#FuoriCinema: ogni due venerdì su «Azzurri di Gloria», scopri il cinema che racconta lo sport.
Benvenuti all’undicesimo appuntamento con #FuoriCinema su «Azzurri di Gloria». Oggi parliamo di Eddie the eagle – il coraggio della follia (2016), per la regia di Dexter Fletcher. Nato in Inghilterra, fin da piccolo Eddie Edwards ha un solo sogno: andare alle olimpiadi. Dopo infiniti tentativi, folgorato dalla pista da sci vicino casa, capisce che la strada per i Giochi invernali fosse quella su cui scivolare per raggiungere il suo obiettivo. Con nulla in tasca, siamo nell’87, parte per la Germania con la speranza di allenarsi e diventare il campione che si sente. Si scontra con una realtà ben più dura della neve ma non demorde nonostante le prese in giro di quanti lo vedono fallire. Dopo infinite suppliche riesce a convincere l’ex campione statunitense Bronson Peary che, dopo essersi ritirato bruscamente dalle scene, si era dato all’alcol, la sua coperta contro il freddo. Comincia l’allenamento per le selezioni alle olimpiadi di Calgary (Canada) 1988 sfruttando una piccola falla nel sistema: le regole del salto con gli sci non venivano aggiornate in U.K. dal 1928, l’ultima volta che il paese aveva avuto un proprio sciatore.
Venuta a sapere dell’impresa di Eddie, la commissione olimpica inglese decide di alzare il limite minimo per evitare di spendere soldi inutilmente con una disciplina che non avrebbe portato sponsorizzazioni. Sorprendentemente the eagle supera la selezione e vola in Canada dove ovviamente è sempre in fondo al tabellone. Eppure, la sua naturale felicità, il suo stupore, la gioia di essere arrivato fin lì in un solo anno di allenamento, ammalia il pubblico e il suo agitare le braccia in segno di vittoria gli vale il nome the eagle, l’aquila. In tutto questo, anche il suo allenatore, interpretato da Hugh Jackman, ha la sua rivalsa dimostrando al suo vecchio coach, Warren Sharp, che non era solo una delusione. In sintesi, il film racconta una vittoria personale e non la storia di un campione irraggiungibile: “la cosa importante alle Olimpiadi non è vincere, ma partecipare; la cosa importante nella vita, non è trionfare, ma provarci sempre” – Pierre De Coubertin.
Curiosità: dopo questi fatti, nel 1990 venne inserita la regola detta di “Eddie the eagle” per evitare che altri amatori partecipassero a competizioni di così alta categoria: “si richiede per la partecipazione olimpica di competere preventivamente in eventi internazionali e di essere collocato nel 30% degli atleti migliori oppure entro i primi 50 concorrenti”.