffetta che è un obiettivo importante per tutte quante. Sono sicura che mi riprenderò, la staffetta mi darà una grande carica.
Avrai tempo per recuperare?
La gara è il 20: abbiamo ancora qualche giorno. Ci arriverò e starò bene.
Ti ha chiamato qualcuno in particolare dopo la conquista dell’oro?
Ho ricevuto messaggi da tantissime persone: mi ha fatto piacere che mi abbiano scritto. Erano orgogliosi di essere italiani grazie a me. In Italia si è perso un po’ il senso di patriottismo: spero che la soddisfazione che gli ho fatto provare rimanga per sempre nel loro cuore. Mi ha mandato un messaggio vocale anche Greg Paltrinieri, che ha visto la finale uno-due giorni dopo si trova in Australia e lì non è riuscito a vederla prima. Gli ho dato una carica pazzesca. Anche altri atleti degli sport estivi mi hanno scritto: ho trasmesso tanto entusiasmo anche a loro.
Dopo la tua vittoria nei 500 m, anche la Moioli non vedeva l’ora di gareggiare…
Ero in mensa quando Michela ha gareggiato: mancavano due minuti alla sua finale, la televisione che c’era lì non trasmetteva la gara. Ho provato a sintonizzarmi in tempo, ma non ce l’ho fatta. Mi ha fatto spaventare quando è rimasta imbottigliata: temevo che le avversarie la potessero toccare poi, per fortuna, è andata davanti e le altre non l’hanno più vista. Ero stracontenta per lei: si è meritata questo oro.
L’oro che hai conquistato ti ha tolto qualcosa?
No, anzi mi ha dato una carica in più: ero partita molto bene in queste Olimpiadi e volevo continuare così. In questa finale ho provato a giocarmela con tutte le armi che avevo a disposizione. Mi dispiace per come sono andate le cose: nel finale le gambe non ci sono state e ho dovuto fare da spettatrice e non da concorrente.
Ti sei risparmiata un pochino in vista delle prossime gare?
No no, non ne avevo proprio più. In una finale olimpica non può risparmiare proprio nulla. Ho dato tutto quello che avevo, però non avevo più benzina. Da quando sono partita, io e il mio allenatore (il marito ex pattinatore Anthony Lobello, ndr) ci siamo concentrati sull’esplosività e sulla qualità: niente cose faticose, niente carichi.
Nello sport italiano la vittoria dell’oro sta diventando una specialità di voi ragazze…
Beh, vorrà dire qualcosa: voi maschietti parlate tanto, noi invece siamo più concrete. Fa piacere vedere tante donne che, dopo tanti sacrifici, riescono a togliersi queste soddisfazioni. Il nostro segreto? Abbiamo una marcia in più, qualcosa di speciale…
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